Cosa c’è da dire sulle stupide celebrità che escono dal giocare agli eroi in un mondo di fantasia per essere alle prese con tangibili sconfitte sociali? Due pollici alzati per il corporativismo; questi miscugli alla moda ipnotizzano il pubblico, ingrossano l’orrenda pseudo scusa "per il bene più grande", e ravvivano le assurdità. La standing ovation tributata a questi buffoni non fa altro che distruggere le speranze di miliardi di anime nel mondo oscuro e fare del sentimentalismo sui ghetti. Questi spettacoli insopportabili non risvegliano il senso comune e la severità nelle nazioni povere e nelle banlieu. Quando non ci sono altre strade, l’umiliazione e la miseria solitamente guidano le persone empatiche e i disertori verso gli estremi violenti; religione e armi! Dovrebbe essere una sorpresa per ogni cervello ben bilanciato che l’ineguaglianza serva da ulteriore propellente per l’ira di coloro che hanno provato l’esperienza dell’ingiustizia e fornisca un motivo per antifoni scioccanti.
""Scrivere la storia è importante quanto fare la storia. Se lo scrittore non resta fedele a chi la fa, allora la verità immutabile assume una qualità che confonderà l’umanità."
– Mustafa Kemal Atatürk
Ne ho abbastanza di come in tutto il mondo loda Andrew Carnegie, J.P. Morgan, John D. Rockefeller e Cornelius Vanderbilt come grandi imprenditori. Questi spregevoli esseri umani sono stati incoronati come gli uomini che mettono l’intero globo sulla giusta strada. La loro esagerata buona volontà è diventata il credo della razionalizzazione dei capitalisti col sigaro dell’ampliamento dei cancelli dorati della pura cattiveria e della decriminalizzazione della cupidigia. Le voci che condannano le loro tattiche perfide sono oggetto di vituperio. Per questa offesa devo dare credito alle mie amnesie contemporanee quando si arriva alla rivoluzione industriale. Non c’è alcun bisogno di recuperare una vanga per dissotterrare il sentiero lasciato dietro dai loro accordi malati e dai loro sfruttamenti. Hanno consolidato il massimo potere e la massima influenza accumulando con violenza gemme e collezionando prestigio non necessario.
In tutto il globo, l’attributo di libero mercato si basa sullo strangolamento degli avversari e poi i loro cadaveri sono lasciati dietro a un capo di stato corrotto che si occupi di eliminarli. Quello che Andrew Carnegie, J.P. Morgan, John D. Rockefeller e Cornelius Vanderbilt hanno chiamato portare l’ordine nel sistema caotico, non è stato altro che bloccare la rivoluzione sociale. I loro pioneristici cartelli affaristici sono in realtà casi di vergognosa cattiveria non necessaria. Per avere un’idea del loro impegno per una schiavitù rinnovata e per la dominazione del mondo, questi criminali finanziarono un colpo di stato politico e misero con successo la loro pedina, William McKinley eletto come venticinquesimo Presidente degli Stati Uniti che proseguì nell’eliminare qualsiasi regolamentazione che intralciasse la strada dei suoi benefattori nell'accumulare ancora più ricchezza. Oggi, questi progetti di accumulare denaro e di accantonare le politiche pubbliche si sono sviluppati in tutto il globo grazie a questi avidi ricchi criminali.
Individui consumati per la colpa, si sono fatti strada alla Casa Bianca per dissociarsi con l’establishment corrotto, sono stati una fonte di opposizione per gli industriali furiosi e uno strumento per le rivolte sociali, commerciali e politiche del ventesimo secolo.
I colpi dell’antitrust sui baroni ladri hanno imposto nuove tradizioni commerciali o almeno hanno rovesciato la deumanizzazione del ciclo del lavoro. La situazione ha anche spalancato la porta per una nuova covata di manipolatori di affari meno feroci come Henry Ford. C’è una evidenza irrefutabile che gli accaparratori della rivoluzione industriale hanno fatto ristagnare la distribuzione della ricchezza. Appena dopo che il loro monopolio fu decapitato, per la prima volta, i bianchi americani furono in grado di permettersi le cose che producevano. La rivoluzione industriale americana non può riconciliare l’integrità accademica e la moderna dottrina estetica del libero mercato. E perciò, il capitalismo non è compatibile con la crescita e lo sviluppo umano e artistico.
Al giorno d’oggi, lo scenario della guerra civile americana è stata abbellito con l’eroica allegoria degli stati del nord liberi e illuminati che hanno liberato, per mantenere la tradizione dell’umanismo, gli stati del sud schiavisti e rozzi. È un esempio della tipica tradizione dei burattinai delle nazioni potenti di rileggere la storia. Anche se la verità è stata oscurata nelle nebbie della partigianeria che è andata al di là dei confini degli Stati Uniti non si è mai perduta. Per coloro che hanno ancora la testa, la guerra civile americana ha riguardato due modelli di sfruttamento in competizione, la schiavitù al sud e l’auto-asservimento al nord, nell’espansione territoriale americana verso la costa pacifica sulle spoglie della guerra messico- americana. I resti dei costumi razzisti e inumani prima della guerra civile americana sono vissuti violentemente ancora oggi.
Per apprezzare la mia devozione contro il monopolio e per comprendere la mia devozione contro la privatizzazione, si è creduto necessario compartimentalizzare i due sentimenti diversi. Il sottile e contorto filo che collega l’Arkansas al remake egiziano della primavera araba che ha condotto a uno scambio multilaterale dei faraoni dei tempi moderni dice molto sulla nostra interconnettività sociale. Quello che abbiamo oggi è il terreno morale delle leggi antitrust che fermano un capitalista affamato dall’abbuffarsi apertamente di un intero settore di bisogni o desideri umani. Al contrario la paranoia globale è stata usata dai predatori internazionali e dai loro sponsor per rompere le reti di sicurezza dei paesi in via di sviluppo e attivare l’esternalizzazione delle loro economie nazionali.
Una navigazione attraverso la scienza e una camminata lungo la scogliera teologica, finiranno entrambe disilluse e non suscettibili. È una questione di tempo prima che qualcuno sia risucchiato nella scienza politica altamente sovvenzionata o nelle idiozie religiose. L’incapacità umana di sopportare il dolore o di evitare la colpa potrebbe condurci a vedere gli strazianti eventi storici attraverso occhiali dalle lenti rosa. In questo confuso ritratto del mondo, come fa una mentalità non conformista a mantenere una misura appropriata di salute mentale e di integrità?
"No, Buana, è meglio non sapere nulla, perché molte persone istruite sono dei grandi folli."
– Zio Tom
Non c’è alcuna vergogna nel non sapere. Questa virtù è estranea all’arroganza. Una dissezione chirurgica accademica dei beatificati classici dei Los pistorelos non porta un fifone a dubitare della santità degli pseudo intellettuali. Il tempo può cambiare il significato contestuale ma non l’intenzione. Immergersi nelle intenzioni di bizzarri richiedenti apre una scatola di vermi che senza dubbio ha umanizzato gli dei celebrati e indebolisce la loro eredità. Per così tanto tempo, il mondo è stato alimentato da numerose bugie per coprire i costrutti sociali. Un’ampia gamma di vistose denigrazioni sono diventate accettate come verità. La loro longevità nasce dalla noncuranza dialettica dei contadini moderni e dalla insensatezza degli accademici di alto rango.
La filosofia è un esercizio cerebrale isometrico olimpico che strizza l’autenticità dal cesto delle incertezze. È celebrata per la ridicola ricerca della comprensione di noi stessi per la nostra auto coscienza. Le persone di una parte del mondo intuitivamente rappresentano luoghi sconosciuti come un ricettacolo di mostri. A causa di premesse inappropriate che sono aggiunte a motivi subdoli, Immanuel Kant è stato incoronato come il più grande filosofo dei tempi moderni. Ho cercato la sua guida per spiegare l’origine delle diverse razze umane, in particolare dei neri, visto che stava per diventare la mia bussola culturale.
"La crescita delle parti molli del corpo ha dovuto aumentare in un clima caldo e umido. Questa crescita ha prodotto un naso grosso e rialzato e spesse labbra carnose. La pelle doveva essere oleosa, non solo per ridurre la sudorazione abbondante ma anche per tenere lontano il pericoloso assorbimento dell’aria umida e stagnante. La ricchezza delle particelle di ferro, che sono del resto presenti nel sangue di ogni essere umano, e, in questo caso, precipita nella sostanza a forma di rete attraverso l’evaporazione dell’acido fosforico (questo spiega il motivo per cui tutti i negri puzzano), è la causa del nero che brilla attraverso l’epidermide. […] Oltre a tutto questo, il calore umido stimola la forte crescita degli animali. In breve, tutti questi fattori contribuiscono all’origine del Negro, che è ben adatto a questo clima e cioè forte, in carne e agile. Tuttavia, visto che la sua terra madre gli fornisce così tanto, è anche pigro, indolente e sfaccendato." (____)
Adesso ho bisogno di una pausa. Tutti i marsupiali posti nella parte inferiore del totem, per favore permettetemi di proseguire con il livello di stupidità di Kant, sensazionalizzando la risposta dello sceicco Anta Diop, la teoria delle due culle. Il mio ritratto dell’origine di un Kracker è:
"La diminuzione delle parti molli è dovuta al clima freddo e secco. Questa degenerazione ha prodotto un sottile naso appuntito e labbra sottili. La pelle ha dovuto essere secca e semitrasparente, come misura protettiva per le povere condizioni igieniche, e, nel caso si bagnino lo spesso rivestimento inutile dell’epidermide è diluito (questo spiega il motivo per cui tutti i Kraker puzzano come cani bagnati). Oltre a tutto questo, il caldo secco promuove l’omosessualità. In breve, tutti questi fattori sono responsabili dell’origine del Kraker, che ben si adatta al clima e cioè, allampanato, aggressivo, che prova disgusto per l’esistenza, pessimista, sfruttatore delle donne, e pieno di depravazione morale. E, visto che il suo ambiente arido e freddo non permette una sussistenza a lungo termine, è anche sadico, provinciale e isterico. "
Se applaudite la mia risposta piccata, allora siete un Neanderthal. Affermazioni possono essere costruite per tenere conto degli occhi a mandorla degli asiatici o per generalizzare l’alito poco piacevole degli arabi. Con lo stesso spirito del giuramento di Ippocrate, non fare del male, la ricerca scientifica dovrebbe evitare di fornire stupide prove a stereotipi offensivi. Albert Einstein ha affermato che il razzismo è una malattia dei bianchi. Ignorava o non aveva evidenza di settarismi di altre razze. La nozione giapponese della purezza etnica o la nozione che i russi neri non sono neri. Poveri indigeni in Bolivia provano pietà e disprezzo per i neri. I neri africani guardano in modo torvo le donne che si accompagnano agli uomini bianchi. Un altro fantasma sopravvalutato e citato troppo spesso, David Hume, che presumo non fosse a conoscenza dell’università di Sankore, fondata all’inizio del 1300 a Timbuctu, ha scritto:
"Sono incline a sospettare che i negri e in generale tutte le altre specie di uomini (perché ce ne sono quattro o cinque tipi differenti) siano naturalmente inferiori ai bianchi. Non c’è mai stata alcuna civiltà se non bianca, e neppure alcun individuo rilevante né come azione né come riflessione. Nessun manufatto di particolare rilevanza tra di loro, nessuna arte, nessuna scienza. D’altro canto i più rudi e barbari dei bianchi, come gli antichi GERMANI, gli attuali TARTARI, hanno ancora qualcosa di notevole tra di loro, nei loro valori, nella loro forma di governo o in qualche altra particolarità."
C’è coerenza nella beatificazione di eroi caucasici nella maratona del razzismo. Ogni razza merita una medaglia di completamento per il loro contributo a questa assurda saga. Ibn Khaldun è un africano che credeva fermamente nel fatto che la Geometria illumini l’intelletto e ponga la mente nel verso giusto. É visto spesso come uno dei padrini della economia moderna, in particolare dell’economia monetaria (già). A quest’ uomo viene attribuito l’osservazione e l’articolazione del beneficio della divisione del lavoro nel suo libro Kitab al-Ibar ben prima che Adam Smith impacchettasse i concetti rubati ai fisiocrati francesi. Inoltre, Khaldun ha brillantemente introdotto la teoria del valore del lavoro secoli prima di David Ricardo. Ha anche detto di getto:
"Al di là del sud, non c’è alcuna civiltà in senso stretto. Ci sono solo umani che sono più vicini a stupidi animali che a esseri razionali. Vivono in boschi e grotte e mangiano erbe e cereali non lavorati. Spesso si mangiano tra loro. Non possono essere considerati esseri umani. "
Ogni secolo sembra cominciare e finire con la faziosa sintesi occidentale che regna suprema sull’universo. Nel mezzo del viaggio, l’intera umanità pone un’eccessiva venerazione verso vergognosi esseri umani considerati come i più grandi pensatori del loro tempo. Il caso più disdicevole è quello di Gandhi. Sono profondamente disturbato ogni volta che il Mahatma Gandhi è educatamente chiamato la "Grande anima" da chiunque non stia coraggiosamente indossando una svastica. L’ostinato pedofilo ha offerto la giurisprudenza agli indiani in Sud Africa sotto il sistema dell’Apartheid. Credeva nella purezza delle razze. Per Bapu, gli indiani erano senza dubbio inferiori ai caucasici ma si lamentava che:
"Potevamo capire di non essere nella stessa classe dei bianchi, ma essere posti allo stesso livello dei Nativi sembrava troppo da sopportare. I Kaffir sono di regola non civilizzati – i detenuti anche di più. Creano problemi, sono sporchi e vivono come animali." (___)
L’aristocratico francese, Joseph Arthur, è un esempio allarmante dei costi elevati di un prolungamento delle ipotesi pregiudiziali. Senza alcun indizio sul come condurre una ricerca scientifica, è diventato incredibilmente famoso per lo sviluppo della teoria della superiorità della razza ariana. Ha raggruppato le persone per il colore della loro pelle e ha affermato che il quoziente di intelligenza è determinato dall’eredità genetica. E il terzo Reich ha reso questo mantra irrazionale un punto fondamentale della sua carneficina organizzata. Oggi, skinhead farabutti, stupidi scienziati razzisti e misogini decantano questo stupido sospetto per dare le basi a un impegno che assurdamente viene contemplato all’interno degli istituti accademici.
Un buon passo avanti non si può attendere ricorrendo semplicemente alle tradizioni esistenti. Il pregiudizio scientifico scorre in profondità nelle vene accademiche. La faziosità è uno squilibrio morale che cavilla mentre la significatività dei valori fluttua. D’altro canto, il comportamento pregiudiziale infligge danni severi a tutta la società che ha come obiettivo la privazione dell’equità sociale di un altro individuo. Mentre stiamo sulla stessa pista da ballo, possiamo predire con il massimo grado di certezza il peggioramento dell’ingiustizia sociale e il ripetersi di tragedie commerciali su scala globale.