Angelo D’Oro (Angelo Spezzato #5) - L. G. Castillo 2 стр.


Che cosa poteva fare adesso? Aveva girovagato senza meta in Texas, poi in New Mexico. Non sapeva perché. Ogni luogo gli ricordava lo sguardo freddo sul viso di Naomi quando se ne era andato.

Quando si era ritrovato in volo con l’idea di raggiungere il Nevada, aveva risentito nella mente la voce di Gabrielle che lo metteva in guardia. E allora era partito per l’unico posto in cui si sentiva a casa: Kauai.

Soffiava una leggera brezza, e il profumo del cibo riempiva l’aria, facendogli brontolare lo stomaco. Aveva giurato che avrebbe mantenuto la forma umana finché fosse rimasto sull’isola. Voleva aver a che fare il meno possibile con il fatto di essere un angelo. Ma questo significava dover nutrire il corpo continuamente.

Gli si contorse il cuore nel pensare alle guanciotte di Sammy che gli sorrideva mentre si leccava le dita dopo aver mangiato uno dei suoi misteriosi tacos alla carne.

Adesso era tutto perso. Forse avrebbe dovuto rimanere sull’altro lato dell’isola. Non sapeva perché avesse voluto venire qui.

Espirò con frustrazione passandosi la mano fra i capelli spettinati dal vento.

Certo che sapeva perché. Voleva controllare Sammy e Leilani. Voleva assicurarsi che stessero bene.

Era stato stupido pensare che il chiosco si trovasse ancora lì. Certo che non era possibile. Chi avrebbe potuto rilevarlo dopo la morte di Lani e Samuel? Sammy e Leilani erano solo dei bambini.

Il suo stomaco riprese a brontolare.

Va bene, va bene. Ora di cena. Si diede una pacca sullo stomaco mentre si dirigeva verso il ristorante.

Quando arrivò all’ingresso, scoppiò in una risata nervosa vedendo il cartellone sul muro vicino alle doppie porte.

Vicino alle parole Candy’s Restaurant c’era una caricatura di Candy Hu vestita con un costume da hula. Dalla bocca le usciva un fumetto che diceva: “Vi piacerà il nostro cibHu!”

Jeremy si augurò che Leilani non sapesse niente di questo posto. Magari erano stati fortunati e la zia li aveva portati a vivere da un’altra parte. L’avrebbe uccisa vedere una cosa del genere.

“Aloha! Benvenuto da Candy!” gli disse una cameriera vestita con un bikini e un pareo correndogli incontro. “Puoi aspettare il resto del tuo gruppo al bar.”

“Sono da solo.”

“Oh davvero?” La ragazza giocherellò con il laccio del bikini.

“Sì.”

“Bene, allora seguimi.” Gli fece l’occhiolino prima di girarsi, entrando nel ristorante. “Ti darò il tavolo migliore. È proprio davanti al palco. C’è uno spettacolo di hula stasera. Ti piacerà” gli disse mentre si dirigevano verso la veranda.

“Aspetta. Se non è un problema, vorrei un posto più discreto. Magari un tavolo nel retro?”

Lei lo guardò raggiante, sbattendo le ciglia. “Certamente.”

Maledizione. Probabilmente la ragazza stava pensando che volesse stare da solo con lei.

Ci vollero un po’ di manovre e la pretesa di essere impegnato ad osservare il menu prima che la ragazza capisse l’antifona e lo lasciasse finalmente da solo. Fortunatamente, il cameriere era efficiente e gli portò il pasto velocemente.

Diede un morso all’hamburger. Era buono, ma non buono come quelli che faceva la madre di Sammy.

Passò lo sguardo sulla folla. Il posto era pieno di famiglie, soprattutto turisti. Erano tutti sorridenti e si stavano divertendo. Lui era l’unico ad essere seduto da solo. Per qualche ragione, questa cosa gli diede fastidio.

Diede un altro morso al suo hamburger. Beh, doveva abituarsi a stare da solo adesso. Per nessuna ragione sarebbe tornato a casa.

Sentì la familiare risatina acuta e quasi si strozzò con il cibo.

Candy è qui?

Si alzò e vide Candy Hu parlare con un gruppo di ragazzi vicino al palco. Certo che si trovava qui, il ristorante portava il suo nome! Jeremy osservò il top del bikini che a malapena riusciva a coprirla.

Beh, era sicuramente cresciuta.

Il cuore cominciò a battergli più veloce. Se c’era Candy forse, ma forse . . .

Allontanandosi dal tavolo, controllò l’area con cura, questa volta alla ricerca dei familiari capelli irsuti e degli occhi castani.

La musica cominciò ad uscire dagli altoparlanti vicino al suo tavolo. Candy fece un gridolino e corse sul palco. La musica cambiò, e vi si aggiunse un canto. Candy cominciò a danzare sul palco, seguita da un gruppo di ragazze. Le ragazze erano tutte vestite allo stesso modo, con un pareo rosso ed un fiore bianco dietro all’orecchio destro. Il movimento armonioso delle loro braccia e l’ondeggiare delle loro anche incantavano gli spettatori.

Leilani avrebbe dovuto trovarsi lì sopra. Avrebbe dovuto esserci lei al centro del palco.

“Yeah, baby!” gridò uno dei ragazzi al tavolo.

A pensarci meglio . . .

Jeremy fece una smorfia guardando il tavolo dei ragazzi con cui Candy aveva flirtato. Sentì pena per le ragazze. Quei coglioni pieni di testosterone non erano in grado di apprezzare la bellezza della loro danza. La musica, la luce, il movimento—erano angelici.

Deglutì a fatica, cercando di ingoiare il groppo che gli si era formato in gola. Le ballerine erano come angeli, le loro braccia come ali. Erano così piene di grazia, il modo in cui sollevavano e abbassavano le braccia faceva sembrare che stessero danzando nell’aria, soprattutto la ragazza in fondo.

La conosco! Jeremy fece un passo in avanti, tenendo lo sguardo sulla giovane donna.

Non poteva essere lei.

O invece sì?

Rimase immobilizzato di fianco a due torce fiammeggianti mentre la voce cantava dell’amore di Kalua. Il torso sottile della ragazza ondeggiava mentre le sue braccia delicate si muovevano come se stessero mimando le onde dell’oceano. Capelli folti e scuri le coprivano le spalle, brillando come seta nera. Le sue labbra color rubino erano socchiuse, come pronte per un bacio. Era immersa nella musica. Gli occhi erano abbassati come se fosse persa in un sogno.

Jeremy si strofinò gli occhi, sapendo perfettamente che non c’era niente che non andasse nella sua vista angelica. Riusciva a distinguere ogni ciglio scuro, ogni curva sensuale delle labbra, ed ogni poro di quel bel viso.

Rimase con il fiato sospeso in attesa che la ragazza sollevasse la testa. Lunghe ciglia si sollevarono lentamente, e occhi castani pieni di tristezza si posarono sul pubblico.

Leilani.

Ce l’aveva fatta. Stava finalmente facendo ciò che aveva sempre voluto. Stava danzando.

Jeremy era incantato. Anche quando Leilani si spostò sullo sfondo, per permettere a Candy di occupare la parte centrale del palco, non riuscì a toglierle lo sguardo di dosso. Qualcosa si smosse dentro di lui.

No. Quello no.

Fece immediatamente un passo indietro. Si scrollò di dosso le sensazioni folli che gli scorrevano dentro.

Si sentiva solo. Sì, si trattava sicuramente solo di quello. Leilani era una cara amica. Così come Sammy. Lui era qui solo per assicurarsi che stessero bene. Ora che aveva visto che Leilani stava bene, Jeremy poteva andarsene. Lei non avrebbe permesso che succedesse qualcosa al fratellino.

La musica si fermò, e il pubblico scoppiò in un applauso.

Ecco qui. Finito. Era ora di andare. Non c’era ragione di restare. Aveva visto ciò che doveva vedere.

Si girò di scatto, pronto a recarsi dall’altra parte dell’isola, quando un ragazzino con dei grandi occhi azzurri e macchie di cioccolato agli angoli della bocca gli bloccò la strada.

“Jeremy?”

3

Il cuore di Jeremy fece un balzo. Sammy non era più un bambino piccolo. Le sue guanciotte erano asciutte adesso. Aveva un gran numero di lentiggini sul naso, ed era alto almeno una spanna in più.

Assomiglia a suo padre.

Sammy si strofinò gli occhi come se non potesse credere a ciò che vedeva.

“Hey, amico. Sono io, Jeremy.”

Guardandolo più da vicino, Sammy gli toccò il bicipite. “Sei reale. Non si trattava di un amico immaginario.”

“Certo che sono—cosa stai facendo?” chiese Jeremy quando Sammy gli passò dietro e gli toccò le scapole. Si irrigidì quando realizzò quello che Sammy stava facendo.

Sta cercando le mie ali. Si ricorda.

“Lo sapevo” sussurrò Sammy con voce rauca, tornando a guardarlo in faccia. “Sapevo che eri vero.”

Prendendogli la mano, Sammy vi posò sopra il proprio palmo, osservando attentamente le mani come se dovessero sparire da un momento all’altro.

“Vero come il cioccolato.” Jeremy prese un tovagliolino da un tavolo e lo passò agli angoli della bocca di Sammy. “Vedo che ti piace ancora mangiare i Sammywich.”

Sammy si irrigidì e lasciò andare la mano di Jeremy.

Jeremy fece una smorfia quando si rese conto di ciò che aveva fatto. Non aveva bisogno di saper leggere la mente per capire a cosa stesse pensando Sammy. L’espressione tormentata sul suo viso diceva tutto. Jeremy gli riportava alla memoria un passato doloroso.

Maledizione! Perché mai sono qui? Non faceva altro che arrecare dolore alle persone a cui teneva. Era ovvio che Leilani e Sammy fossero andati avanti. Avrebbe dovuto lasciarli in pace invece di essere un promemoria dei giorni peggiori della loro vita.

“Scusami, Sammy. Non intendevo—”

Si sentì un forte schianto seguito da un coro di risate. Qualcuno gridò il nome di Leilani, seguito da una serie di imprecazioni. Il pubblico rise ancora più forte.

Gli occhi di Jeremy si rivolsero verso il palco. Candy era a terra, sulla schiena, e agitava le braccia e le gambe. Dietro a lei c’era Leilani, la bocca socchiusa mentre guardava intensamente verso lui e Sammy.

Il suo viso era pieno di emozioni. Shock, felicità, tristezza, e qualcos’altro.

Quello sguardo. Quegli occhi.

Lo attiravano verso di lei.

Avrebbe voluto farsi strada fra il pubblico che rideva, dimenticare di essere un arcangelo, e portar via lei e Sammy.

Quello sguardo sul suo viso era desiderio.

Desiderio per lui.

Smettila! Si infilzò le unghie nel palmo della mano.

Leilani era una ragazza giovane e suggestionabile. Lui rappresentava il passato che aveva perso. Il suo desiderio era per quel passato, non per lui. Jeremy doveva ricordarsi che erano amici. Il minimo che potesse fare era assicurarsi che lei stesse bene.

Le fece un cenno con la mano, sorridendo.

Leilani sbatté le palpebre, e poi il suo viso si contorse in una smorfia. Le si accese un fuoco negli occhi che tolse il respiro a Jeremy. Si appoggiò alla sedia lì vicino, quasi senza accorgersi del metallo che si piegava sotto la pressione delle sue dita.

Leilani scese dal palco con passo deciso, ignorando lo sguardo assassino di Candy e facendosi largo fra la folla spostando un uomo anziano con addosso una camicia hawaiana.

“Facciamo un applauso a queste belle ragazze” disse l’uomo. “E naturalmente un ringraziamento speciale per la nostra splendida Candy Hu.”

Candy rivolse uno sguardo malefico a Leilani e contemporaneamente un sorriso al pubblico mentre si allontanava dal palco.

Candy non era l’unica a possedere uno sguardo perforante.

“Uh oh. Leilani è arrabbiata” disse Sammy vedendola arrivare con passo deciso. “Scappa, Jeremy.”

Se non fosse stato un arcangelo, avrebbe seguito il consiglio di Sammy. Più Leilani si avvicinava, più faceva paura.

“Credo che sia troppo tardi, amico.”

“Cosa diavolo ci fai qui, ragazzo d’oro? Los Angeles è diventata noiosa?”

Aloha anche a te” disse lui, sfoderando il suo sorriso più smagliante.

Lei si fermò. Il suo sguardo si appannò e si addolcì. Era la stessa espressione che appariva sul viso della maggior parte delle donne quando Jeremy sfoderava il proprio fascino verso di loro.

“Mi stavo prendendo un periodo di riposo e ho pensato di fare un salto per vedere come stavate tu e Sammy. Mi sembra che vada tutto benissimo. Quindi adesso balli?”

Ci fu un momento di silenzio imbarazzante mentre lei lo osservava con sguardo spento.

“Leilani?” Le passò una mano davanti agli occhi.

Cosa c’era che non andava? Non l’aveva mai vista così calma prima.

Il viso di Leilani diventò rosa, e poi rosso. Il suo respiro cominciò ad uscire in rantoli. Le sue labbra color rubino si mossero, ma nessuna parola ne uscì.

“Scappa. Adesso” sussurrò Sammy. “Sta per esplodere.”

“Benissimo? Davvero pensi che vada tutto benissimo?” gridò lei, la voce che si alzava di volume ad ogni parola. “Ragazzo, sei proprio unico. Avrei dovuto capirlo. Non posso credere di avere avuto fiducia nelle tue parole da adulatore. Amici. Certo, come no.” Fece una risata amara.

“Cosa vuoi dire? Io sono tuo amico.”

“Ovvio che tu non lo sappia. Come potresti? Non sei uno di noi. Vieni sull’isola fingendo di essere un amico. Hai fatto in modo di piacere a Sammy. Piacevi alla mia famiglia. Ed io . . .” Si fermò, mordendosi il labbro tremante.

“Leilani.” Jeremy allungò una mano per toccarle la guancia.

Lei si allontanò di scatto dalla sua mano, guardandolo male. “Hai fatto in modo di piacere a tutti. E un momento dopo te ne sei andato. In un istante.” Schioccò le dita.

“È venuto in ospedale” disse Sammy.

“Abbiamo già parlato di questo, Sammy. Eri confuso” gli disse sottovoce, spostandogli i capelli dalla fronte sudata.

“Non ero confuso. Diglielo, Jeremy. Tu eri lì.”

“Beh . . .”

“Vedi cosa hai fatto?” disse lei bruscamente. “Hai provocato allucinazioni ad un bambino di cinque anni. Voleva così tanto che tu fossi lì da immaginarsi la tua presenza!” Si girò verso Sammy, abbassando la voce e parlandogli con calma. “Eri sotto l’effetto delle medicine. Lui non era lì.”

Jeremy aprì la bocca, pronto a dire che invece era stato lì. Era stato al loro fianco ogni secondo. Ma non poteva farlo senza svelare chi era realmente.

“Mi dispiace. Non sapevo dell’incidente. Ho dovuto partire per un problema di famiglia” disse alla fine.

“Come dici tu. Non posso occuparmi di te adesso. Devo tornare al lavoro. Sammy, ti avevo detto di aspettarmi in cucina.”

“Posso stare io con lui” disse Jeremy. “Possiamo recuperare il tempo perduto.”

“Sì!” Il viso di Sammy si illuminò.

“No. Non ci cadremo un’altra volta.”

“Oh, dai, Leilani. Per favore” la pregò Sammy.

“Sono certa che lui abbia altro da fare. Magari su un’altra isola?”

Leilani era furiosa, e ne aveva tutti i motivi. Jeremy sapeva di doversene andare, ma non voleva farlo, non lasciandola in questo modo. Stava per tentare di giustificarsi quando qualcuno gridò, e il suono di tamburi risuonò dagli altoparlanti.

Il pubblico si mise a gridare per l’eccitazione quando cinque uomini, con addosso un pareo rosso lungo fino ai piedi, corsero in mezzo alla folla.

Dopo che furono saliti sul palco uno di loro, con un tatuaggio tribale che gli ricopriva il braccio, si posizionò al centro, roteando un bastone infuocato. Si fermò con il bastone alto sulla testa e lo abbassò verso le labbra. Sputò del liquido e una grossa fiamma si alzò sopra di lui. Il pubblico scoppiò in un boato per l’eccitazione.

“Non andare ancora, Jeremy. Devi vedere Kai che fa la danza del fuoco. Io l’ho aiutato ad imparare le mosse” disse Sammy con orgoglio.

Quello è Kai?

Jeremy guardò con ammirazione l’uomo alto e grosso quasi quanto lui, che roteava due bastoni infuocati. Li faceva roteare ad una tale velocità che l’immagine si confondeva in un unico cerchio di fuoco.

Era quello il ragazzo che un tempo Leilani chiamava Chucky? Non era più un ragazzo. Era un uomo.

Gli altri ballerini si posizionarono al fianco di Kai, facendo gridare ancora più forte le ragazze del pubblico. Gli altri sembravano piccoli se paragonati al corpo massiccio di Kai.

Si mossero all’unisono facendo roteare il fuoco sulla testa, attorno al corpo e sotto alle gambe.

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