Delitto (e baklava) - Блейк Пирс 6 стр.


Il cuore di London sprofondò leggermente. Esercitare una vera autorità su membri dello staff risentiti non era qualcosa che aveva imparato a fare, quando era stata una semplice hostess di crociera.

Ci sono sicuramente cose nuove a cui devo abituarmi, comprese.

Ad ogni modo, era determinata a non lasciare che il piccolo problema del troll del fiume smorzasse il suo buonumore.

Quando giunsero all’area d’imbarco, London vide una fila di passeggeri disposti dietro una catena, all’estremità della passerella coperta, collegata alla barca. Aprì dunque le porte di vetro e fece un cenno al facchino responsabile della catena. Scorgendo il suo segnale, l’uomo sollevò la barriera, così che i passeggeri potessero imbarcarsi.

“Buona fortuna” Elsie sussurrò, mentre si allontanava.

London fece un respiro profondo, mentre i primi passeggeri si muovevano verso di lei.

La prima del gruppo era una donna anziana minuta e dallo sguardo severo. Indossava un’inutile pelliccia e abbastanza gioielli da coprire una persona così piccola. Portava con sé un unico grande bagaglio a mano in pelle, ma, alle sue spalle, c’era un’incredibile pila di valigie, trasportate da un facchino.

Nonostante l’arcigna espressione della donna, London le rivolse un sorriso radioso e aprì la bocca per accogliere la primissima ospite, diretta nell’allegra area reception della Nachtmusik.

Poi, l’attenzione di London fu catturata da qualcosa di strano in merito alla borsa.

Ne fuoriuscivano quelli che sembravano lunghi capelli marroni  come se la donna avesse infilato in modo errato una parrucca al suo interno.

Mentre London fissava la parrucca, vide improvvisamente aprirsi un paio di occhi marrone scuro.

La parrucca la stava guardando.

CAPITOLO SEI

Gli occhi marroni guardarono London, aprendosi e chiudendosi un paio di volte. Poi, il ciuffo di capelli si sollevò leggermente, rivelando un lucido naso nero. Apparve, al di sotto di esso, una fila di denti, accompagnati da un basso ringhio.

Una sorta di giocattolo meccanico? London si domandò.

Poi, il mucchio di peli emise un vivace e acuto abbaio, confermando una volta per tutte che il mucchio di peli non era una parrucca e neppure un giocattolo. La minuta donna anziana aveva con sé un cagnolino nella borsa.

Questo sarà un problema? London si domandò.

Nel rapido evolversi degli eventi che l’avevano condotta lì da un giorno all’altro, nessuno le aveva parlato della politica in merito agli animali domestici su questa nave. Aveva visto passeggeri con animali di servizio mentre lavorava sulle crociere sull’oceano, ma non era mai stato compito suo determinare se fosse concesso averli a bordo.

London riuscì a sorridere nella sua migliore maniera professionale.

“Benvenuta alla prima crociera sullo splendido Danubio della Epoch World Cruise Lines” disse. “Potrei avere il suo nome?”

La donna le rivolse uno sguardo arcigno. Il suo viso era estremamente sottile e pallido, ma le iridi degli occhi che si vedevano attraverso gli occhiali sembravano nerissime, molto più nere di quelle del cane.

“Sicuramente lo conosce già” scattò, indicando la cartellina tra le mani di London. “Ha proprio una lista passeggeri in mano.”

London era sbalordita dalla logica piuttosto insensata della donna.

“Mi occorre sempre che me lo dica” esordì.

“E io le sto dicendo, che ce l’ha proprio davanti a lei. Ho una prenotazione proprio qui sul ponte Minuetto in una delle vostre cabine più eleganti, la Grand Suite Beethoven.”

Ho appena visto quella suite, London ricordò.

Le sfuggì quasi una risatina al ricordo del ritratto di Beethoven appeso al di sopra del letto. Il grande compositore e questa donna arrabbiata avevano proprio lo stesso cipiglio. London pensava che i due sarebbero andati decisamente d’accordo.

Forse passeranno l’intero viaggio felicemente a guardarsi storto.

Ad ogni modo, questa informazione rese più semplice trovare il nome della donna, che era Lillis Klimowski.

“Siamo felici di averla sulla nave, Signorina …”

“È Signora. Sono tragicamente vedova, se vuole saperlo.”

“Signora Klimowski” London completò con un cenno del capo.

Prima che potesse decidere come porre la domanda in merito al cane della donna, una voce arrabbiata aprì la questione.

“Non può portare un cane a bordo” un uomo alle spalle della Signora Klimowski si lamentò ad alta voce.

L’uomo di mezz’età era molto più robusto della Signora Klimowski. Indossava un paio di pantaloni a quadri e stava accanto ad una donna paffuta, dai capelli tinti di un rosso acceso, che masticava un chewing-gum.

“Chiedo scusa”  la Signora Klimowski replicò bruscamente.

“Ha sentito quello che ho detto” l’uomo disse.

La Signora Klimowski lo guardò, storcendo il naso.

“La informo che il campione Sir Reginald Taft non è un animale comune. È stato campione nelle mostre quando era giovane, o così mi è stato detto, quando l’ho comprato. È ufficialmente il mio cane da sostegno emotivo. Siamo piuttosto inseparabili. Talvolta penso che, se non fosse per Sir Reginald, impazzirei, specialmente quando ho a che fare con dei rozzi zoticoni come lei, Signor … qual è il suo nome, impertinente signore?”

L’uomo prese la donna che masticava il chewing-gum sotto braccio.

“Siamo i coniugi Jarrett, e siamo in luna di miele.”

London dette un’occhiata alla lista e vide che Gus e Honey Jarrett avevano una prenotazione per la camera dei Cantanti della Famiglia Trapp sul ponte Romanze, un livello più in basso. A London sembrava che questa non fosse affatto la prima luna di miele che avessero fatto. Immaginò che avessero entrambi avuto molti matrimoni fino ad allora.

Poi, un’altra coppia uscì dalla fila per dare un’occhiata al cane. Si trattava di due anziani cicciottelli dall’aria gentile. La donna permise al cane di annusarle la mano.

“Oh, ma che creatura adorabile, Walter!” lei disse.

“È davvero carino, Agnes” il marito replicò.

London dette un’occhiata alla lista e trovò i nomi di Walter e Agnes Shick, che avrebbero alloggiato nella suite Johann Strauss II sul ponte Minuetto.

L’ammirazione della coppia sembrò migliorare un po’ l’umore del cane. Ancora tenuto nella borsa di pelle, Sir Reginald Taft permise infine ad Agnes Stick di grattarlo sotto il mento, senza tranciarle il dito.

Ma Gus Jarrett stava ora fremendo di rabbia.

“Devo informarvi che la mia graziosa sposa è allergica ai cani!” disse.

La moglie, che stava ancora masticando il chewing-gum, gli rivolse uno sguardo strano, come se la cosa le suonasse nuova. London era certa che Gus stesse inventando la storia dell’allergia di Honey, per creare problemi. Ad ogni modo, avrebbero alloggiato un ponte sotto la suite della Signora Klimowski, perciò le allergie non sarebbero senz’altro state un problema. Tutto ciò che dovevano fare era mantenere una ragionevole distanza dal cane.

Continuando ad accarezzare Sir Reginald, Agnes Shick rivolse un sorriso a Gus ed Honey.

“Non dovrete preoccuparvi delle allergie” la donna disse.

“Certo che no” Walter Shick aggiunse. “Questo è uno Yorkshire Terrier. La razza è ipoallergenica.”

“Ipo cosa?” Gus Jarrett chiese.

“Ipoallergenica” Agnes ripeté. “Questa grazioso pelo assomiglia più a capelli umani piuttosto che di origine animale. Non causerà problemi allergici a sua moglie più di quanto – beh, di quanto io, o Walter o chiunque altro qui.”

Agnes aveva smesso di accarezzare il cane, che riprese a ringhiare in direzione di London, sembrando irritabile come prima.

Perché quel cane continua a ringhiare contro di me? si chiese.

Almeno, London non si doveva preoccupare del fatto che Sir Reginald potesse rappresentare minaccia alla salute dei passeggeri che soffrivano di allergie.

Intanto, la fila all’imbarco si allungava sempre di più, ed i passeggeri stavano iniziando a spazientirsi per la lentezza del processo. E London ancora non sapeva come gestire l’animale inaspettato. Provò a ricordare quello che le era stato detto sugli animali da sostegno da persone che aveva conosciuto in altri settori dell’industria del turismo.

“Ha della documentazione su Sir Reginald?” chiese alla Signora Klimowski.

“Documentazione? Perché mai avrebbe bisogno di documentazione?”

“Mi sembra di capire che i passeggeri hanno in genere bisogno di presentare una lettera di un terapeuta o un medico professionista, qualcosa che certifichi la necessità di avere un animale da sostegno. Ha una lettera del genere?”

“Ce l’ho? Ma certo che ce l’ho! L’ho già inoltrata alla vostra società!”

London dette un’altra occhiata alla lista passeggeri per assicurarsi che non ci fosse alcuna menzione di un animale da sostegno accanto al nome della Signora Klimowski.

“Forse potrebbe mostrarla anche a me” London disse con un sorriso educato.

“Mostrarla anche a lei! Penso di no! Ne ho abbastanza di avere a che fare con una subalterna come lei. Chiedo di vedere la direttrice di questa crociera.”

“Sono io” London rispose fermamente.

La Signora Klimowski sgranò gli occhi.

“Trovo che sia molto difficile da credere!” la donna replicò.

London realizzò che il suo stesso sorriso stava diventando un po’ rigido, mentre mostrava la targhetta sulla sua uniforme, quella che la identificava come “London Rose, Direttrice.”

“Mi dispiace se non sono proprio la persona che si aspettava” rispose con esagerata cortesia. “Ma prometto di risolvere subito il problema, e di fare del mio meglio per assicurarmi che il resto del suo viaggio proceda in modo felice.”

La Signora Klimowski sembrava profondamente insoddisfatta.

“Me ne vado prima di perdere la calma” disse. “Parlerà con me quando avrà risolto questa questione. Mi troverà nella mia grand suite.”

Si voltò e si allontanò, con il facchino che trascinava le sue valigie dietro di lei. Mentre la donna spariva nel corridoio che portava alle cabine, il cane guardò London e ringhiò di nuovo.

Ancora una volta, si chiese perché il cane sembrasse detestarla in quel modo.

Ma Sir Reginald era probabilmente lì per restare. London non riusciva davvero ad immaginare che qualcuno potesse buttar la Signora Klimowski e Sir Reginald Taft fuori dalla suite Beethoven.

Nel frattempo, la fila di passeggeri in attesa di imbarco era diventata lunga in modo scoraggiante. La maggior parte delle cento o più persone che aveva prenotato il viaggio sembrava essere arrivata proprio in quel momento. Ma Agnes Shick era ancora accanto a London, mostrando un’espressione preoccupata.

“Sicuramente non c’è alcuna ragione per impedire a quel cane adorabile di restare a bordo” disse.

“Spero di no” London ammise.

Walter Shick indicò la lista passeggeri di London.

“La lista dice di dov’è la Signora Klimowski?” chiese.

London non aveva pensato di verificare.

“Lei è di Port Mather, Long Island” London rispose.

“Beh, questo semplifica senz’altro di molto le cose, non è vero?” Agnes disse.

“Deve essere venuta qui in aereo col cane” Walter aggiunse. “Se è così, deve davvero aver portato un certificato, oppure non avrebbero potuto farlo imbarcare. Importa davvero se non riesce a mostrarlo proprio in questo momento?”

London sorrise sollevata alla domanda. Non avrebbe dovuto sfidare la Signora Klimowski dopotutto. Poteva semplicemente chiederle di mostrare il certificato più tardi.

“Benvenuti a bordo” si rivolse a Walter ed Agnes Shick. “E grazie mille per il vostro aiuto.”

“Mi fa piacere se siamo riusciti a sistemare la questione del cane” Walter rispose. “Che peccato avere quella donna a bordo comunque …”

Agnes dette un colpetto alle costole del marito.

“Ma Walter, ti pare carino da dire? Senza la Signora Klimowski, chi si occuperebbe di Sir Reginald?”

London ringraziò la coppia ancora una volta, e salirono sulla passerella.

Il passeggero successivo della fila era un uomo alto e vestito di nero, con folti capelli neri e un’espressione glaciale. London ebbe un brivido, semplicemente guardandolo. Fu facile immaginarlo come un giovane becchino.

“Benvenuto alla prima crociera sullo splendido Danubio della Epoch World Cruise Lines” disse. “Potrei avere il suo nome?”

“Cyrus Bannister” rispose. “Credo che troverà la mia prenotazione nella Suite Schoenberg.”

Poi, con un sorrisetto, aggiunse: “Sono sicuro di essere l’unico che la volesse.”

A London occorse un secondo per capire la battuta. Non aveva mai ascoltato molto Schoenberg, ma non le era piaciuto ciò che aveva ascoltato. Era troppo strano e dissonante per i suoi gusti. Immaginò che molte altre persone fossero dello stesso parere.

Ma, forse, a Cyrus Bannister piacevano le cose strane e dissonanti.

Disse pertanto a London: “Non sono riuscito a fare a meno di notare la sua discussione con quella donna. Temo che sarà, diciamo, una questione delicata. Spero che non le dia troppi problemi.”

“Oh, nessun problema” London si espresse diplomaticamente.

Poi, guardando verso la barca, aggiunse: “Non so cosa pensare del suo cane, comunque.”

“Come mai?”

“Beh, sembra che non gli piaccia. Continua a ringhiarmi contro.”

Le labbra di Cyrus Bannister si curvarono in un ampio e singolare sorriso.

“Si dia caso che io sappia alcune cose sui cani” disse. “E posso dirle con certezza che lui non stava ringhiando contro di lei.” Osservando attentamente London, l’uomo aggiunse: “Stava ringhiando alla padrona. Ogni volta che viene urtato, in quella borsa, ringhia. Non gli piace starci dentro.”

London non seppe cosa rispondere. Terminò la pratica e Cyrus Bannister salì sulla passerella, seguito dalla sua valigia.

Mentre London si preparava ad accogliere il passeggero successivo, pensò alla donna e al suo cane, e al modo in cui il Signor Bannister l’avesse appena descritta come “una questione delicata.”

Mi sembra giusto, London pensò. Sperava che la questione fosse ormai risolta.

Ma, da qualche parte dentro di sé, sentiva che quella non era la fine delle complicazioni relative a Lillis Klimowski e a Sir Reginald Taft.

*

Presto London si sentì decisamente assillata.

Continuava a sorridere e a ripetere continuamente la sua frase d’esordio:

“Benvenuto alla prima crociera sullo splendido Danubio della Epoch World Cruise Lines.”

Ma riusciva a malapena a parlare, prima che il passeggero che stava per imbarcarsi facesse ogni genere di richiesta, lamentela o domanda.

“Il vostro facchino ha fatto confusione con le nostre valigie …”

“Voglio un quotidiano internazionale fuori dalla porta della mia cabina ogni mattina immediatamente prima …”

“Voglio che mi portino il caffè a …”

“Voglio del brandy a …”

“Voglio …”

Le richieste sopraggiunsero in una litania apparentemente infinita. Non era affatto di aiuto che la maggior parte dei cento passeggeri che avevano prenotato quella crociera si fosse presentata all’apertura dell’imbarco. Le cose sarebbero potute andare più facilmente, per London, se si fossero presentati in vari orari nel corso del pomeriggio.

Stava iniziando a sentirsi un po’ frastornata. Che cosa aveva chiesto l’ultimo passeggero? London non era completamente sicura di ciò che aveva appena promesso ad un ragazzo nella sua cabina singola. Cuscini extra, o si trattava di quello che voleva …? Beh, avrebbe controllato le annotazioni più tardi.

Назад Дальше