Evangeline sobbalzò e sollevò i palmi delle mani, pronunciando una sfilza di parole sconclusionate.
Broderick andò a sbattere contro una parete invisibile e cadde a terra. Mentre si contorceva in agonia, la rabbia fu scacciata dai suoi sensi. Vacillò attraverso una nube fioca di consapevolezza, quando le due guardie Vamsyriane lo aiutarono a sedersi di nuovo, prima di ritirarsi negli angoli. Evangeline abbassò le mani e restò in ginocchio sul pavimento di pietra dalla parte opposta. Dopo aver ripreso il controllo, Broderick si schiarì la gola. “Cosa è questa magia, strega?”
Lei aggrottò la fronte. “Non sono una strega, Broderick. Sono un membro della Tzava Ha'or- l'Armata della Luce. Dio ci ha concesso alcune misure di protezione contro...” Serrò le labbra ed abbassò lo sguardo. Un sospiro tremulo le scosse le spalle, poi sollevò il mento, affrontandolo con occhi colmi di lacrime. “Contro il sangue dei dannati.”
Broderick afferrò i braccioli della sedia per alzarsi, ma poi ricordò il suo ultimo incontro con quella protezione divina e ci ripensò. “Come puoi essere viva e trovarti tra quelli che sono considerati i figli speciali di Dio?” L'odio permeava ogni sillaba che riuscì a pronunciare a denti stretti. Lei lo implorò con gli occhi, riuscendo solo a fare fremere ancora di più dalla rabbia e dal dolore il suo corpo. “Perché vivi ancora?”
“Sono scappata,” sussurrò lei tra le lacrime, fissando il passato. “Sono scappata dalla battaglia, correndo per ore nella foresta. Quando sono crollata dalla stanchezza, sono stata assalita dai ladri che...” Chiuse gli occhi e deglutì. “Mi hanno presa con la forza... poi mi hanno data per morta.”
“Eppure sei in ginocchio davanti a me.” Broderick cercò di reprimere la compassione. “Vai avanti.”
“Non so per quanto tempo sono rimasta lì a terra, ma mi sono svegliata e ho barcollato lungo la strada, dove un gruppo di monaci mi ha quasi calpestata con il cavallo e il carro. Mi hanno portata in un convento, dove le sorelle mi hanno curata fino alla guarigione e dove sono diventata un membro dell'Armata della Luce.” Evangeline guardò Broderick con una scintilla di speranza negli occhi vitrei. “Mi hanno insegnato che Dio è un Dio che perdona e ama, Broderick. Per favore, non Gli voltare le spalle scegliendo questa via dell'oscurità. Lui ti può guarire e perdona qualsiasi cosa. Ha perdonato persino me.”
“Io non l'ho fatto!” La rabbia scosse le membra di Broderick e gli diede la forza di contrastare l'agonia che gli dilaniava il corpo. Il tremore spezzò le sue parole. “Pensi che tutte le vite che hai preso con il tuo tradimento possano essere buttate da parte così facilmente? Tu sei la ragione per la quale mi trovo qui, a cercare di rifarmi contro il mio nemico, del quale hai condiviso il letto. Tu rimani tra le braccia protettive di Dio, mentre il mio corpo muore da Schiavo di Sangue.”
“Dio ti può curare, Broderick! Ha liberato quelli che erano Schiavi di Sangue come te. Unisciti all'Armata della Luce e Lui potrò curarti.”
Le due guardie Vamsyriane si affiancarono a Broderick, quando fece un passo verso di lei. Lui cercò di liberarsi dalle loro braccia, dall'angoscia nella sua anima, dall'ingiustizia che continuava ad affliggere la sua vita. “Sei pazza se credi che accetterei qualcosa da te o da un Dio che protegge i traditori. Dovresti essere morta, invece sei seduta davanti a me e mi offri la salvezza. Pensavi che ti avrei perdonata perché puoi farmi questa offerta?”
Evangeline si chinò e scosse la testa. “No,” sussurrò. “Sono anch'io sorpresa che tu sia vivo. In quanto tale, sono ancora tua moglie e tu mantieni il diritto di fare quello che vuoi con me.” Evangeline sollevò di nuovo i palmi, mormorando un'altra sfilza di strane frasi.
Broderick respirò meglio, grazie al notevole cambiamento nell'atmosfera e alla minore pressione sul suo corpo. Anche i Vamsyriani ai suoi fianchi si guardarono intorno con occhi colmi di stupore. Il muro invisibile che lei aveva eretto doveva essere crollato. Broderick cercò di scagliarsi in avanti, ma i Vamsyriani lo trattennero. Non potendo lottare contro di loro, si arrese. “Ho scelto la strada dell'immortalità, perché tu mi credessi morto. Visto che Dio ha perdonato i tuoi peccati, sono sicuro che la Chiesa annullerà la scusa patetica del nostro matrimonio. Adesso Dio è tuo marito e che possiate soffrire entrambi per questo!”
Evangeline cadde a terra in un mare di lacrime, mentre Broderick veniva scortato fuori dalla stanza.
I due Vamsyriani lo lasciarono andare, dopo averlo portato di nuovo davanti al Consiglio e Broderick raccolse tutte la forza che riuscì a trovare per stare in piedi. “Ho scelto di diventare un Vamsyriano,” annunciò con voce roca. Rivolse uno sguardo furioso ad Angus, che mostrò sorprendentemente un sorriso di soddisfazione sulle labbra.
Gli Anziani annuirono e rivolsero gli occhi verso Cordelia. Lei si fece avanti e guardò Angus. Aveva gli occhi colmi di lacrime e incrociò le braccia sull'ampio seno, rivolgendosi al Consiglio. “Annullo le mie pretese su Broderick MacDougal.”
L'anziano Rasheed spalancò gli occhi, contemporaneamente ai suoi pari. “Stai affermando che non desideri trasformare Broderick MacDougal, cioè la ragione per la quale siamo stati convocati?”
Cordelia fece un passo indietro e deglutì. “Sì,” rispose con voce tremante.
L'Anziano Rasheed si alzò e Cordelia ebbe abbastanza buonsenso da indietreggiare. “Stai mettendo alla prova la mia pazienza, donna! Potrei ancora scorticarti!”
“Anziano Rasheed, se posso...” Angus si fece avanti, disincrociando le braccia.
Rasheed sospirò rassegnato. “Sì, Angus Campbell,” disse con un gesto sprezzante. “Come hai richiesto inizialmente quando ti sei presentato davanti a questo Consiglio, questa povera creatura è tua e puoi farne quello che vuoi. Poni fine alla sua sofferenza.” Rasheed si sedette e si prese la testa tra le mani.
“No, Anziano Rasheed.” Angus guardò Broderick. “Quello che propongo è effettuare la trasformazione io stesso.”
Gli occhi spalancati di Broderick non furono gli unici a fissare l'attenzione su Angus Campbell. “Perché faresti una cosa del genere? Finalmente hai l'opportunità di eliminarmi dalla tua esistenza. Coglila e fai come ha detto l'Anziano Rasheed... poni fine alle mie sofferenze.” Broderick fu scosso da un'ondata di dolore.
“Anche se mi piace vederti soffrire,” lo schernì Angus, “non c'è alcuna soddisfazione nell'ucciderti mentre sei così indebolito. La mia anima non avrebbe mai pace.” Angus si avvicinò a Broderick, rivolgendo uno sguardo compiaciuto al suo corpo piegato e profanato. “Devi essere disposto a fare la trasformazione, Rick, o non potrò effettuarla. Cosa scegli?”
Broderick osservò tutti gli altri, mentre lo sguardo di Cordelia era fisso su di lui. Ogni persona sembrava trattenere il fiato, nell'attesa che lui pronunciasse la parola.
“Vivi per combattere un altro giorno,” lo provocò Angus. “Sii un valido rivale.”
Broderick fissò furioso gli occhi beffardi del suo nemico. Un lungo istante di silenzio scese su di loro, colmo di contrasti. Gli spiriti dei suoi fratelli, delle loro mogli e dei loro bambini chiedevano vendetta dalle regioni più recondite della sua anima. “Fallo, allora,” ringhiò Broderick. “Ma rimpiangerai la tua decisione.”
Angus ridacchiò e aspettò l'approvazione di Rasheed, che continuava a fissare quella scena assurda. Ad un semplice cenno dell'Anziano, si avventò su Broderick, gli tirò indietro la testa con un violento strattone ai capelli ed affondò le zanne nel suo collo tenero. Broderick urlò e graffiò, mentre Angus gli squarciava la gola. Comunque, il dolore che gli attraversava il corpo e gli bruciava il collo svanì ben presto nell'euforia del nutrimento, proprio come era accaduto con Cordelia, e Broderick si accasciò tra le braccia di Angus. Il contatto con Angus si allungò in una nebbia profonda. Di solito Cordelia gli sondava la mente quando beveva da lui, ma non provò niente di simile con Angus. Broderick scivolò più a fondo verso la morte, mentre la sua vita fluiva via. Dopotutto, Angus avrebbe potuto prosciugarlo della vita e ucciderlo.
Finalmente, Angus interruppe il contatto e posò Broderick sul pavimento. Rasheed si alzò e gli porse un pugnale con il manico nero. Dopo essersi tagliato il polso, Angus nutrì Broderick dalla ferita aperta. Tuttavia, Broderick non riusciva ad aprire la bocca e ad accettare il sangue del Vamsyriano che gli colava sul mento. Sarebbe stato meglio poter semplicemente rifiutare e morire.
“Sei tu che hai fatto questa scelta, Rick!” Angus abbaiò e si tagliò nuovamente il polso che stava guarendo rapidamente. “Apri la bocca!”
Prima che Broderick potesse rallegrarsi per aver finalmente trionfato e sconfitto Angus, l'odore del sangue assalì i suoi sensi e lui aprì la bocca per ricevere l'immortalità. Bevve a fondo e boccheggiò, quando Angus tirò via il polso per tagliarlo di nuovo.
“Sì, Rick” lo tranquillizzò Angus, quando Broderick chiuse la bocca intorno al taglio, ingoiando sorsate di quel liquido che donava la vita.
La forza pervase di nuovo il suo corpo, una sensazione lenitiva si diffuse nelle sue vene mentre il sangue si faceva strada nelle membra. Gli pizzicava la gola. Angus tirò via la mano di scatto. Anche se Broderick non riusciva ancora a piegare il corpo ai propri desideri, rimase lì sdraiato, meravigliandosi dei suoi sensi diventati di nuovo acuti. Il respirare delle guardie Vamsyriane dall'altra parte della stanza fluttuò fino alle sue orecchie; l'aroma delicato della verbena di Cordelia gli toccò il naso, come quando si cibava di lei; le venature nel tavolo di marmo nero sembravano brillare e quelle fratture sottili come un capello divennero visibili per la sua nuova vista.
Angus si voltò verso Rasheed, pulendosi la bocca con un fazzoletto. “Perché non sono riuscito a leggergli nella mente? Perché non ho potuto ritrovare tutti i suoi ricordi?”
Cordelia sogghignò e strinse i pugni lungo i fianchi, con gli occhi illuminati dalla gioia. “Perché il mio sangue governava il suo corpo. Non puoi cogliere quei ricordi da un altro Vamsyriano, Angus. Volevi avere un vantaggio tale su Broderick da riuscire a sapere tutto di lui, ma non hai potuto, perché lui era il mio Schiavo di Sangue.” Sembrava eccitata da una rivelazione particolare. Broderick sobbalzava e si contorceva a terra, mentre i due enormi Vamsyriani interrompevano di colpo il momento di esultanza di Cordelia. Le si affiancarono, la afferrarono per le braccia e la portarono fuori dalla stanza. “Mio signore,” protestò e cercò di liberarsi dalle loro mani che le stringevano i polsi. “Per favore, mio signore!”
Le proteste di Cordelia svanirono dietro la porta chiusa, lasciando la stanza in un silenzio pesante, mentre Broderick rifletteva sul coinvolgimento di Cordelia in quella messinscena. Lei sapeva che Angus avrebbe effettuato la trasformazione, anche se forse non ne conosceva i risultati. Perché quell'informazione le aveva provocato una tale euforia?
Rasheed fissò con gli occhi socchiusi Broderick, sdraiato sul pavimento di pietra. Dopo un lungo istante, gli Anziani uscirono in fila dalla stanza, attraverso la stessa porta dietro alla quale era scomparsa Cordelia, e nessuno di loro pronunciò una parola. Angus era chino sul corpo di Broderick scosso dalla febbre a causa del sangue Vamsyriano. che stava eliminando gli ultimi resti della sua umanità. L'odore del suo nemico- un ben distinto odore speziato e muschiato- aleggiò intorno a Broderick, che impresse quell'aroma nella memoria.
“Ora saremo fratelli per tutta l'eternità, legati per sempre dal sangue.” Angus si inginocchiò davanti a Broderick e sussurrò, “Ti concederò questo tempo, Rick, per capire cosa sei diventato. Usa il tempo saggiamente. Quando sarà finito, inizierò a darti la caccia.” Annuì, alzandosi, poi si voltò verso l'uscita.
“No, se ti troverò io per primo.” Broderick sogghignò, continuando a tremare, e fulminò con lo sguardo Angus, che uscì a passo di marcia dalla Sala Grande.
Stewart Glen, Scozia—Tardo autunno 1505—Diciannove anni dopo
Gli occhi di Davina Stewart danzavano di gioia intorno alle tende colorate e ai carrozzoni dell'accampamento degli zingari. Così tanti profumi esotici le pervasero i sensi che ebbe per un attimo l'acquolina in bocca e l'attimo dopo trasse un sospiro di piacere. Tra le torce tremolanti e i falò, gli acrobati facevano capitomboli, i giocolieri lanciavano per aria bastoni infuocati e i mercanti mostravano ai passanti le merci provenienti da tutto il mondo. Parlan, il padre di Davina, e suo fratello Kehr, si scusarono e si incamminarono lentamente verso la carne di cavallo che gli zingari mettevano in vendita.
“Davina.” Sua madre Lilias posò la mano sul braccio di Davina, poi indicò una tenda in lontananza. “Io e Myrna andiamo in quella tenda. Voglio prendere un regalo per tuo padre, prima che lui e tuo fratello siano di ritorno. Resta vicina a Rosselyn e non allontanarti.”
“Sì, mamma.” Davina strinse la mascella per trattenere l'eccitazione, mentre guardava sua madre e Myrna prendersi sottobraccio e allontanarsi.
Rosselyn era rimasta a bocca aperta.
Davina si schiarì la gola. “Se vuoi restare qui a fissare le nostre madri, allora lo farai da sola. Per quanto mi riguarda, non sprecherò questa rara opportunità di godermi la mia libertà.” Davina si voltò e scappò nella direzione opposta, per mettere una certa distanza tra se stessa e sua madre.
Rosselyn si affrettò a raggiungerla e prese Davina sottobraccio. “In qualità di tua ancella e guardiana fidata, devo ricordarti che lei ti ha detto di non allontanarti?”
“Riesci a credere che ci abbia permesso di esplorare?” Un senso di leggerezza stava crescendo dentro Davina e le sue risate sgorgarono attraverso le sue mani, quando si coprì la bocca.
“Non hai già esplorato abbastanza, quando sei andata in visita a Corte con tuo fratello?” Rosselyn nascose un ricciolo castano ribelle sotto la cuffia.
“Bah!” Davina sbuffò, imitando l'esclamazione preferita di suo fratello. “Ho scoperto che la Corte è un posto orribile. Le donne si fingono amiche ma si calunniano a vicenda, e non fanno altro che parlare dello svolazzare delle gonne e degli incontri segreti con qualche bel ragazzo in giardino.” Il calore pervase le guance di Davina per quelle affermazioni audaci.
Rosselyn ridacchiò. “Davina Steward, stai arrossendo! E fai bene! Tua madre ti prenderebbe a frustate, se ti sentisse dire queste cose.”
“A Corte, la mamma mi tiene vicina a lei, quindi no, non posso esplorare molto neppure lì. Mi godrò la mia libertà questa sera!” Davina scoppiò a ridere, ma la sua gioia svanì, quando si rese conto di come dovevano suonare quelle parole. “Oh, non fraintendermi. Adoro la mamma, ma...”
“E' vero, non ti lascia mai allontanare dalla sua portata, figurati dalla sua vista.” Rosselyn aveva due anni più di Davina, che aveva tredici anni, ed era cresciuta nella loro famiglia. Naturalmente, era diventata l'ancella di Davina, visto che sua madre Myrna era l'ancella di Lilias. Anche se Rosselyn svolgeva molto bene quel compito, Davina amava l'altra ragazza più come una sorella.
Prendendo in prestito l'idea di sua madre, Davina trascinò Rosselyn con sé, per esaminare le merci nelle tende e cercare dei regali da acquistare per la sua famiglia. Un pugnale da stivali particolarmente bello attirò la sua attenzione. Il gitano estrasse la piccola lama dal fodero. “Una splendida lama per una donna bella come voi,” la incalzò.
“Oh, non è per me, ma per mio fratello,” replicò Davina.
“Ah, un'arma molto bella, da infilare nello stivale! Avete visto le incisioni d'argento lungo la lama?”