Le avventure dei Principi Amir & Akhmed. Il Diaspro rosso e la strega Luthien - Borzellino Roberto 3 стр.


Sulla nave tutti, istintivamente, rivolsero lo sguardo verso il centro dellisola, in direzione della cima della montagna. Qualcuno, a bassa voce, iniziò a sussurrare: Questa è opera della malefica strega Luthien spero che qualche coraggioso prima o poi riuscirà ad ucciderla.

Latmosfera tra lequipaggio cambiò rapidamente ed uno strano silenzio scese sullintera nave.

Capitolo quarto

FESTA A PALAZZO REALE

Come un fulmine a ciel sereno era giunta, a Palazzo reale, la notizia del naufragio dei due principini: Amir e Akhmed.

Il re Mohammed e la regina Adeela non persero tempo e, scortati dalla guardia reale, si diressero immediatamente al porto di Astagatt. Qui incontrarono lammiraglio Uluç Alì Pascià che, con calma, li rassicurò. I loro figli erano sani e salvi a bordo della nave Neptune e, prestissimo, li avrebbero riabbracciati.

Quando il vascello attraccò nel porto una grande folla di curiosi si era già radunata per assistere allo sbarco dei due principini. Lemozione di tutti i presenti era palpabile nellaria e la regina, in particolare, aveva gli occhi ricolmi di lacrime.

Daremo una grande festa di ringraziamento!, esclamò perentorio re Mohammed.

Sarà una festa così grande e magnifica che resterà nella storia di Astagatt. Tanto sfarzosa che se ne parlerà per secoli e secoli. Inoltre tutti coloro che hanno partecipato al salvataggio dei nostri amati figli riceveranno promozioni e premi in denaro.

Abdul-Lateef, il capitano di vascello, si affrettò a sbarcare insieme con i due principini. Il re e la regina, incuranti di tutto e di tutti, corsero ad abbracciare i loro figli, ancora visibilmente emozionati per la terribile avventura.

Adeela prese teneramente ad accarezzare il piccolo Akhmed mentre il re fece altrettanto con Amir, suo figlio prediletto.

Palazzo Reale i due fratelli ricevettero tutte le cure e lamore possibile e per giorni non si parlò più di quel terribile incidente. Dopo una settimana di febbrili preparativi, giunse il giorno tanto atteso.

Nel grande salone delle feste aveva trovato posto lorchestra giunta appositamente dal Teatro dellOpera della città.

I musicisti, diretti dal giovane talento di origine bielorussa Vladimir Ovodoc, erano seduti su di un piccolo palco creato per loccasione. Durante tutta la sera avrebbero allietato gli ospiti suonando vecchi brani dellopera lirica italiana, alternati a musiche più moderne.


Vladimir Ovodoc (direttore dorchestra dellisola di Astagatt)


Come voleva la tradizione, in fondo alla sala si ergeva, maestoso, il trono dei sovrani che, seduti nei loro impeccabili vestiti da cerimonia, osservavano la loro variopinta e simpatica corte sollazzarsi con il cibo e i balli.

Anche i principi, Amir e Akhmed, si erano vestiti di tutto punto e, seduti uno accanto allaltro come dei veri fratelli, assistevano divertiti agli improbabili passi di danza dellammiraglio Uluç Alì Pascià, tanto temuto e rispettato come comandante quanto poco apprezzato e deriso come ballerino.

Il poveretto, ormai giunto sulla soglia della pensione, in procinto di lasciare il suo prestigioso incarico di Ammiraglio della Flotta Reale, non desiderava altro che prendersi il meritato riposo.

Ma era stato trascinato nelle danze dalla sua giovane ed esuberante terza moglie, Suha, una bella e focosa ragazza dai capelli rossi.

Fin da piccola aveva attirato le attenzioni di tutti i ragazzi dellisola e, crescendo, catturò anche linteresse del vecchio ammiraglio. Uluç Alì Pascià, nonostante levidente differenza di età, volle conoscerla e se ne innamorò allistante.

Fu il classico colpo di fulmine, tanto che le chiese subito di sposarla.

Comera solito fare negli affari militari, anche in quella occasione non volle perdere tempo e, per evitare un lungo e pericoloso corteggiamento, si recò immediatamente a casa dei genitori di Suha per ufficializzare il fidanzamento.

La ragazza apparteneva ad una rispettata ma modesta famiglia di agricoltori e, per loro, imparentarsi con il potente e ricchissimo ammiraglio, significava entrare a far parte dellélite dellisola e migliorare notevolmente il loro ceto sociale.

Suha, che inizialmente era contrarissima alle nozze, presto cambiò idea, quando lAmmiraglio le fece consegnare una grande cassa ricolma doro e gioielli, dal valore inestimabile.

Il loro matrimonio fu celebrato con tutti gli onori e anche i sovrani parteciparono a quellevento mondano. Comera prevedibile, alla bella Saha occorsero solo pochi mesi per rendersi conto che il suo era un matrimonio infelice.

Era diventata ricca e rispettata e faceva parte del ristretto gotha dellisola di Astagatt, ma viveva pur sempre come una reclusa nellalloggio di servizio dellammiraglio, suo marito, sulla nave Glorius. Quello non era esattamente il posto ideale dove vivere una storia damore e, spesso, quandera da sola, pensando di aver buttato via la giovinezza, immergeva nel cuscino il suo splendido viso e si lasciava andare in un pianto a dirotto.

La festa di ringraziamento a palazzo reale era loccasione giusta per dare sfogo alla sua esuberanza e dimenticare tutte le frustrazioni per quella vita grigia e noiosa. La bella Suha non perse tempo e iniziò subito a scatenarsi con i balli, ma il marito era incapace di tenere il suo passo e di seguirla al ritmo frenetico di quella musica. La moglie, probabilmente per vendicarsi, lo faceva piroettare per tutta la sala e allammiraglio, più e più volte, capitò di inciampare nel lungo vestito della consorte.

Le sue buffe movenze suscitarono lilarità di tutta la corte reale, compresi il re e la regina, e non solo quella dei principi Amir e Akhmed.

Scoccata la mezzanotte la musica cessò repentinamente e i due sovrani, Mohammed e Adeela, si diressero, con passi lenti e mano nella mano, sullampia terrazza antistante la sala del ricevimento. Fuori si potevano ammirare gli originali addobbi, fatti con moltissimi fiori multicolori, che emanavano dolci e delicate fragranze.

Poi fu dato il segnale convenuto e dal mare prese vita uno spettacolo di fuochi dartificio come da tempo non si vedevano sullisola. Gli ospiti restarono con il naso allinsù per tutto il tempo e qualcuno, di tanto in tanto, con la mano, ne disegnava le forme geometriche seguendone le prevedibili traiettorie.

Tutto il cielo notturno fu illuminato a giorno ed anche il popolo di Astagatt volle partecipare alleccezionale evento riversandosi nella piazza centrale della città e dando vita ai tradizionali balli popolari, accompagnati da grandi bevute.

Concluso lo spettacolo dei fuochi artificiali i sovrani e la corte fecero ritorno nella grande sala da ballo. Re Mohammed, giunto al centro dellenorme stanza, si fermò liberando la sua mano da quella della sua regina, che tornò a sedersi al suo posto.

Poi, con gesto regale appena accennato, chiamò a sé lammiraglio Uluç Alì Pascià, che gli si avvicinò in tutta fretta per porsi alla sua destra.


La moglie Suha e lAmmriraglio Uluç Alì Pascià


Sembrava che tutto fosse stato studiato fin nei minimi particolari. Giunse, quindi, il Gran Ciambellano di corte che, tra i suoi vari compiti, poteva annoverare anche quello di amministratore del tesoro del Regno di Astagatt.

Con sé, stretto tra le mani, portava uno scrigno doro tempestato di diamanti e rubini.

Nella sala scese il più assoluto silenzio anche perché nessuno tra gli ospiti era a conoscenza di quello che sarebbe accaduto da lì a pochi minuti.

Il Gran Ciambellano, lentamente e con estrema cura, aprì lo scrigno doro dal quale prelevò unelegante pergamena, vergata di proprio pugno dal sovrano Mohammed in persona. Poi lesse il documento ad alta voce, ma con la grazia e il contegno che erano propri del suo ruolo istituzionale.

Che il comandante capitano di vascello Abdul-Lateef Kafer si avvicini al centro della sala, queste furono le sue prime parole alle quali seguì un breve brusio tra gli ospiti.

Il capitano, impassibile e senza mostrare alcuna emozione, si avvicinò al Gran Ciambellano che continuò nella lettura del testo.

Per ordine delleccellentissimo sovrano Mohammed Sultan Pascià viene qui ordinato che il capitano di vascello Abdul-Lateef Kafer con effetto immediato sia promosso al grado di vice Ammiraglio della Flotta Reale e con tale rango si trasferisca immediatamente a bordo della nave Glorius per assumerne il comando.

Nelludire quelle parole anche limpettito Abdul-Lateef rimase esterrefatto e, con la coda dellocchio, cercò tra gli ospiti lo sguardo della moglie Raya per trovare conforto e sostegno.

Ora anche il suo volto stava iniziando a cambiare espressione e potevano notarsi, chiaramente, i segni di una imminente e forte emozione.

Il suo impeccabile contegno di ufficiale di marina cominciava a vacillare sotto gli effetti dirompenti di quelle parole inaspettate.

Il Gran Ciambellano richiuse la pergamena nello scrigno doro e lo consegnò nelle mani del Sovrano. Poi si diresse verso il trono e si fermò a lato della regina Adeela che, nel frattempo, in compagnia dei suoi amati figli, stava assistendo allemozionante scena della premiazione.

Il re Mohammed, con un gesto della mano, invitò Abdul-Lateef Kafer ad avvicinarsi per consegnargli il prezioso scrigno doro. Anche lammiraglio Uluç Alì Pascià, dopo aver fatto il consueto saluto militare, gli strinse la mano energicamente in segno di rispetto.

Ma la cerimonia non era ancora conclusa.

Lammiraglio si tolse dal collo il simbolo del suo comando per metterlo intorno a quello del nuovo comandante. Questo era un prezioso e massiccio collier doro al centro del quale pendeva un elegante medaglione. Su di un lato vi era impressa leffige del re Muhammed mentre, sullaltro, erano state incise le seguenti parole: SAPERE AUDE, unantica iscrizione latina che significava abbi il coraggio di conoscere.

Solo a quel punto la speciale ed inaspettata premiazione poté dirsi conclusa. La musica tornò ad allietare la serata e tutti i dignitari di corte vollero congratularsi, personalmente, con il nuovo vice comandante della marina.

Ma le sorprese non erano ancora finite.

Il re Mohammed si alzò dal trono e, con tono solenne, pronunciò le seguenti parole: Io e la regina Adeela vogliamo ringraziare personalmente tutti i presenti per la bellissima serata organizzata festeggiare la salvezza dei due principi Amir e Akhmed. Per loccasione desidero comunicarvi che tra due giorni la Flotta Reale con i sovrani e lintera corte partirà in direzione dellIsola di Cora.

I venti dellest sono propizi e la tempesta è ormai cessata.

Su consiglio dellammiraglio Uluç Alì Pascià riteniamo indispensabile sfruttare questi pochi giorni destate che ci restano prima che la Barriera del muro dacqua ritorni ad essere un elemento insuperabile per ogni imbarcazione.

Naturalmente faremo visita al Sultano di Cora per intensificare e sottoscrivere nuovi accordi sia commerciali che familiari. Con noi porteremo solo il principe Akhmed e ci imbarcheremo come tradizione vuole sulla nave ammiraglia Glorius, comandata questa volta dal vice ammiraglio Abdul-Lateef Kafer.

Pronunciata lultima frase un intenso brusio sembrò impossessarsi della sala.

Ma il re Mohammed, con la mano alzata, fece cenno a presenti di non aver terminato e, quando tutti si furono nuovamente acquietati, con rinnovato vigore, riprese il suo discorso.

Ad Astagatt resteranno il principe Amir e lammiraglio Uluç Alì Pascià questultimo in qualità di protettore e governatore dellIsola durante la mia assenza. Dopo gli ultimi terribili eventi credo che sia la decisione più saggia.

Nel caso dovesse succederci qualcosa che ci impedisca in un modo o nellaltro di fare ritorno ad Astagatt saremmo comunque felici di sapere che nostro figlio Amir lerede al trono è sano e salvo ed in buone mani. Pertanto ordino seduta stante che si organizzino i preparativi per la partenza e che tutte le navi commerciali al nostro seguito vengano immediatamente caricate con la nostra preziosa Vergara, la spezia della felicità.

Capitolo quinto

PARTENZA PER LISOLA DI CORA

Il giorno della partenza della flotta reale il cielo era limpido e terso come non si era mai visto ed il vento dellest spirava nella direzione e con la forza giusta. Tutti gli abitanti accorsero al porto perché avevano un parente o un amico imbarcato sulle navi da salutare, e nessuno voleva perdersi quel magnifico spettacolo.

Sullalbero maestro della Glorius venne issato il segnale di formazione e la flotta reale procedette, con cautela, verso luscita dal porto.

Quando tutte le navi furono in formazione venne dato il segnale convenuto: tre colpi di cannone.

Alla maestosa scena assistette anche lammiraglio Uluç Alì Pascià che, per la prima volta nella sua carriera di marinaio, era costretto a trascorrere a terra e non sulla sua nave, i giorni della traversata annuale. La tristezza dellammiraglio fu compensata dalla irrefrenabile felicità della giovane moglie Saha, eccitata al pensiero di trasferirsi, finalmente, nella nuova e splendida residenza che il re Mohammed e la regina avevano voluto donare alla coppia. Questa era unantica villa, rimodernata a nuovo, ubicata in una posizione privilegiata sullisola e dotata di ogni confort. Come ulteriore segno di rispetto, il personale di servizio era stato appositamente selezionato dalla regina Adeela.

Era un regalo magnifico e assolutamente meritato per lammiraglio, un ringraziamento per tutti gli anni di onorato servizio trascorsi nella marina reale.

Così come per lammiraglio, anche i sentimenti del principe ereditario Amir erano contrastanti. Da un lato si rallegrava del fatto di essere rimasto da solo a palazzo reale con la possibilità di girare, praticamente indisturbato, per ogni sala o giardino della tenuta, senza il rischio di essere scoperto e subire i pesanti rimproveri della severa madre Adeela. Ma si sentiva comunque triste perché, in fondo, percepiva già la mancanza del caro fratello Akhmed.

Per prima cosa volle tuffarsi nella lettura dei suoi amati e preziosi libri di storia e, per sentirsi più vicino ad Akhmed, chiese al responsabile delle cucine reali di preparargli, per pranzo, le famose ciambelle di Astagatt, di cui il fratello era ghiotto. Le fece servire sulla grande terrazza antistante il salone da ballo così da poter godere della splendida vista sulloceano e provare a scovare, sul lontano orizzonte, la sagoma di qualche nave.

Ma la flotta reale aveva già attraversato la pericolosa Barriera dacqua e, ormai, non era più visibile ad occhio nudo.

Allora desiderata le ciambelle furono pronte e portate al principe. Quel piatto emanava un intenso profumo di miele e di Vergara, la famosa pianta della felicità che cresceva rigogliosa solamente su Astagatt. La rara pianta aveva fatto la fortuna dellisola e, grazie alla sua particolare coltivazione, tutti gli abitanti potevano dirsi esperti produttori e agricoltori.

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