«Non sono dellumore adatto per festeggiare e, comunque, non ho fame. Se sei venuta fin qui per sedurmi allora puoi girare i tacchi e tornare da dove sei venuta», replicò contrariato Aleksej.
«Ehi ma che modi. In Accademia non ti hanno insegnato ad essere gentile con laltro sesso? Volevo solo esserti amica ma adesso mi accorgo di aver sbagliato. Comunque, che ti piaccia o no, nei prossimi mesi dovremo condividere molte cose insieme, compreso lo stesso letto. Dovrai farci labitudine. Ho poco tempo per farti diventare il perfetto sostituto di Luca, tuo fratello. Dovrai essere credibile se non vorrai farti scoprire immediatamente».
Lo guardò con disprezzo e si avviò verso luscita. Afferrò la maniglia della porta con vigore ma prima di aprirla si voltò e con laria di chi è stata offesa a morte disse: «Luca si è sempre comportato come un vero gentleman. Ma a letto era un insaziabile amante».
Aleksej capì di avere esagerato. Era appena arrivato e non voleva farsi troppi nemici nellSVR. Se era in cerca di un alleato quello poteva essere solo Irina, almeno per il momento. Le si avvicinò e la prese delicatamente per un braccio, cercando di fermarla.
«Aspetta Irina non andare. Non volevo essere scortese. Ma è stato un giorno molto difficile per me. In queste ultime ore sono successe così tante cose che mi sento ancora frastornato. Cerca di perdonare i miei modi da villano».
Irina richiuse la porta dietro di sé e tornò indietro sui propri passi. «Finalmente vedo che cominci a capire. Qui sei tra amici, mentre tu vedi solo nemici e complotti. Tutti noi siamo qui per servire la nostra Patria».
Non ebbe il tempo di finire la frase che Aleksej la interruppe.
«Per chi mi hai preso, per lo scemo del villaggio? Fammi un favore: non imitare Petrov che prima parla di alti ideali e poi minaccia di morte me e la mia famiglia. Irina, non fraintendermi. Tu sei una ragazza molto bella ma non sei certamente il tipo di donna da sposare. Voglio essere tuo amico, ma solo ad una condizione: che siamo sinceri luno con laltro. Per cominciare potresti dirmi, per esempio, dove si trova mio fratello Luca».
Irina lo guardò perplesso ma pensò di aver fatto finalmente breccia nel cuore del Maggiore.
Con fare conciliante si avvicinò ad Aleksej e quando furono viso a viso gli disse sottovoce: «Ma non sai pensare ad altro che a fare domande? Perché non ci rilassiamo insieme e beviamo questo splendido vino italiano. Lho portato direttamente dallItalia e conservato per aprirlo in unoccasione speciale. Questo mi sembra il momento adatto per fare la nostra conoscenza in maniera diciamo più approfondita».
Allungò la mano verso il tavolo e dal cestello prese la bottiglia di spumante. Sul pavimento caddero copiose goccioline dacqua: era il ghiaccio che cominciava a sciogliersi mentre la temperatura nella stanza diventava sempre più bollente.
Aleksej pensò che avrebbe fatto meglio ad assecondarla. Quello era lunico modo per riuscire ad ottenere qualche informazione interessante. Brancolava ancora nel buio e non conosceva quasi nulla della missione che, di lì a poco, gli avrebbero affidato. Fino a quel momento Petrov gli aveva parlato solo di Roma e Bruxelles, per di più superficialmente. Lunica cosa certa era che doveva prendere il posto di suo fratello Luca. Nulla di più. Da Irina poteva ottenere altri particolari. In fondo, andarci a letto, non sarebbe stato un così grande sacrificio.
Irina e Aleksej, quella stessa notte, fecero allamore più volte, sempre con passione e con trasporto, e alla fine si addormentarono sfiniti, uno nelle braccia dellaltro.
10
Un suono sinistro e ripetitivo svegliò Aleksej di soprassalto. Con la mano sinistra, istintivamente, andò verso il comodino e con un colpo netto scaraventò quellaggeggio sul pavimento, lontano, in fondo alla stanza. Ma il rumore non cessò del tutto e fu costretto ad alzarsi dal letto. Fuori era ancora buio ma la timida luce dellalba faceva già capolino dalla finestra. Era completamente nudo e con la testa che gli girava. Si ricordò della sera prima, del vino e di Irina. Poi ebbe un sussulto. Qualcuno, nascosto nellombra, sedeva sulla poltrona vicino alla porta dingresso.
«Chi cè lì? Chi sei?», urlò Aleksej con tono minaccioso. Lombra si alzò lentamente e con un colpo di karate, usando le suola delle scarpe, colpì la sveglia che stava continuando, imperterrita, a lanciare il suo sinistro sibilo di allerta. Laggeggio andò in mille pezzi. Fu in quel momento che intravide nel buio la figura di una donna. Era Irina e questo lo tranquillizzò allistante.
«Sei proprio un gran bel pezzo di marmo» esclamò la donna sorridendo, «sono già dieci minuti che ti osservo e non posso fare a meno di pensare alla somiglianza incredibile tra te e Luca. Non hai la macchiolina rossa allinguine e questo mi conforta nel caso fossi costretta ad identificarvi. Ma non preoccuparti, ho un altro sistema infallibile: fate lamore in modo diverso simile ma diverso. Luca è molto più romantico e passionale, mentre con te è più diciamo fare palestra sport. Avresti tanto da imparare da tuo fratello», concluse sghignazzando.
«Sarebbe bello se mi aiutassi ad incontrare Luca» replicò Aleksej mentre con la mano cercava al buio, nel letto, i suoi boxer.
«Accendi la luce per favore, così posso rivestirmi?».
«Non è necessario» replicò Irina, «prendi! queste sono le scarpe da ginnastica e una tuta. Da adesso inizia il tuo addestramento e dopo avrai tutto il tempo per farti una doccia e godere di una ricca colazione, oltre che della mia presenza, naturalmente».
«Irina, se mi aiuterai ad incontrare Luca ti prometto che, quando saremo a Roma, mangeremo insieme quel gelato a Trinità dei Monti, come una vera coppia», quindi la prese tra le braccia e la baciò con passione.
Irina si divincolò infastidita.
«Non mettermi fretta Alex!! Potresti ottenere leffetto contrario. Adesso stammi vicino e facciamo una bella corsetta mattutina nel parco, così potrai schiarirti meglio le idee».
Aleksej si vestì rapidamente.
Loccasione gli sembrò propizia per fare un giro di ricognizione intorno al castello, per capire se vi erano punti deboli nella sicurezza e magari individuare il piano e la stanza dovera sicuro che tenessero prigioniero Luca.
Quando lauto aveva oltrepassato il cancello allingresso aveva avvertito una strana sensazione, una forte emozione. Laveva già sentita molte in passato ma non era mai riuscito a spiegarne lorigine. Da quando aveva saputo di avere un fratello e per giunta gemello, tutto gli sembrava più chiaro, coerente. Avvertiva delle piccole scosse intorno al corpo e un leggero formicolio alle mani. Erano i tipici segnali che anticipavano, ogni volta, quella strana sensazione di essere in un altro posto.
Vedeva luoghi sconosciuti dove non era mai stato prima e nella sua testa risuonava la sua voce ma con uninflessione leggermente diversa, come se non fosse stata esattamente la sua. Nel castello quella sensazione si era amplificata. Percepiva Luca, sentiva che non erano distanti ma, negli ultimi tempi, aveva cominciato stranamente ad immaginare il mare.
Proprio di recente gli era sembrato di essere stato sulla spiaggia a prendere il sole, in compagnia di una donna di cui non riusciva a vedere il volto. Ma il fatto che al «Covo» mancasse tutto questo lo aveva fatto dubitare. Adesso si sentiva confuso, eppure quelle visioni erano sempre più frequenti, intense, quasi reali, come se qualcuno stesse comunicando con lui telepaticamente.
Avevano da poco iniziato a correre intorno al parco che Irina lo sfidò ad arrivare per primo dallaltra parte del castello. Aleksej era un atleta e sapeva che non avrebbe avuto difficoltà a batterla, ma in quel frangente decise di lasciarla vincere di proposito. Sapeva troppo bene che Irina amava vincere le sue sfide e magari questo lavrebbe ammorbidirla un po.
Quando furono dallaltra parte del parco Irina gridò soddisfatta: «Prima, prima sono arrivata prima sei una vera schiappa Alex».
Erano entrambi sudati, stanchi e con il fiato corto, piegati in due per la fatica e con le mani sulle ginocchia. Poi si guardarono lun laltro con un misto di tenerezza e di soddisfazione. Aleksej le si avvicinò, la strinse a sé e guardandola negli occhi le disse.» Se non vuoi dirmi dove si trova Luca, posso capirlo. Sei vincolata al segreto. Sono un militare e apprezzo queste cose. Ma vorrei chiederti un favore personale e questa volta spero che tu non mi dirai di no».
«Quale favore personale?», chiese Irina, mostrandosi preoccupata per quella strana richiesta.
«Vorrei che tu contattassi per me il Generale Andrej Vladimirovic Halikov, mio nonno, e gli chiedessi di venire al Covo. Devo vederlo e parlargli urgentemente. Ho bisogno dei suoi consigli. Puoi fare questo per me?».
Irina fece un passo indietro liberandosi dalla stretta morsa di Aleksej. «Credo di poterlo fare, ma dovrò chiedere lautorizzazione al Direttore Petrov. Da qui non entra e non esce nessuno senza il suo permesso. Siamo unagenzia segreta e non un albergo a cinque stelle».
Aleksej e Irina si misero a ridere allunisono.
Grazie collega grazie per il tuo aiuto non lo dimenticherò sibilò Aleksej. Poi con lo sguardo quasi supplicante aggiunse: Se abbiamo finito con le corse mattutine gradirei fare una bella doccia e magari prendere un buon caffè espresso.
Irina annuì con la testa e si avviarono insieme verso la grande scalinata, mano nella mano dove trovarono ad attenderli lagente Skubak.
«Maggiore Irina dormito bene questa notte? Aleksej, alle 7.00 sei atteso nella sala 5 per la tua prima lezione di teoria. Sbrigatevi, avete poco tempo. Irina accompagnalo nella sua suite», soggiunse con voce beffarda.
Rientrarono insieme in camera e fecero una doccia veloce, scambiandosi solo rapide effusioni; questa volta non avevano tempo per fare allamore, ma dovevano sbrigarsi se volevano arrivare puntuali. Ebbero comunque il tempo di fare una fugace colazione alla mensa, quindi Irina lo guidò attraverso un lungo corridoio al piano terra. Qui Aleksej si fermò incuriosito, ammirando le numerose fotografie che erano appese su entrambe le pareti di legno. Tutte raffiguravano primi piani di volti.
«Agenti segreti russi deceduti in sevizio?», provò ad azzardare Aleksej.
«Non tutti sono morti e non tutti sono russi», replicò sarcastica Irina. «In quella zona del muro ci sono solo i migliori. Qualcuno è riuscito anche a godersi la pensione ma tutti sono stati decorati con le massime onorificenze e sono, tuttora, considerati eroi della Patria».
Chi è questo?, indicò con il dito Aleksej, mi sembra di averlo già visto da qualche parte magari in qualche libro che ho letto in Accademia.
Oh stai guardando la più grande spia russa di ogni tempo. Strano che tu non lo conosca. Harold Adrian Russell Kim Philby. Era un agente segreto britannico ma già dopo pochi mesi di servizio cominciò a collaborare con noi, prima come agente russo per lNKVD e poi per il KGB. Era la nostra talpa allinterno del Military Intelligence inglese. Nel 1963 il suo doppio gioco fu scoperto. Fuggì a Mosca dove ha vissuto e lavorato come istruttore per il KGB fino alla sua morte, avvenuta nel 1988.
Philby è stata la spia russa che ha creato i maggiori danni al Regno Unito e allAlleanza Atlantica. Per ventisette anni ci ha inviato informazioni di altissimo livello che hanno causato, al blocco occidentale, uningente perdita di mezzi e di agenti».
Questo tipo mi piace!, esclamò Aleksej annuendo con la testa, è un idealista proprio come me. Se dovrò fare la spia allora il mio soprannome sarà KIM esattamente come Philby.
11
Arrivarono puntuali alla sala cinque, entrarono e trovarono ad attenderli il direttore Petrov che, appena li vide, si mosse verso di loro. Si strinsero le mani energicamente e si salutarono come loccasione conveniva.
«Buongiorno Irina. Piacere di rivederla Maggiore Marinetto. Accomodatevi, così possiamo iniziare subito. Oggi abbiamo tanto lavoro da fare», e con la mano indicò i posti loro assegnati.
«Bene Maggiore. Innanzitutto sono contento che questa notte non abbia provato a scappare. Immagino, quindi, che abbia accettato la missione. Da oggi è ufficialmente un agente sotto copertura dellSVR. Per prima cosa, come ogni buon agente che si rispetti, anche lei dovrà avere un nome in codice con il quale sarà riconosciuto e dovrà firmare tutti i suoi rapporti di intelligence. Per caso ne ha già in mente qualcuno?».
«Avevo pensato di firmarmi KIM», replicò asciutto Aleksej.
«Ah ottima scelta, vedo che con Irina ha già fatto i compiti a casa. Spero che non faccia rimpiangere il buon Philby», sorrise sarcastico Petrov.
La sala cinque assomigliava a quella di un piccolo cinema. Un grande schermo bianco alla parete e comode poltrone di velluto rosso nelle quali i tre sprofondarono seduti.
Iniziamo pure!, ordinò perentoriamente Petrov, con la sua inconfondibile voce baritonale. Le luci si spensero lentamente e iniziò la proiezione di un film. Dalle prime immagini Aleksej capì subito che il protagonista era Luca.
«Ecco Maggiore. Cominci a memorizzare i luoghi che vede adesso. Questo, per esempio, è lesterno del Defence College a Roma, dove suo fratello ha appena concluso lAccademia. Dopo le forniremo la piantina delledificio, con lubicazione di tutte le stanze, compresa mensa, palestra e campo da calcio. Come vede qui non esiste il campo di hockey. Luca a quanto ci risulta è un vero appassionato di football. Lo pratica da dilettante. Gioca prevalentemente come centrale di difesa e la sua squadra del cuore è naturalmente la Roma. Come giocatore il suo idolo è Totti. Lei come se la cava con il football? Ci giocava con i suoi colleghi a San Pietroburgo?».
«Purtroppo no. La mia vera passione è solo lhockey. Lo pratico fin da bambino. Il football non mi è mai piaciuto. Ma per la riuscita della missione imparerò a memoria ogni informazione e farò ciò che riterrete necessario».
«Daccordo Maggiore Marinetto. Per facilitarle il compito le ho preparato un voluminoso dossier sulla vita di suo fratello che avrà la diligenza di studiare a fondo. Entrambi parlate perfettamente tre lingue: russo, inglese e naturalmente italiano. Ma dovrà migliorare il suo accento magari aggiungendo qualche piccola inflessione locale e peggiorare leggermente il suo russo. Troppo perfetto per Luca!! Nei prossimi giorni si eserciterà insieme con Irina ma si ricordi ha solo due settimane di tempo per trasformarsi in Luca Marinetto e capisce anche lei che la somiglianza fisica da sola non è abbastanza.»
«Continuiamo con il film!!», ordinò Petrov.
«Quelli che adesso vede sono i posti frequentati assiduamente da suo fratello. Ah, eccolo in compagnia di Irina. In questo potrà certamente esserle daiuto molto più di me. Verrà con lei a Sochi e poi a Roma. Ufficialmente è la sua fidanzata e lavora sotto copertura allufficio visti dellAmbasciata russa. Tutti conoscono Irina. Luca lha presentata ad un gran numero di suoi amici e anche a qualche collega di Accademia. Ecco quello che succede quando un uomo è veramente innamorato».