Le avventure del Principe Amir – 3. Militaria - Borzellino Roberto 3 стр.


Ormai al tesoro non pensava più nessuno e lunica parola dordine era quella di salvare la pelle e ritornare tutti interi a casa. Alla fine tutti e tre cedettero alla stanchezza per la lunga corsa e si distesero a terra uno accanto allaltro, sfiniti per lo sforzo.

«Siamo morti che camminano!» esclamò Igor con la sua proverbiale ironia.

«Siamo cibo per ragni» lo corresse Marco, imprecando.

«Sss fate silenzio un attimo voi due, li interruppe Akhmed, «lo sentite questo rumore in lontananza? Sembra il riverbero del mare».

Il principe fece lo sforzo di rimettersi in piedi e con la lunica lampada ancora funzionante li incitò.

«Forza voi due non è ancora giunta la nostra ora seguiamo il rumore delle onde del mare e saremo salvi».

Passo dopo passo quel rumore diventava sempre più intenso finché i tre amici sbucarono in unenorme grotta semi allagata dal mare. In fondo alla quale era ben visibile luscita verso il mare aperto.

«Siamo salvi!! Siamo salvi!!», cominciarono ad urlare i tre fortunati amici, abbracciandosi uno con laltro e girando in tondo come in una danza liberatoria.

Ma fu solo un attimo deuforia. Il principe Akhmed, con il suo solito pragmatismo, richiamò allordine i suoi due amici davventura.

«Ragazzi non siamo ancora salvi quei mostri potrebbero avere ancora fame e decidere di darci la caccia. Igor tu sei il più esperto nuotatore tra di noi raggiungi la nostra barca e dirigila verso questa uscita. Ma non farci aspettare troppo perché i nostri nervi sono al limite! Vai e fai in fretta!!»

Igor, senza perdere tempo, si tuffò in acqua. Nellimmergersi la sua attenzione fu colpita da un intenso luccichio che proveniva dallinterno di una grotta sottacqua. Immediatamente la sua curiosità lo spinse in quella direzione e, trattenendo il fiato, percorse quelle poche decine di metri.

Il suo stupore fu enorme quando, riemergendo dallaltra parte, si accorse che quella era la stanza del tesoro che stavano cercando. Monete doro e gioielli uscivano traboccanti dai loro forzieri mentre altre casse sembravano sigillate ermeticamente. Rifece il percorso a ritroso per comunicare lincredibile notizia al principe ma, giunto dallaltra parte, notò che dei suoi amici non vi era alcuna traccia. Mille orribili pensieri iniziarono ad offuscare la sua mente.

«I mostri li hanno mangiati i mostri li hanno mangiati» ripeteva tra sé e sé, con gli occhi chiusi e la testa tra le mani.

«Adesso toccherà a me che brutta fine che brutto modo di morire divorato da orribili ragni».

Forse a causa della stanchezza o per la grande tensione che aveva dovuto sopportare, Igor si accasciò al suolo svenuto.

Un paio di sonori schiaffi lo riportarono nel mondo dei vivi. Erano state le percosse del principe a risvegliarlo mentre gli ripeteva, con il suo solito atteggiamento aggressivo: «femminuccia sei solo una squallida femminuccia che sviene senza alcun motivo».

«Mio principe, si affrettò a replicare Igor, «ma tu sei vivo che gioia che felicità. Pensavo che tu e Marco foste caduti nella tela di uno di quei ragni e mangiati lentamente. Che orribile visione che orribile sensazione forse è anche per questo che sono svenuto».

Il principe lo aiutò a rialzarsi e fu in quel momento che Igor si accorse dellassenza del suo amico.

«Ma dovè Marco? Perché non è qui insieme a te? Cosa gli è successo?»

«Calmati adesso va tutto bene Marco è sano e salvo. In questo momento sarà già arrivato alla nostra imbarcazione e tra poco sarà qui. Quando ti sei tuffato e dopo alcuni minuti non ti abbiamo più visto risalire abbiamo pensato che avessi avuto un malore che fossi morto. Allora ci siamo immersi anche noi nel disperato tentativo di soccorrerti me eri sparito! Per fortuna adesso sei qui con noi.

Ma cosa ti è successo? Doveri finito?»

«Principe ho una notizia incredibile per te per tutti noi! Ho trovato il tesoro! È qui sotto a pochi metri da noi in una caverna sotterranea. Monete gioielli casse intere enormi».

Akhmed lo guardò sbalordito, poi aggiunse: «Sei sicuro che tutto questo non sia frutto di un sogno? Ti ricordo che ti ho trovato privo di sensi allapparenza sembravi già morto».

«Principe ne sono sicurissimo non è un sogno ma la realtà ti ripeto che il tesoro che stavamo cercando è lì sotto e ci sta aspettando!!»

Nel medesimo istante in cui Igor concluse la sua frase apparve in lontananza la prua del «Giglio magico».

Dal loro punto di osservazione, nonostante i rami e le tante erbacce che ne ostruivano parzialmente luscita, era possibile vedere verso il mare aperto. Ma il problema che adesso si ponevano i tre amici era se lentrata della grotta fosse sufficientemente grande da far passare lintera imbarcazione.

Come al solito il principe non si perse danimo e invitò Igor a seguirlo in acqua. Insieme, a nuoto, si diressero fino alluscita della grotta dove li attendeva Marco al timone

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