La rivincita dei mendicanti - Кресс Нэнси (Ненси) 30 стр.


— È rimasta ferma per due minuti, signora. Posso esserle di aiuto?

— Oh, sì — disse subito Theresa al fluttuante. — Ho bisogno… voglio noleggiare un aereo privato. Con un pilota. Per arrivare in Nuovo Messico.

— Il nostro servizio noleggio di aerei charter può essere contattato da qualsiasi terminale per la clientela, signora. Se posso aiutarla per qualcos’altro…

— Ma non so come si fa!

— Mi scusi, signora, ma devo attivare un programma di autodiagnosi. — La robocamera ronzò dolcemente. — La mia programmazione non mostra alcun errore nel funzionamento sensoriale. Lei è un adulto modificato geneticamente?

— Sì. Io… io sono adulta. Ma non so comunque come usare un terminale per la clientela. — Riuscì a sentire il rossore che le infiammava il volto.

— Vuole che le proponga una dimostrazione del sistema?

— Oh, sì, grazie.

La robocamera la condusse a una fila di terminali. Theresa fu in grado di riconoscere un analizzatore di retina. Si avvicinò docilmente contro lo schermo finché una voce profonda e gradevole le disse: — Benvenuta all’aeroporto di Manhattan Est, signorina Aranow. Numero di volo desiderato?

La robocamera chiese: — Servizio noleggio aerei, per favore.

— Certo — rispose il sistema.

Sul terminale apparve una fila di scritte. Theresa si sentì arrossire di nuovo: leggeva lentamente. La robocamera domandò ancora: — Dove desidera andare, signorina Aranow? E quando desidera partire?

— In Nuovo Messico. Vicino a Taos. E voglio partire subito. Con… con un… — Come si faceva a chiedere un pilota che non incutesse troppa paura? Theresa indietreggiò di un passo.

— Il terzo requisito di volo non è stato compreso. Ripetere prego — invitò il terminale per la clientela.

— Volare con qualcuno di sicuro!

— Tre piloti con patente di sicurezza tripla-A sono disponibili nei prossimi trenta minuti per voli interni. Si applica tariffa d’urgenza. Le mostriamo i curriculum di volo. Desidera mettersi in comunicazione verbale con uno dei tre?

I curriculum di volo consistevano in altre scritte dai caratteri piccolissimi. Però c’erano anche le foto: tre volti attraenti, modificati geneticamente. Ma, chissà perché, non sembravano Muli. No, ovviamente non potevano esserlo, quelli erano tecnici. — Quella. La donna. Una comunicazione verbale, sì.

Il pilota apparve subito in linea. Sembrava sulla trentina, un volto forte, senza trucco, tutta la sua bellezza nei tratti decisi e austeri. Anche la sua voce era ferma e austera. — Signorina Aranow? Desidera un pilota per un volo immediato nel Nuovo Messico?

— Sì. No. Io… non so.

L’immagine del pilota si sporse in avanti, esaminando l’immagine di Theresa. — Lei non lo sa?

— No. Sì, voglio dire, lo so. Non devo andare, non ho bisogno di un pilota. È stato un errore. — Si allontanò dal terminale indietreggiando. La voce forte e calma la fermò.

— Signorina Aranow, il fluttuante che si trova accanto a lei la condurrà direttamente al mio aereo. Possiamo decollare subito. Se non si sente bene, le invierò un robot-accompagnatore.

— No, io… sto bene. Arrivo.

Fissò lo sguardo sul fluttuante, costringendosi a guardare quello e niente altro. Soltanto una palla grigia, non faceva paura, doveva solo seguirla senza pensare, come avrebbe fatto Cazie.

No, Cazie non l’avrebbe fatto. Cazie sarebbe volata per conto suo fino al Nuovo Messico.

Benissimo, basta Cazie, non poteva essere Cazie, ma aveva bisogno di essere qualcun altro perché lei, Theresa, non sarebbe riuscita a fare tutto da sola, si sentiva già scivolare nel panico. Chi poteva essere? Conosceva a mala pena altre persone oltre Leisha e Cazie.

E Jackson. "Prendi un neurofarmaco, Tessie." Benissimo, era Theresa sotto l’effetto di un neurofarmaco. Era una persona chimicamente calma, una persona che credeva che il mondo avesse un senso.

— Salve, signorina Aranow. Io sono il pilota di prima classe Jane Martha Olivetti.

Theresa era già arrivata. L’aereo le si profilava di fianco, anche se lei non ricordava di avere preso la carrozza magnetica dell’aeroporto da Manhattan Est o di avere attraversato il campo di volo. Solo in quel momento si accorse che quello non era protetto o, quanto meno, lo era soltanto parzialmente: quel clima era autentico. Un freddo vento di aprile. Rabbrividì mentre saliva sull’aereo del pilota Olivetti.

— Ci sono cerotti tranquillanti nella scatola verde in quella reticella — disse il pilota con voce calma. — Endorbacio nella rossa, HalluFun nella gialla, DormiBen nella marrone.

Theresa guardò con struggimento la scatoletta marrone. Tuttavia la maggior parte dei cerotti, le aveva detto Jackson, erano preparati per corpi Cambiati. L’aveva ammonita a non usare mai niente che non fosse adattato alla sua chimica nonCambiata.

— No, grazie. Soltanto… soltanto una coperta. — Stava tremando anche se l’aereo era riscaldato.

Da qualche parte, sopra le colline ancora ricoperte di neve, Theresa si addormentò naturalmente. Si svegliò quando il pilota le disse: — Signorina Aranow, ci troviamo a Taos. Vuole atterrare qui o in un campo di atterraggio privato?

— Lei sa dove si trova il campo di atterraggio per… per La Solana? Dove viveva un tempo Leisha Camden?

Il pilota Olivetti si voltò sul sedile e fissò Theresa. — Ovvio. Molti turisti e reporter ci andavano in continuazione. E poi, persone che vogliono parlare con Richard Sharifi perché invii dei messaggi a sua figlia. Ma non le servirà a nulla andare lì: Richard Sharifi non esce mai. Al massimo otterrà il solito messaggio registrato.

Theresa chiuse gli occhi. Cosa si era messa in testa? Era logico che non fosse la prima a cercare di contattare Miranda tramite La Solana. Ci aveva già provato tutto il mondo: politici, persone importanti e via dicendo. Se Richard Sharifi non aveva parlato con loro, perché doveva farlo con Theresa Aranow? Era proprio pazza.

Cosa avrebbe fatto Cazie?

— Ormai siamo qui — disse al pilota. — Vada a La Solana.

Il pilota scrollò le spalle e diede le coordinate all’aereo.

Theresa vide la tenuta ben prima che la raggiungessero. Un pallido semi-ovoide azzurro che brillava nel deserto, privo di tratti caratteristici e perfetto come un uovo di pettirosso. Terry Mwakambe, il più dotato dei fisici applicativi di Miranda Sharifi, aveva programmato quello scudo per Leisha. Non c’era nulla di simile da alcuna altra parte della Terra, se non all’isola abbandonata di Huevos Verdes, dove Miranda aveva creato le siringhe del Cambiamento.

Lo scudo non era di energia-Y, ma di qualcos’altro. Theresa non sapeva di cosa si trattasse. Si estendeva sotto terra come nell’aria. Nulla che avesse un contenuto di DNA non registrato nelle banche dati della sicurezza poteva attraversare la cupola azzurra: niente uccelli, niente vermi, niente microbi. Né ci passava nulla che non fosse accompagnato da un DNA che "fosse" registrato nelle banche dati: niente missili, robot o rocce. Lo scudo teneva fuori anche tutte le radiazioni, a parte qualcuna: nulla se non un’arma nucleare poteva distruggere quello scudo.

Theresa si incamminò dall’aereo verso l’uovo di pettirosso semisepolto. Il sole del deserto le colpì il capo scoperto. Un debole vento agitava l’incredibile ammasso di oggetti accumulati contro lo scintillante azzurro. Pile di olocassette. Una bambola. Una bandiera americana a brandelli. Fiori di plastica, fazzoletti insanguinati, il cranio sbiancato dal sole di un animale, strumenti da scasso contorti e piegati. E una piccola bara sigillata. Theresa sentì lo stomaco rivoltarsi. Era soltanto simbolica o la cassa conteneva il corpo di un bambino nonCambiato, morto di una malattia che poteva essere curata da altre siringhe del Cambiamento?

Una sezione della parete azzurra scintillava: era uno schermo enorme, un quadrato di tre metri. Mostrava l’immagine di un uomo sulla quarantina ma che Theresa sapeva avere settantasette anni. Gli occhi scuri sopra la folta barba nera apparivano stanchi.

— Sono Richard Sharifi, il padre di Miranda Sharifi. Non è concesso l’ingresso a La Solana in nessuna circostanza. Se volete lasciare un messaggio per Miranda Sharifi, dite al registratore quando intendete iniziare a parlare. Tutti i messaggi per Miranda verranno trasmessi quotidianamente a Selene. Nessun oggetto che lascerete fuori da queste mura verrà mai recuperato o esaminato. Grazie. — L’immagine scomparve.

Tutto lì. Theresa serrò le mani. — Registratore, avvio.

— Registratore attivato.

— Mi chiamo Theresa Aranow. Lei non mi conosce. Io… io non sono nessuno. Tuttavia ci sono dei bambini che muoiono perché non sono Cambiati…

Si interruppe. Richard e Miranda Sharifi lo sapevano già. Che cosa poteva dire loro per interessarli, convincerli… che cosa? Che la gente aveva bisogno di aiuto? Chi era lei per pensare di potere aiutare qualcuno? Certe mattine non riusciva nemmeno a scendere dal letto.

Non quel giorno. Tentò di nuovo.

— Io non sono nessuno. Non sono nemmeno Cambiata. Volevo… ho bisogno di restare quello che sono perché non sono normale, come Mulo, e se lo perdo, allora perdo anche Theresa. Perdo… il modo in cui sono devo essere, il modo per trovare quello che sto cercando.

Le stava succedendo qualcosa, dentro. La sensazione di competenza che aveva provato quando si era finta Cazie le tornò, ma non perché si stava fingendo qualcun altro. Perché in quel momento lei era la Theresa più vera e solida. Le parole le sgorgarono fuori, come le era accaduto quando aveva parlato con Sorella Anne al convento delle Sorelle del Cielo Misericordioso.

— Potrei essere Cambiata e forse non ha importanza. Sono costosa, per come sono adesso, lo so. Devo mangiare cibo vero. Devo tenere una casa libera da germi. Devo avere sempre acqua potabile. Tutte queste cose costano denaro e se io non ne avessi così tanto, e se mio fratello non fosse medico, sarebbe ingiusto che non fossi Cambiata, perché risulterei un fardello terribile per tutti gli altri. Ma io "ho" i soldi e "ho" Jackson e quindi per me sarebbe ingiusto cambiare le cose per non soffrire. Io devo soffrire. Tutti hanno bisogno di soffrire, in un modo o nell’altro, altrimenti diventano… trascurati. No, non è quella la parola giusta. Miranda…

Stava parlando direttamente con Miranda che non era neppure sulla Terra, ma non importava. Theresa proseguì.

— Miranda, non conosco la parola giusta per descrivere come diventa la gente quando non si sente più ferita e sola. Però le accade qualcosa. Quando continua a prendere quel genere di neurofarmaci per non sentirsi "se stessa", presto non riesce più a sentire nemmeno l’altra gente. Diventano tutti come gli amici di Cazie, e forse come la stessa Cazie, non so. Cazie è buona, in fondo, ma ha inalato tanta roba per coprire la propria sofferenza che non si è più accorta nemmeno della sofferenza di Jackson e, dopo, non si è più accorta nemmeno di Jackson. Lui è solo un altro mobile nella sua vita, un altro robot.

"Le persone devono soffrire. Devono permettersi di sentire la sofferenza. Devono sopportarla e non cercare di eliminarla con l’Endorbacio, i neurofarmaci, il sesso, i soldi: è l’unico motivo per cui sappiamo che dovremmo fare qualcosa di diverso, che dovremmo continuare a cercare con più impegno dentro di noi e dentro gli altri. Non si può solo aggirare il dolore, bisogna passarci attraverso per arrivare dall’altra parte, dove l’anima è… Oh, non lo so! Non sono abbastanza intelligente per sapere! Nella mia modificazione genetica embrionale è andato storto qualcosa, non sono intelligente come Cazie o Jackson, ma so che dovresti darci altre siringhe del Cambiamento perché i bambini vivano abbastanza a lungo da sentire il proprio dolore e cominciare a imparare. Forse non avresti dovuto darci le siringhe. Però lo hai fatto e ora i Vivi non possono sopravvivere senza perché noi Muli li abbiamo lasciati in asso e controlliamo tutte le risorse. Ci devi dare altre siringhe del Cambiamento perché quei bambini possano vivere abbastanza da cercare quello che importa davvero.

"Però c’è anche qualcos’altro che non va. C’è un accampamento a New York, lo stato, non la città, che ha un nuovo tipo di siringhe del Cambiamento. Sono rosse e hanno uno strano effetto su quei Vivi. Quelli che vengono iniettati restano legati da feromoni o da qualche altra cosa in gruppi di tre, e non si possono mai allontanare a vicenda, altrimenti muoiono. Muoiono sul serio. Le siringhe sono arrivate con una cassetta che mostra proprio te che spieghi che le siringhe sono un altro dono da parte tua. I Vivi ci credono. Però è sbagliato. Quell’ologramma è falso e le nuove siringhe rendono solo più difficile provare il dolore individuale e accorgersi l’uno dell’altro. Le triadi sono confuse in una specie di bolla, non sono più persone vere, hanno il conforto di non sentirsi mai sole ma, se non si possono sentire sole, come possono provare il proprio dolore e poi cominciare a superarlo verso…"

— Quali nuove siringhe? — chiese Richard Sharifi.

Theresa strizzò gli occhi. L’immagine sulla parete azzurra e scintillante era in diretta. I tristi occhi di Richard Sharifi la fissavano, in attesa di una risposta.

— Le… le nuove siringhe che qualcuno ha lasciato all’accampamento nelle montagne dello stato di New York, a… — Non riusciva a ricordarne le coordinate. — Siringhe rosse, e c’era un ologramma di Miranda che non era realmente Miranda…

Richard Sharifi voltò la testa. Corrugò la fronte e disse: — No… — La sua immagine enorme rimpicciolì improvvisamente, e Theresa si trovò a guardare uno schermo non più grosso di dieci centimetri. Su di esso, Richard Sharifi venne sostituito da una donna non bella, con i capelli scuri e crespi tenuti indietro da un nastro rosso.

— Theresa. Sono Miranda Sharifi.

Theresa boccheggiò: — Stai… stai parlando da Selene?

— Ti prego, dimmi tutto quello che sai su queste nuove siringhe e sulla cassetta olografica lasciate alla tribù dei Vivi. Comincia dall’inizio, vai piano, e non tralasciare nulla. È molto importante.

Apparve una seconda immagine da dieci centimetri, di nuovo Richard Sharifi, con un’espressione truce in volto. Avvertì: — Deve sapere che abbiamo analizzato lei, il suo aereo e tutta la zona in cerca di materiale da registrazione. Il suo pilota non la sta osservando e, anche se lo stesse facendo, questo schermo a tale distanza risulta troppo piccolo per essere visto dagli zoom più potenti dei Dormienti. Se lei parlasse di questa conversazione con qualcuno, le sue possibilità di essere creduta sarebbero molto basse. La sua cartella medica indica…

— Non è necessario, papà — interruppe Miranda e, a quel punto, anche lei assunse un’espressione truce. La piccola immagine di Richard Sharifi scomparve.

Theresa spifferò subito: — Tu non sei affatto a Selene, vero? Tu sei "qui"…

— Dimmi tutto sulle nuove siringhe, Theresa. Comincia col dirmi come mai ti trovavi in un accampamento di Vivi. No, non farti prendere dal panico, non posso mandarti aiuto lì fuori. Respira profondamente, guarda questo schermo, Theresa, "guardalo".

Lei lo fece, boccheggiando, attraverso ondate di oscurità provocata dal panico. Attorno a Miranda scintillavano impalpabili forme e colori, e lei si sentì un po’ più calma. Stimoli subliminali. Theresa respirò meglio.

— Quelle… sono come un concerto di Drew Arlen!

Un’espressione di dolore, complesso e profondo, passò sul volto di Miranda. — Parlami delle nuove siringhe.

Theresa lo fece, diventando sempre più calma mentre parlava. Miranda la ascoltò senza mai battere ciglio sopra gli occhi scuri. Scuri come quelli di suo padre, troppo scuri per essere quelli di Cazie. Ma Theresa non stava fingendo di essere Cazie. Non stava fingendo nemmeno di essere Leisha Camden. Lei era Theresa Aranow.

— Miranda… spegni gli effetti subliminali. Ti prego. Io posso… posso farcela. Penso.

Per la prima e ultima volta, Theresa vide sorridere Miranda Sharifi.

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