La rivincita dei mendicanti - Кресс Нэнси (Ненси) 31 стр.


Quando finì di parlare, Theresa aggiunse: — Ma se non hai fatto tu le nuove siringhe, allora chi è stato? Jackson ha detto che noi Muli non abbiamo conoscenze biotecniche così sofisticate…

— Ecco cosa voglio che tu faccia, Theresa. Ascoltami attentamente. Voglio che tu torni a casa e che non parli a nessuno della tua visita qui, né delle nuove siringhe. Nemmeno a Jackson. Inoltre, è molto importante, non parlarne a nessuno tramite nessun terminale. Nemmeno se pensi che sia completamente indipendente.

Theresa stese una mano ma si fermò a pochi centimetri dalla piccola immagine sulla parete azzurra. Le sue dita restarono sospese. Il vento caldo muoveva l’ammasso di offerte invecchiate dal tempo che aveva ai piedi.

— Miranda… perché hai smesso di fornire le siringhe del Cambiamento?

— Abbiamo commesso un errore. Non volevamo. La nostra meta era rendere i Vivi liberi dalla dominazione dei Muli. Autotropici. Non sapevamo che loro, voi, sareste regrediti così in fretta a una forma di dipendenza infantile. Adesso nessuno di noi sa più quale dovrebbe essere il prossimo passo, perché non troviamo le equazioni per prevedere risultati con un tasso discreto di precisione. Siamo tutti qui a lavorare duramente… — L’immagine olografica tremò. Miranda sollevò le mani e le lasciò cadere, impotente. — Un errore enorme. Quando vedo ai notiziari i bambini che muoiono, le sofferenze dei neonati nonCambiati, quando le preghiere vengono ritrasmesse da Selene… Pensavamo di controllare tutto per voi! Come fossimo vostri "dei". Pensavamo… abbiamo dimenticato…

Theresa terminò la frase per lei: — Avete dimenticato di guardare profondamente dentro voi stessi.

— Sì — sussurrò Miranda. — Proprio così. E abbiamo provocato il caos.

— Ma intendevate soltanto…

— E adesso stiamo cercando disperatamente una via d’uscita da quel caos, una soluzione scientifica che possiate sintetizzare da soli, senza di noi, la sostanza giusta. Una soluzione che voi possiate controllare e non pervertire. Ma, Theresa, noi non pensiamo come voi, non reagiamo come voi e non sentiamo come voi.

Era una preghiera. Theresa si accorse che Miranda. "Miranda Sharifi!" soffriva con una profondità di dolore che Theresa poteva solo immaginare. Trattenne il fiato. Le due donne si fissarono e qualcosa passò fra loro, sembrò a Theresa, che lei non aveva mai condiviso con nessuno in vita sua, nemmeno con Jackson.

Disse dolcemente: — Sì invece. Tu provi esattamente quello che provo io.

Miranda non sorrise. — Forse. Adesso vai, Theresa. Ci occuperemo noi delle nuove siringhe che distruggono la libertà più di quanto l’abbiamo distrutta noi.

La parete azzurra scintillante si spense.

Abbacinata, Theresa tornò all’aereo. Il pilota la stava aspettando, guardando un notiziario. Spense lo schermo quando Theresa salì. La Solana era già fuori dal campo visivo e Theresa parlò per la prima volta.

— Lei sa quanto occorre a un messaggio per arrivare alla Luna e tornare indietro? Per la via più breve?

Il pilota la guardò con espressione interrogativa. — Vuole dire se lei trasmettesse a Luna City e loro rispondessero subito?

— Sì. Non c’è un… un tempo di attesa quando le persone si parlano? Almeno di qualche secondo?

— Sì.

— Grazie. — Ovviamente quello valeva per la tecnologia umana. Jackson diceva che i Super avevano una tecnologia che gli umani non possedevano. "Non pensiamo come voi, né reagiamo come voi…"

— Oh, mio Dio! — fece il pilota Olivetti.

— Cosa? Che c’è?

L’aereo sobbalzò improvvisamente in avanti con una accelerazione che schiacciò Theresa contro lo schienale del sedile. Il cielo si riempì di una luce accecante. Il pilota gridò.

La luce si affievolì: qualche istante dopo, l’aereo vibrò come se dovesse andare in pezzi. Le orecchie di Theresa vennero assalite da un gran fragore. L’aereo si raddrizzò e proseguì.

La luce brillante era alle sue spalle. Il sole, però, le stava davanti, a sud-est: come poteva esserci quella luce dove non c’era il sole? Theresa si voltò per guardare dal finestrino posteriore e vide il cappello di una nuvola a fungo che si alzava all’orizzonte.

— Abbiamo preso duecentoquaranta rad — annunciò col fiato mozzo il pilota Olivetti, controllando i suoi schermi. — Signorina Aranow, si prepari a stare molto male.

— Ma… che cosa è successo?

— Qualcuno ha fatto esplodere la Solana. Con un’arma nucleare. Qualche minuto prima, saremmo morte.

— Ma… "perché"?

— Come faccio a saperlo? Dio, se Selene reagisce… — Si collegò immediatamente su un notiziario.

Theresa si mise la testa fra le mani. Selene non poteva reagire. Non c’era nessuno a Selene. Miranda Sharifi e tutti i suoi Super-Insonni erano a La Solana "stiamo cercando", "disperatamente di trovare una soluzione" ed erano tutti morti. Non avrebbero più fornito siringhe del Cambiamento per salvare i bambini morenti né avrebbero trovato una soluzione per gli esseri umani dipendenti dalle siringhe, né avrebbero fermato chi stava rendendo Jomp e le altre triadi ancora più dipendenti e terrorizzate. Qualcuno aveva bombardato La Solana per uccidere Richard Sharifi, per distruggere la vecchia casa di Miranda, per attirare l’attenzione su una propria causa. I Super-Insonni erano morti.

E Theresa era l’unica persona sulla Terra a saperlo.

Interludio

DATA TRASMISSIONE: 4 aprile 2121

A: Base Selene, Luna

VIA: Stazione Terrestre Enclave Lubbock, Satellite S-65 (Israele)

TIPO MESSAGGIO: Non codificato

CLASSE MESSAGGIO: Classe D, Accesso Servizio Pubblico, in accordo con la Legge Congressuale 4892-18, Maggio 2118

GRUPPO DI ORIGINE: "La Tribù Carter" Texas

MESSAGGIO:

La famiglia Carter ha diretto ranch nel Texas Occidentale da 250 anni. Siamo abituati a sostenerci a vicenda. Adesso non ci sono più ranch da dirigere, ma ci sosteniamo ancora a vicenda. Io sono Molly Carter, io. Ho sei figli, diciassette nipoti, venti bisnipoti e altri ancora in arrivo. Ma non abbiamo più siringhe del Cambiamento per i nuovi bisnipoti. Io le chiedo di mandarcene, per favore, delle altre.

Mio figlio Ray Junior, lui, porterà questo messaggio in un posto dove c’è la radio a Lubbock, per spedirglielo nello spazio.

CONFERMA RICEZIONE: Nessuna

15

Nulla era mai quello che ci si aspettava, pensò Jackson.

Quando aveva accompagnato Shockey, Lizzie, Dirk e Vicki alla Kelvin-Castner Pharmaceuticals, si era aspettato di affrontare un’impresa difficile. Si era aspettato una crisi di panico dopo l’altra dei Vivi di fronte a un ambiente estraneo e sconvolgente perfino "prima" di inalare il neurofarmaco che li aveva resi così carichi di ansia e di paura verso tutto ciò che era nuovo. Aveva immaginato lotte fisiche con Shockey perché fornisse campioni di tessuto e proteste isteriche da parte di Lizzie quando fossero stati prelevati dei campioni da Dirk. Aveva contato sul fatto che Vicki lo avrebbe aiutato in quelle ipotetiche lotte. Aveva immaginato che lui e Thurmond Rogers avrebbero avuto una lunga e intensa conversazione sulle implicazioni di un farmaco che non era soggetto al Depuratore Cellulare. Le analisi dei tessuti sarebbero state una priorità assoluta, per Rogers, quindi il referto sarebbe stato preparato in fretta.

Non era accaduto niente di tutto ciò.

La sua aeromobile era stata accolta sul tetto della Kelvin-Castner, all’interno dell’Enclave di Boston Harborside, da due robot della sicurezza di alta qualità. I robot avevano afferrato con efficienza tutti, tranne Jackson, e avevano applicato loro maschere che li avevano resi immediatamente inoffensivi. Perfino Vicki. Poi, i robot avevano caricato su fluttuanti le quattro persone in stato di incoscienza e, ignorando le proteste di Jackson, le avevano portate giù con un ascensore fino a un laboratorio. Lì, altri robot avevano spogliato Shockey, Lizzie e il piccolo e avevano prelevato campioni: saliva, fluido cerebrospinale, sangue, urina, feci e cellule di ogni organo. I campioni erano stati estratti con lunghi aghi nanocostruiti, le loro pareti spesse soltanto qualche atomo, usati di solito per le biopsie. Quindi erano seguite tutte le scansioni, dalla conduttanza della pelle fino alla TAC cerebrale, sotto svariati stimoli. Non apparve mai nessuno in carne e ossa. A Jackson risultò chiaro che quella procedura era già sperimentata.

Da quanto tempo la Kelvin-Castner rapiva, come cavie da esperimento, Vivi che non potevano protestare, o che non l’avrebbero fatto comunque?

Era stato Jackson a protestare. — Thurmond, voglio parlare con te! — Ma aveva ottenuto in risposta solo uno sciocco ologramma preregistrato. — Salve, Jack. Mi dispiace di non essere lì personalmente, ma sono nel bel mezzo di una riunione che non posso lasciare. Se vuoi qualcosa da mangiare o da bere, mentre vengono presi i campioni, devi solo chiedere al sistema della stanza. Ti chiamerò quando avrò qualcosa da riferirti. Saluti cari a tua sorella.

— Thurmond, maledizione… Attivare sistema della stanza!

— Sistema della stanza attivato — annunciò la stanza. Aghi così sottili da risultare a mala pena visibili scesero simultaneamente nei ventri nudi di Shockey, Lizzie e Dirk. Vicki, ancora vestita, giaceva in un angolo sul suo fluttuante, respirando dalla maschera.

— Aprire una comunicazione prioritaria con Thurmond Rogers!

— Mi dispiace. Questo sistema può fornire solamente registrazioni e vettovaglie.

— Questa è un’emergenza medica. Comunicazione per il sistema di emergenza.

— Mi dispiace… questo sistema…

— Disattivare sistema!

Avrebbe registrato un messaggio incandescente per Rogers. Avrebbe tolto il respiratore a Vicki e visto se lei era in grado di inserirsi nel sistema. Però era Lizzie il pirata informatico, non Vicki, e Lizzie al momento aveva una sonda flessibile infilata nella gola che prelevava campioni di cellule dai suoi bronchi. Quindi Jackson non fece nulla, oltre fumare e camminare per un’ora, rifiutando di sedersi sull’unica poltrona confortevole della stanza, per rabbia o per ridicola autoflagellazione.

Quando la Kelvin-Castner ebbe preso tutti i pezzi umani che desiderava, i robot della sicurezza portarono Shockey, Lizzie, Vicki e il piccolo al tetto, li caricarono con efficienza sull’aeromobile di Jackson, tolsero loro i respiratori e fluttuarono via. Un minuto dopo, liberati i polmoni, loro si svegliarono.

— Bene che cosa stiamo aspettando? — chiese Lizzie. — Non entriamo? — Dirk si era accucciato contro il collo di sua madre, piagnucolando impaurito perché il mondo era più grande di Lizzie.

Jackson tornò all’accampamento e i tre Vivi scomparvero all’interno. — Non sono affatto contenta, Jackson — disse Vicki. — Dovevi svegliarmi. Anch’io avevo delle domande da porre.

— Non avresti ottenuto alcuna risposta.

— Non fa niente. — La donna gli lanciò un’occhiataccia. — Promettimi che non tornerai alla Kelvin-Castner e non parlerai con Rogers senza che ci sia anch’io. Il sistema di Lizzie ci può mettere in collegamento multiplo.

— Non penso…

— Io sì. Promettimelo.

E Jackson, per stanchezza o rassegnazione o riguardo o qualcos’altro, aveva promesso.

Da allora non era più accaduto nulla. Erano passati quattro giorni e Thurmond Rogers non aveva contattato Jackson né aveva risposto alle sue chiamate. Theresa passava tutto il tempo nello studio al piano superiore, di cui Jackson non doveva sapere nulla, senza presentarsi nemmeno per i pasti. Lasciava periodicamente a Jackson dei messaggi dicendo che stava bene. Jackson camminò avanti e indietro, si gingillò e si dimenticò di mangiare finché il suo fisico si ribellò. Lui si addormentò nudo nella sala di alimentazione mentre il suo corpo assorbiva le sostanze nutrienti di cui aveva bisogno.

Il quarto giorno, di mattina presto, lo chiamò Cazie. Jackson non rispose. Si rotolò su un fianco, nella camera da letto oscurata, dando la schiena alla parete schermo e lasciando che il messaggio venisse registrato.

— Jackson, rispondi. So che sei lì.

Tutto a un tratto Jackson si sentì infastidito. Perché Cazie presumeva sempre di sapere tutto su di lui?

— Ascolta abbiamo bisogno di parlare — fece Cazie. — Ho appena ricevuto un messaggio privato da un mio vecchio amico, Alexander Castner della Kelvin-Castner Pharmaceuticals. Penso di avertelo presentato una volta a una festa. Ti ricordi di lui?

Lentamente Jackson si voltò sul letto per fissare lo schermo. Nell’angolo in basso, sotto il volto di Cazie, scintillava il segnale di chiamata criptata. Stava trasmettendo su una linea fortemente schermata.

— Alex sta contattando alcuni importanti investitori, in modo molto riservato. La Kelvin-Castner ha per le mani qualcosa di veramente grosso. Qualcosa che vogliono sviluppare molto in fretta. Alex pensa di portare un prodotto farmaceutico completamente nuovo allo stadio di brevetto prima di chiunque altro. Senti questa: "riesce a superare il Depuratore Cellulare producendo effetti farmacodinamici permanenti". Le applicazioni nel mercato delle sole droghe del piacere sono sbalorditive. Si potrebbero eliminare gli inalatori!

"Alex però non sa chi altri ci stia lavorando sopra o quanto sia vicino a presentare un brevetto, quindi si deve muovere il più in fretta possibile. Ha bisogno di afflussi ingenti di capitali, talenti e tempo informatico. Jack, la TenTech dovrebbe buttarsi nell’impresa, presto e in modo massiccio. È il genere di opportunità che ci farebbe arrivare negli International Fifty. Ho messo insieme qualche dato preliminare per te. E ovviamente anche per Theresa. Però abbiamo bisogno di impegnarci presto, oggi stesso se possibile. Maledizione, Jackson, rispondi alla chiamata!

Jackson scese lentamente dal letto. Al buio, infilò gli abiti del giorno prima.

— Benissimo, forse non sei lì — continuò Cazie. — Ma dove sei? Ho già chiamato quella ridicola donna al suo accampamento di Vivi preferito, Vicki Come-cavolo-si-chiama, e ha detto che non c’eri. Se passi la notte con qualcuno, quando chiamerai per avere i tuoi messaggi, ti prego di contattarmi su una linea protetta nel mio ufficio alla TenTech. Altrimenti…

— Mi correrai dietro in capo al mondo — Jackson terminò per lei la frase.

— …ti correrò dietro in capo al mondo comunque, tesoro. È un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare.

Jackson uscì dall’appartamento. A est, il sole cominciava appena a tingere di rosa il cielo. Il sole vero, reale: al momento la cupola di Manhattan Est era trasparente. Passò per il giardino sul tetto, con le sue belle di giorno e i suoi gigli che si stavano aprendo, dirigendosi verso la propria aeromobile. Non riusciva a ricordare di essere mai stato così infuriato in vita sua.

Vicki lo aspettava all’esterno dell’edificio della tribù, una figura solitaria nel perlaceo freddo di aprile.

— L’affascinante Cazie ha chiamato prima qui — disse mentre saliva sull’aeromobile. — Ho immaginato che stesse succedendo qualcosa e sapevo che ti saresti ricordato della promessa di portarmi con te alla Kelvin-Castner.

— Come facevi a saperlo? — chiese Jackson cupo.

— Perché sapevo che, fondamentalmente, eri capace di avere l’aspetto che hai in questo momento. Vuoi dirmi cosa sta succedendo?

— Quelli della Kelvin-Castner si stanno preparando a creare un sistema di trasmissione per farmaci brevettabile, sfruttando quello che hanno scoperto dalle analisi cerebrali e dai campioni di tessuto di Shockey e di Dirk. Non gli interessa un accidente di trovare un antidoto per l’inibizione da ansia, ma sono interessatissimi alle possibilità commerciali nel mercato delle droghe di piacere offerte da un mezzo che riesce a sfuggire al Depuratore Cellulare. Hanno chiesto alla TenTech investimenti massicci.

— Gesù Cristo — fece Vicki, quasi ammirata. — La tua ex moglie ha un fiuto favoloso, eh? Per caso ha del sangue di segugio nelle vene?

— Pensi che dovremmo portare con noi anche Lizzie? — chiese Jackson. — Se ci impediscono di entrare, io non posso intrufolarmi nei sistemi informatici, e nemmeno tu.

— Non ci riuscirebbe nemmeno Lizzie, nel mezzo secondo che avrebbe a disposizione prima di essere colpita da un robot della sicurezza. Sii realistico, Jackson. Non è una Super-Insonne.

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