I figli dell'aria - Emilio Salgari 9 стр.


Una cosa aveva però subito colpito il russo ed il cosacco: vivande e frutta erano coperte da un leggero strato scintillante che pareva ghiaccio.

 Assaggiate questo capretto arrostito disse il capitano. Quantunque sia stato cucinato in Giappone, deve essere ancora squisito.

Rokoff e Fedoro si guardarono lun laltro con stupore.

 Anche queste costolette, sebbene arrostite a Tahiti, devono essere eccellenti.

 Ma scherzate? chiese il cosacco,. il cui stupore era al colmo.

 E questo pasticcio di carne che ho fatto preparare a San Francisco di California? continuò il comandante, che pareva si divertisse molto della meraviglia dei suoi ospiti. Ho però di meglio. Ecco una trota preparata a Nuova York, in uno dei principali alberghi. Lhanno messa a friggere quarantadue giorni or sono, pure rispondo della sua freschezza. Assaggiate, signori miei. Se fosse stata pescata ieri sera, non sarebbe più deliziosa.

Rokoff che amava il pesce, quantunque poco persuaso delle parole dette dal capitano, si provò ad assalire quella trota che veniva dalla lontana capitale degli Stati Uniti.

 Che cosa dite? chiese il comandante, con accento malizioso.

 Squisita eccellente solamente la trovo terribilmente fredda come se fosse stata pescata in qualche fiume gelato della Siberia e lasciata a ghiacciare per un mese. Avete dunque una ghiacciaia a bordo del vostro «Sparviero»?

 Sì, e una ghiacciaia che vi farebbe gelare per sempre in meno di due minuti rispose il capitano.

 Avete qualche macchina da ghiaccio?

 Ho di meglio, signor Rokoff. A voi queste uova. Provate a spezzarle

 Sono coperte da uno strato di ghiaccio.

 Vi pare ma non sono tali. Rompetele e mangiate.

Il cosacco tentò di aprirle, ma il guscio resistette a tutti i suoi sforzi.

 Vi occorre un martello disse il capitano. Il macchinista le ha lasciate gelare troppo. Assaggiate invece questo ananas raccolto alle Marianne.

 Sembra un blocco di ghiaccio.

 Sarà migliore così, perché nulla avrà perduto del suo sapore e del suo profumo. E voi, signor Fedoro, come trovate quel pasticcio di San Francisco?

 Non ne ho mai mangiato uno più gustoso, però mi si gelano i denti.

 Bisognava lasciarlo un po più esposto al sole. Non avevo pensato che voi non siete abituati a cibi così freddi. Macchinista, una buona bottiglia di gin e di whisky. Ci riscalderà un po.

Il capitano, chera diventato duna amabilità straordinaria, servì ai suoi ospiti delleccellente whisky, poi offrì delle sigarette e delle pipe.

 Ed ora, disse voglio soddisfare la vostra curiosità, perché suppongo che non mi lascerete troppo presto. Se dovessi deporvi qui, i cinesi non tarderebbero ad acciuffarvi ancora e più innanzi non vi converrebbe lasciarmi.

 Ma dove andate? chiese Rokoff.

 Vi piacerebbe tornare in Europa a bordo del mio «Sparviero»?

 In Europa! esclamarono il russo ed il cosacco ad una voce.

 Noi faremo la traversata dellAsia rispose il capitano.

 Chi rifiuterebbe una simile proposta! esclamò Rokoff con entusiasmo.

 Non avete paura a seguirmi?

 Oh no, signore! Abbiamo troppa fiducia in voi e nel vostro «Sparviero».

 Voi però potreste supporre di aver salvato due bricconi disse Fedoro.

 Ho avuto il tempo di apprezzarvi e daltronde so che voi siete uno dei più ricchi negozianti di tè della Russia meridionale e che il vostro amico è un ufficiale dei cosacchi. Tali persone non possono essere dei banditi.

 Come sapete questo? esclamò Fedoro.

 Lo so e basta, è vero, signor Rokoff? disse il capitano. Più tardi mi racconterete le vostre avventure; per ora occupiamoci del mio «Sparviero».

I PRODIGI DELLARIA LIQUIDA

Il capitano si alzò, fece il giro del ponte guardando limmensa pianura che si estendeva sotto la macchina volante, si fermò un istante dinanzi ai barometri ed ai termometri appesi alla balaustrata, scambiò alcune parole col macchinista in una lingua sconosciuta, poi tornando verso la tavola, accese una sigaretta e si sedette.

 Ditemi, signori miei, disse, guardando con aria di grande condiscendenza i suoi due compagni di viaggio siete soddisfatti delle evoluzioni compiute dal mio «Sparviero»?

 È una macchina perfetta, davvero stupefacente disse Rokoff con convinzione.

 È lo scioglimento della questione della navigazione aerea aggiunse Fedoro.

 Sì, il vero scioglimento disse il capitano, Da parecchi lustri, gli scienziati studiano invano per trovare un pallone dirigibile che permetta alluomo di solcare laria con piena sicurezza e senza porsi in balia delle correnti aeree così mutabili e sovente così pericolose. Quali risultati hanno ottenuto i loro studi? Nessuno di certo che sia per lo meno pratico. E sapete il perché? Perché hanno trascurato la meccanica, ostinandosi invece collidrogeno. Le innumerevoli catastrofi che si sono susseguite dallinnalzamento delle prime mongolfiere agli ultimi e più perfezionati palloni, non li hanno ancora persuasi che col gas non si deve avere troppa sicurezza. Si è fatto un gran chiasso intorno agli esperimenti di Giffard e di Renard coi loro palloni dirigibili, perché questultimo era riuscito, con tempo calmo, a compiere un breve tragitto tornando al punto di partenza; ha sollevato immenso entusiasmo il brasiliano Santos Dumont; si attendono meraviglie dal pallone del conte da Schio, un italiano, e da altri ancora. Ebbene si provino costoro a tentare una lunga traversata, a sfidare venti impetuosi, ad affrontare uragani. I loro palloni, nonostante le loro eliche e la forza delle loro macchine, verranno abbattutti, squilibrati, trascinati e altre catastrofi si seguiranno.

 Lo credo anchio disse Rokoff.

 Per molto tempo proseguì il capitano mi sono pur io ostinato coi palloni dirigibili. Ho fatto costruire fusi semplici e accoppiati, ho fatto perfezionare macchine a petrolio ed a benzina, spendendo somme enormi e senza risultati pratici. Eppure oggi abbiamo motori potenti e leggeri, abbiamo metalli del pari leggeri e solidi quanto il ferro, abbiamo mille perfezionamenti nella meccanica e anche delle forze che ieri ancora erano sconosciute e che se fossero state note trentanni or sono, avrebbero segnato un completo trionfo per Spencer e per Kaufmann.

 Chi sono costoro? chiese Fedoro, il quale ascoltava attentamente il capitano.

 È qui che vi aspettavo per dimostrarvi che la questione della navigazione aerea, avrebbe potuto essere stata risolta da trenta e più anni. Nel 1868, allesposizione del classico Palazzo di cristallo di Londra, fra i vari palloni più o meno dirigibili, venivano presentate due macchine volanti: una ideata da Spencer, laltra da Kaufmann. Salvo alcune modificazioni da me introdotte, rassomigliavano nelle forme al mio «Sparviero». Provate su corde tese, lunghe quattrocento metri, e trattenute da pulegge scorrenti, avevano dato risultati stupefacenti. Che fossero perfette, io non lo credo, ma se lo Spencer e Kaufmann avessero proseguito i loro studi, io sono convinto che a questora gli uomini volerebbero per laria gareggiando cogli uccelli. Che cosa ho fatto io? Ho modificato le loro macchine, scartando però i loro motori a carbone, troppo pesanti e poco maneggiabili. Al ferro ho surrogato lalluminio, molto più leggero ed egualmente resistente; al carbone una forza ben più poderosa, poco costosa, ieri ancora ignota e che domani metterà in azione locomotive, corazzate, telai, automobili e che risolverà tutti i problemi della dinamica. Questa forza me lha data laria liquida.

 Laria liquida! esclamarono Rokoff e Fedoro.

 Quando Tripler pel primo riuscì ad ottenerla, non si immaginava certo di aver scoperta una forza che porterà la rivoluzione nel mondo. Solamente molto più tardi doveva accorgersi dellimportanza straordinaria della sua scoperta. Pensate che laria liquida ha circa cento volte il potere espansivo del vapore e che essa comincia a produrre la sua forza nel medesimo istante in cui è esposta allaria esterna. Per ottenere il vapore è necessario che lacqua raggiunga una temperatura di 212° Fahrenheit, ossia che se lacqua entra nelle caldaie a 50° di calore, se ne devono immettere in essa altri 162° prima che possa fornire una libbra di pressione. Laria liquida invece ne dà venti. Valendomi dunque degli studi fatti dal Tripler e da altri scienziati, e specialmente dallEstergren, che ha già applicato laria liquida a molti meravigliosi congegni, ho costruito un motore duna solidità a tutta prova, duna leggerezza unica, il quale mi fornisce a esuberanza la forza necessaria per far muovere le ali del mio «Sparviero» e le eliche. Come vedete, una cosa semplicissima. Unaltra macchina, costruita nelle officine dellEstergren, mi fornisce laria necessaria con una spesa modicissima ed in tale quantità da non saper che cosa farne, perché in una sola ora me ne procura tanta da bastarmi per una settimana. Ma vi è di più. Fa troppo caldo? Metto in azione il mio ventilatore e ottengo in pochi istanti una temperatura da Siberia. Ho dei viveri da conservare? Li metto nelle celle refrigeranti del mio fuso e li gelo ed ecco perché posso farvi assaggiare delle trote pescate due mesi or sono nel San Lorenzo o dei pasticci acquistati a San Francisco o della frutta raccolta nelle isole dellOceano Pacifico. Voglio sparare il cannoncino che tengo là dietro la macchina? È laria liquida che me ne dà la forza, senza ricorrere alla polvere. Voglio far saltare mezza città? Non faccio altro che immergere un pezzo di lana nella mia aria liquida ed ecco che infiammandosi esplode con tutta la terribile violenza del cotone fulminante. A suo tempo, se le circostanze lo esigeranno, ve ne darò la prova.

 Ma da dove venite voi? Chi siete? domandò Rokoff, che lo guardava quasi con terrore.

 Da dove vengo? DallOceano Pacifico, per ora. Chi sono io? Il capitano dello «Sparviero». Venite: ecco delle cose interessanti da vedere. Le tombe dei Ming! Unaltra meraviglia che vale veramente la pena di guardare con attenzione.

Quello strano personaggio si era vivamente alzato dirigendosi verso la prora, dove la grande elica che serviva di rimorchio e forsanche di direzione, turbinava velocemente.

Rokoff e Fedoro, che non si erano ancora rimessi dal loro stupore, stettero un momento seduti, guardandosi lun laltro, poi seguirono il capitano senza parlare.

Lo «Sparviero» si dirigeva verso una collina verdeggiante, sulla quale si vedevano biancheggiare delle strane costruzioni.

Sotto, la pianura salzava gradatamente, coltivata a piante di gelso e di cotone, intersecata da torrentelli che parevano nastri dargento e cosparsa di capanne di fango secco e di paglia.

Dei contadini di quando in quando apparivano fra i solchi e dopo un momento di stupore, fuggivano urlando come ossessi, alla vista della macchina volante.

 Sapete come si chiama quella collina? chiese il capitano ai suoi ospiti?

 No, signore rispose Fedoro. Non sono mai andato oltre Pechino. Dopo la distruzione di Taku, la presa di Tient-tsin e lentrata delle truppe europee nella capitale, luomo bianco non osa più inoltrarsi nelle provincie interne della Cina.

 È vero disse il capitano. Gli europei e gli americani, colla loro grande spedizione, credevano di aprire per sempre le barriere cinesi ed invece le hanno chiuse più di prima. I boxer vivono ancora dovunque e la tremenda lezione non è bastata a calmarli.

 E quella collina? chiese Rokoff.

 È la Scisan-ling, ossia dalle tredici fosse rispose il capitano. Là vi sono le famose tombe della dinastia dei Ming.

 E andiamo a vederle?

 Vi passeremo sopra.

Si appoggiò al bordo e si rimise a fumare, tenendo gli sguardi fissi sulla collina che pareva si precipitasse incontro allo «Sparviero» con velocità straordinaria.

Intanto nelle vallette, allombra di gruppi di pini e di ginepri, cominciavano ad apparire numerose tombe, appartenenti probabilmente a ricchi personaggi od a principi. Quasi tutte avevano la forma di tartarughe gigantesche, portanti sul clipeo delle tavole di marmo piene discrizioni con ai lati colossali leoni e chimere di bronzo o di pietra bigia.

Lo «Sparviero», rallentata la corsa, dopo essersi innalzato di altri trecento metri onde poter dominare tutta intera la collina, ridiscese imboccando una stretta valletta che sinoltrava fra profondi burroni, e si arrestò al disopra dun vasto spiazzo dove si vedevano delle superbe costruzioni.

Era il parco sepolcrale dei Ming, uno dei più splendidi che si vedono nel circondario di Pechino.

Esso si trova a circa quaranta chilometri dalla capitale, in un luogo solitario della catena dei Tiencia, fra gruppi di pini che formano dei bellissimi viali ombrosi e di querce grossissime.

Vi si penetra per un immenso porticato di marmo bianco, il quale mette in un viale abbellito da statue che rappresentano dei mandarini, dei sacerdoti e dei guerrieri, elefanti, cammelli, leoni, cavalli e liocorni mostruosi, alcuni in piedi ed altri inginocchiati e alti due, tre e perfino quattro metri.

Vi sono monumenti bellissimi, fra i quali spicca il tempio dei sacrifici sostenuto da sessanta colonne di lauro alte ognuna tredici metri, con una circonferenza di tre.

Lo «Sparviero» descrisse parecchi giri al disopra del parco, poi deviando bruscamente prese la corsa verso il nord-ovest, attraverso le montagne dei Tiencia.

Dove andava? Rokoff e Fedoro avrebbero desiderato saperlo, ma non osarono chiederlo.

Il capitano, daltronde non pareva disposto a soddisfare la loro curiosità, perché li aveva bruscamente lasciati dirigendosi verso poppa, dove si trovava il macchinista.

Si sedette dietro la ruota e dopo aver scambiato alcune parole col suo compagno, si era messo a osservare il paese circostante, senza più occuparsi dei suoi ospiti.

 Ebbene, Fedoro, che cosa ne dici di tutto ciò? chiese Rokoff. A me pare di essermi risvegliato in questo momento e daver sognato.

 Anchio mi domando ancora se sono vivo o morto rispose il russo. Vi sono certi momenti in cui dubito di non essere stato ammazzato. Se non avessi veduto coi miei occhi Pechino, mi crederei in un nuovo mondo.

 Infatti, lavventura è strana, Fedoro, tale da far impazzire. Trovarci dinanzi alla morte e risvegliarci in aria in viaggio per lEuropa! Quando noi lo racconteremo ai nostri amici, non ne troveremo uno che ci crederà.

 Mostreremo loro lo «Sparviero».

 Se ci porterà fino a Odessa. Il capitano ha detto che vuole raggiungere lEuropa, ma non dove ci deporrà disse Rokoff.

 E chi credi che sia quelluomo?

 Non te lo saprei dire, perché mi ha detto che parla tutte le lingue.

 Un gran dotto di certo.

 E anche un originale, Fedoro.

 E non vuole dirci dove ci trasporterà ora.

 Attraverso lAsia.

 Un, viaggio meraviglioso disse il russo.

 Che non mi rincresce affatto aggiunse Rokoff.

 E che compiremo presto, perché questa macchina mi pare dotata di una velocità tale da sfidare gli uccelli.

 Filiamo come le rondini, Fedoro. Guarda come spariscono i campi, i boschi e i villaggi! Questa macchina volante è una vera meraviglia.

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