Centinaia e centinaia di thugs erano caduti per sua mano, e giorno e notte egli inseguiva gli altri senza tregua, potentemente aiutato dal governo inglese. Né i lacci degli strangolatori, né i pugnali dei più fanatici settari erano giunti a colpirlo, né le più infernali trame avevano avuto successo contro di lui.
Suyodhana, che lo temeva assai, gli lanciò contro Tremal-Naik promettendogli per compenso la mano della vergine della pagoda dOriente, così infatti aveva nome la fanciulla dai capelli neri amata dal mio padrone. La testa del capitano doveva essere il regalo di nozze!
E Tremal-Naik accettò? chiese la Tigre, con viva ansietà.
Egli amava troppo la Vergine e accettò lorribile patto di sangue impostogli dal padre delle sacre acque del Gange, lo spietato Suyodhana. Non vi narrerò tutto ciò che egli tentò, tutti i pericoli in cui incorse per poter avvicinare quel disgraziato capitano.
Una fortuita combinazione gli procurò il mezzo di diventare uno dei suoi servi, ma un giorno venne scoperto e dovette penare assai per ricuperare la libertà e salvare la vita.
Non rinunziò tuttavia ad effettuare limpresa impostagli dai thugs ed un giorno riuscì ad imbarcarsi su di una nave che il capitano Macpherson guidava verso le Sunderbunds per assalire nel loro covo i seguaci della sanguinaria dea.
Listessa notte, scortato da alcuni complici, entrava nella cabina del capitano per decapitarlo. La sua coscienza gli gridava di non commettere un delitto, perché la vita di quelluomo doveva essere sacra per lui, ed il suo sangue si ribellava; pure era deciso, poiché solamente uccidendo quel formidabile avversario avrebbe potuto avere la fidanzata: o almeno così credeva, non conoscendo ancora linfernale perversità del fanatico Suyodhana.
E lo uccise? chiesero Sandokan e Yanez, con ansietà.
No disse Kammamuri. In quel supremo istante il nome della donna amata sfuggì dalle labbra del mio padrone e fu udito dal capitano che stava per risvegliarsi. Quel nome fu un colpo di fulmine per entrambi: risparmiò un assassinio ed un raccapricciante delitto, poiché quel capitano era il padre della donna amata dal mio padrone.
Per Giove! esclamò Yanez. Quale storia tremenda ci narri!
La verità, signor Yanez.
Ma il tuo padrone non conosceva il nome della sua fidanzata?
Sì, ma il padre ne aveva assunto un altro per non far comprendere ai thugs che egli lottava per riavere la figlia, perché temeva che, conoscendolo, gliela uccidessero.
Continua disse Sandokan.
Ciò che accadde potete immaginarvelo. Il mio padrone confessò tutto: aveva finalmente compreso linfernale astuzia di Suyodhana. Si offerse al capitano di guidarlo nelle caverne dei settari. Sbarcarono a Raimangal, il mio padrone entrò nel tempio sotterraneo fingendo di portare con sé la testa del capitano e, quando poté rivedere la fanciulla amata, glinglesi piombarono sui thugs. Suyodhana, però, uscì vivo dallassalto improvviso dei nemici, e quando il mio padrone, il capitano, la fidanzata ed i soldati lasciarono i sotterranei per ritornare alla nave, lo udirono gridare con voce minacciosa:
«Ci rivedremo nella jungla!».
E quelluomo sinistro manteneva la parola. A Raimangal si erano radunate parecchie centinaia di strangolatori essendo già stati informati della spedizione del capitano Macpherson. Guidati da Suyodhana piombarono, venti volte più numerosi, sugli inglesi. Lequipaggio della nave invano accorse in aiuto del suo capitano. Tutti caddero fra le erbe giganti della jungla, schiacciati dal numero, e il capitano per primo. Perfino la nave fu presa, incendiata e fatta saltare in aria.
Solo Tremal-Naik e la sua fidanzata erano stati risparmiati. Aveva rimorso, Suyodhana, a spegnere anche il mio padrone che tanto aveva fatto per queglinfami, oppure sperava di fare di lui un thug? Io non lo seppi mai.
Ma, tre giorni dopo, il mio padrone, che era stato fatto impazzire mediante la somministrazione di un liquore misterioso, veniva arrestato dalle autorità inglesi presso il forte Williams. Era stato denunciato come thug ed i testimoni non erano mancati, poiché quella setta conta numerosi seguaci anche a Calcutta.
Fu risparmiato perché era pazzo, ma condannato alla deportazione perpetua nellisola di Norfolk, una terra al sud duna regione chiamata Australia, così mi dissero.
Quale spaventevole dramma! esclamò la Tigre, dopo alcuni istanti di silenzio. Così intensamente Suyodhana odiava lo sventurato Tremal Naik?
Il capo dei settari voleva, facendo decapitare il capitano dal mio padrone, spegnere per sempre la passione che ardeva nel cuore della vergine della pagoda.
Era un mostro quel feroce capo dei thugs.
Ma il tuo padrone è ancora pazzo? chiese Yanez.
No, i medici riuscirono a guarirlo.
E non si difese? Non svelò tutto?
Lo tentò, ma non fu creduto.
Ma perché si trova a Sarawak?
Perché il legno che lo trasportava a Norfolk naufragò presso Sarawak. Disgraziatamente nelle mani del rajah non ci starà molto.
E perché?
Perché la nave è già partita dallIndia e fra sei o sette giorni, se i miei calcoli non mingannano, giungerà a Sarawak. Quella nave è diretta a Norfolk.
Come si chiama quella nave?
LHelgoland.
Lhai vista tu?
Prima di lasciare lIndia.
E dove ti recavi colla Young-India?
A Sarawak a salvare il mio padrone disse Kammamuri con fermezza.
Solo?
Solo.
Sei un giovanotto audace, maharatto mio disse la Tigre della Malesia. E della vergine della pagoda dOriente cosa fece il terribile Suyodhana?
La tenne prigioniera nei sotterranei di Raimangal, ma la disgraziata, dopo il sanguinoso assalto dei thugs nella jungla, era impazzita.
Ma come fuggì dalle mani dei thugs? chiese Yanez.
È fuggita? domandò Sandokan
Sì, fratellino.
E dove si trova?
Lo saprai più tardi. Narrami, Kammamuri, in che modo fuggì disse Yanez.
Ve lo dirò in due parole disse il maharatto. Io ero rimasto coi thugs anche dopo latroce vendetta di Suyodhana, e vegliavo attentamente sulla vergine della pagoda. Saputo, dopo parecchio tempo, che il mio padrone era stato condannato alla deportazione nellisola di Norfolk e che la nave che lo trasportava era naufragata a Sarawak, meditai la fuga. Comperai un canotto, lo nascosi in mezzo alla jungla, e una sera dorgia, mentre i thugs, ubriachi fradici, non erano più in grado di uscire dai loro sotterranei, mi recai alla pagoda sacra, pugnalai glindiani che la custodivano, afferrai fra le mie braccia la Vergine e fuggii.
Allindomani io ero a Calcutta e quattro giorni dopo a bordo della Young-India.
E la Vergine? chiese Sandokan.
È a Calcutta saffrettò a dire Yanez.
È bella?
Bellissima disse Kammamuri. Ha i capelli neri e splendidi occhi scuri.
E si chiama?
La vergine della pagoda, vi ho detto.
Non ha nessun altro nome?
Sì.
Dimmelo.
Si chiama Ada Corishant.
A quel nome la Tigre della Malesia aveva fatto un balzo, gettando un urlo terribile.
Corishant! Corishant! Il nome delladorata madre della mia povera Marianna! Dio! Dio! urlò con accento disperato.
Poi piombò sul tappeto con la faccia orribilmente sconvolta e le mani contratte sul cuore. Un rauco singhiozzo, che parve un ruggito, lacerò il suo petto.
Kammamuri, spaventato, sorpreso, si era alzato per accorrere in aiuto del pirata, che pareva fosse stato colpito a morte, ma due mani robuste lo arrestarono.
Corishant! Corishant! Il nome delladorata madre della mia povera Marianna! Dio! Dio! urlò con accento disperato.
Poi piombò sul tappeto con la faccia orribilmente sconvolta e le mani contratte sul cuore. Un rauco singhiozzo, che parve un ruggito, lacerò il suo petto.
Kammamuri, spaventato, sorpreso, si era alzato per accorrere in aiuto del pirata, che pareva fosse stato colpito a morte, ma due mani robuste lo arrestarono.
Una parola gli disse il portoghese, tenendolo stretto per le spalle. Come si chiamava il padre di quella giovinetta?
Harry Corishant rispose il maharatto.
Gran Dio! Ed era?
Capitano dei sipai.
Esci di qui!
Ma perché? Che cosa è accaduto?
Silenzio, esci di qui!
E, riafferrandolo per le spalle, lo spinse bruscamente fuori della porta, che richiuse con un doppio giro di chiave.
5. La caccia allHelgoland
Il pirata di Mompracem si era prontamente rimesso da quella terribile commozione. La sua faccia, quantunque ancora alterata, aveva ripreso la sua fiera espressione che incuteva rispetto e terrore ai più coraggiosi, e sulle sue labbra, quantunque un po scolorite, errava un malinconico sorriso.
Grosse gocce di sudore imperlavano però la sua ampia fronte, lievemente corrugata, e una fiamma sinistra brillava in quegli sguardi che penetravano nel più profondo dei cuori.
È passata la tempesta? chiese Yanez, sedendosi accanto a lui.
Sì disse la Tigre, con voce sorda.
Ogni volta che tu odi un nome che ti ricorda Marianna ti agiti e stai male.
Ho troppo amato quella donna Yanez. Quel ricordo così bruscamente evocato mi ha fatto più male di una palla di carabina che fosse entrata nel mio petto Marianna, mia povera Marianna!
Un secondo singhiozzo lacerò il petto della Tigre.
Coraggio, fratello mio disse Yanez, che era assai commosso. Non dimenticare che tu sei la Tigre della Malesia.
Certi ricordi sono tremendi anche per una tigre.
Vuoi che parliamo di Ada Corishant?
Parliamone, Yanez.
Credi a quanto ha narrato il maharatto?
Credo, Yanez.
Che cosa farai?
Yanez rispose Sandokan con voce triste, ti ricordi ciò che disse una sera, sotto la fresca ombra di un maestoso durion, mia moglie?
Sì, me lo ricordo. «Sandokan, mio prode amico, ti disse, ho una cugina che idolatro nella lontana India. È figlia dun fratello di mia madre».
Avanti, Yanez.
Proseguo. «Ella è scomparsa, non si sa dove sia. Si dice che i thugs indiani labbiano rapita; Sandokan, mio prode amico, salvala, restituiscila alladdolorato suo genitore».
Basta, basta, Yanez! esclamò il pirata con voce straziante. Oh, quei ricordi mi lacerano il cuore. E non poter riveder più quella povera donna! Marianna, mia adorata Marianna!
Il pirata si era preso il capo fra le mani e rauchi singhiozzi sollevavano il suo atletico petto.
Sandokan disse Yanez, sii forte.
Il pirata rialzò il capo.
Sono forte, rispose.
Vuoi che riprendiamo il discorso?
Sì.
Purché tu sia calmo.
Lo sarò.
Che cosa farai per Ada Corishant?
Che cosa farò? E me lo chiedi? Andrò subito a salvarla, poi andrò a Sarawak a liberare il suo fidanzato.
Ada Corishant è salva, Sandokan disse Yanez.
Salva! salva! esclamò il pirata balzando in piedi.
Dovè?
Qui.
Qui! E perché non me lhai detto prima?
Perché quella giovinetta somiglia alla tua defunta moglie, quantunque non abbia né i capelli doro, né gli occhi azzurri come il mare. Io temevo che tu nel vederla provassi un fiero colpo.
Io voglio vederla, Yanez, iovoglio vederla!
La vedrai subito.
Aprì la porta. Kammamuri, in preda ad una indicibile ansietà, era seduto su un gabbione sfondato aspettando di venire chiamato.
Signor Yanez! esclamò con voce tremante, lanciandosi verso il portoghese.
Calma, Kammamuri.
Salverete il mio padrone?
Lo speriamo disse Yanez.
Grazie, signore, grazie!
Mi ringrazierai quando lavremo salvato. Ora scendi al villaggio e conduci qui la tua padrona.
Il maharatto discese la stretta scala a precipizio mandando urla di gioia.
Bravo giovanotto mormorò il portoghese.
Rientrò e si avvicinò a Sandokan, che era tornato a sedersi e teneva il viso nascosto fra le mani.
A cosa pensi, fratello mio? gli chiese con voce affettuosa.
Al passato, Yanez rispose il pirata.
Non pensare mai al passato, Sandokan. Tu lo sai, ti fa soffrire. Dimmi, quando partiremo?
Subito.
Per Sarawak?
Per Sarawak.
Avremo un osso duro da rodere. Il rajah di Sarawak è potente e odia terribilmente i pirati.
Lo so, ma i nostri uomini si chiamano i tigrotti di Mompracem ed io la Tigre della Malesia.
Andremo direttamente a Sarawak o incroceremo presso le coste?
Incroceremo nella vasta baia. Bisogna, prima di sbarcare, affondare lHelgoland.
Comprendo il tuo piano.
Lo approvi?
Sì, Sandokan, e
Si arrestò di botto. La porta erasi improvvisamente aperta e sulla soglia era apparsa Ada Corishant, la vergine della pagoda dOriente.
Guardala, Sandokan! esclamò il portoghese.
Il pirata si volse. Nel vedere quella donna ritta sulla soglia della porta emise un urlo e indietreggiò, vacillando, fino al muro.
Quale somiglianza! esclamò. Quale somiglianza!
La pazza non si era mossa, conservava una immobilità assoluta, ma guardava fisso il pirata.
Dimprovviso fece due passi innanzi e pronunciò una parola:
Dei thugs?
No disse Kammamuri che laveva seguita. No, padrona, non sono thugs.
Ella scosse il capo, si avvicinò a Sandokan che pareva non fosse capace di staccarsi dal muro, e gli mise una mano sul petto. Pareva che cercasse qualcosa.
Dei thugs? ripeté ella.
No, padrona, no disse il maharatto.
Ada aprì il gran mantello di seta bianca mettendo allo scoperto una corazza doro tempestata di grossi diamanti, in mezzo alla quale campeggiava, in alto rilievo, un serpente con la testa di donna.
Guardò a lungo quel misterioso simbolo degli strangolatori indiani, poi guardò il petto di Sandokan.
Perché non vedo il serpente? chiese con voce lievemente alterata.
Perché questi uomini non sono thugs disse Kammamuri.
Un lampo balenò negli occhi della pazza, ma subito si spense. Aveva compreso ciò che aveva detto Kammamuri? Forse.
Kammamuri disse Yanez sottovoce. Se tu pronunciassi il nome del suo fidanzato?
No, no! esclamò il maharatto con terrore. Essa cadrebbe in
deliquio.
È sempre così tranquilla?
Sempre, ma fate che non oda lo squillo di un ramsinga o di un tarè, e che non veda un laccio o una statua della dea Kalì.
Perché?
Perché allora fugge e per parecchi giorni delira.
In quellistante la pazza si volse, dirigendosi a lenti passi verso la porta. Kammamuri, Yanez e Sandokan, il quale si era rimesso dalla sua viva commozione, la seguirono.
Che cosa vuol fare? chiese Yanez.
Non lo so rispose il maharatto.
La pazza, appena uscita, si era arrestata, guardando con curiosità le trincee e le palizzate che difendevano la capanna, poi sincamminò verso lorlo della gigantesca rupe, guardando il mare che muggiva lungo le scogliere dellisola.