Ecco le tombe riservate ai marinai, disse il capitano, con un sospiro.
Ed ecco un cadavere che forse un giorno rimpiangeremo, soggiunse sottovoce il bosmano, scotendo tristemente il capo. Speriamo che Dio non lo voglia!
Fortunatamente nessuno aveva udite quelle terribili parole. I marinai, già molto impressionati e non poco scoraggiati, si erano rimessi in osservazione, dispersi qua e là a gruppetti, interrogando ansiosamente lorizzonte e spiando i pesci, che di quando in quando si mostravano intorno alla zattera, guardandosi bene però dal lasciarsi prendere. A mezzogiorno don Josè, che non voleva a nessun costo allarmare i suoi uomini, finse di fare il punto, quantunque il sestante e il cronometro fossero inservibili.
Bah, non siamo che a centosettanta miglia dalla baia, disse ai marinai che lo circondavano, ansiosi di conoscere la posizione della zattera. Un po di vento che soffi e andremo a riposarci sotto lombra dei cocchi e dei niaulis.
Mentiva, poiché pochi minuti dopo abbordava don Pedro che usciva dalla tenda sotto la quale si riposava Mina, dicendogli sottovoce.
Brutte nuove.
Perché? chiese il giovane, non senza dimostrare una profonda apprensione.
La linea che avevo scorto stamane e che poteva essere una montagna non è più visibile.
Scomparsa?
Purtroppo!
Che cosa ne arguite, don Josè?
Che la zattera si sia molto spostata.
Verso quale direzione?
Settentrione, se le nostre bussole sono sempre esatte.
Allora abbiamo oltrepassata già la baia.
Non posso assicurarvelo, don Pedro. Nondimeno ho qualche dubbio.
Che cosa accadrà di noi, se il vento e le correnti ci spingono lontani dalla nostra meta?
Chi può dirlo?
Io provo, comandante, una profonda angoscia. Pensate che domani anche lo sword-fish sarà finito e voi sapete a quale prezzo labbiamo acquistato.
Con una vita umana, rispose il capitano con voce triste. Chissà! Qualche volta il mare offre delle risorse. Ah, se si potesse scorgere qualche vela!
Cè qualche probabilità di un simile incontro? chiese don Pedro.
Il capitano dellAndalusia fece con le mani un gesto vago, poi disse con voce lenta, quasi esitante:
Siamo fuori dalla rotta che tengono i velieri che vanno alle isole della Sonda e nei mari della Cina. Incontrarne una sarebbe una fortuna insperata. Già io, francamente, non calcolo su quelli. Voi siete figlio di uomo di mare e ve lo dico. A nessuno dei miei uomini farei una simile confidenza.
Prevedete dei tristi giorni, don Josè?
Io non sono Dio, rispose il capitano. Il nostro destino è nelle sue mani.
Dopo mezzogiorno una brezza fresca, cosa veramente insolita sotto quei climi ardenti, si era levata soffiando però sempre da sud-est, ciò che doveva spingere la zattera oltre i capi settentrionali della Nuova Caledonia. Invano il bosmano cercava di regolare la corsa del galleggiante: la deriva era sempre accentuata, perfino troppo. Quel venticello fresco, quantunque soffiasse irregolarmente, aveva però rinfrancato un po lequipaggio, facendogli balenare la speranza di un non lontano approdo. Anche la comparsa di alcuni uccelli marini, che non si erano più visti dopo la furiosa burrasca che aveva mandato lAndalusia sui frangenti, aveva contribuito non poco a calmare le apprensioni dei naufraghi. Non erano né albatros, né fregate, volatili che si possono incontrare anche a mille miglia al largo dalle isole o dai continenti, ma sule, che ordinariamente non si allontanano troppo dalle coste, e rondoni marini che hanno i loro nidi fra le scogliere degli isolotti. Per di più un gran numero di alghe apparivano in mezzo a una certa polvere giallastra, che i marinai inglesi chiamano sano-dustol, ossia segatura di legno, e che è prodotta da unalga microscopica che si polverizza facilmente sotto limpeto delle onde e che cresce in prossimità delle spiagge. Il capitano a cui nulla sfuggiva, dopo aver notato quelle novità si era affrettato a entrare nella tenda dove don Pedro teneva compagnia a sua sorella, prospettandole sempre la speranza di un prossimo approdo, affinché la fanciulla non si perdesse danimo. Dobbiamo però dire che Mina, quantunque non abituata ai disagi delle lunghe navigazioni, si era mantenuta sempre calma e non aveva perso nulla del suo coraggio.
Qualche buona notizia? aveva subito chiesto don Pedro, vedendo entrare il comandante.
Da certi segni ritengo che la terra non sia molto lontana, aveva risposto don Josè.
Siamo sempre sulla linea della Nuova Caledonia?
A settentrione non vi sono isole oltre quella di Bualabea che chiude la baia omonima. Credo quindi fermamente di avere davanti a noi la grande terra dei Kanaki.
E quando arriveremo, capitano? chiese Mina.
Io non posso per ora rispondere alla vostra domanda, señorita, rispose don Josè. Tutto dipende dal vento, e questo, disgraziatamente, non soffia sempre forte. E poi cè qualche corrente che ci fa sempre andare verso settentrione.
Pensate che domani i viveri saranno nuovamente terminati? disse don Pedro.
Quando si ha dellacqua si può resistere alcuni giorni. E poi la terra non è molto lontana e un giorno o laltro ce la vedremo sorgere davanti con le sue fresche e meravigliose foreste cariche di frutta deliziosa Coraggio, mio povero amico: il tesoro della Montagna Azzurra non ci porterà sfortuna!
La notte fu tuttaltro che buona, appunto a causa dei cavalloni che arrivavano con un certo impeto. Qualche burrasca doveva essere scoppiata molto lontano e i poveri naufraghi ne subivano le conseguenze. Quantunque ci fosse una grande agitazione fra lequipaggio che non riusciva a chiudere occhio, poiché il rollio li faceva rotolare ora avanti e ora indietro, il bosmano, don Josè e don Pedro non dimenticarono di esercitare, a turno, una rigorosa sorveglianza con la speranza di sorprendere il traditore. Ma sia che il miserabile si fosse accorto che vigilavano attentamente sulla cassa contenente gli strumenti o che si fosse accontentato dei gravissimi danni commessi, non si lasciò prendere. Nessun marinaio si era avvicinato alla piccola tenda. Solo Emanuel, il giovane mozzo che godeva la simpatia di tutti, eccettuata quella del bosmano, e che era il meno sospettabile, durante il suo turno di guardia si era fermato qualche istante dietro la tenda per cercare un pezzo di fune e un chiodo per prepararsi un amo da pesca. Quando il sole tornò a mostrarsi allorizzonte, la situazione non era cambiata. Londata pesante che veniva da est, non era cessata e nessuna terra era in vista.
Nulla, sempre nulla! esclamò il capitano facendo un gesto di disperazione. Poi soggiunse sottovoce: E non poter sapere dove ci troviamo, per colpa di un miserabile!
I marinai erano divenuti cupi, tristi, con la disperazione più profonda dipinta sul viso. Lo avevano circondato interrogandolo con lo sguardo.
Coraggio, amici, disse don Josè, riacquistando prontamente tutta la sua energia. La Nuova Caledonia non può essere lontana. Se il vento si alza, in poche ore potremo raggiungerla.
I viveri questoggi saranno finiti, signore, osservò un marinaio.
Che cosa accadrà di noi domani se non riusciremo a catturare nessun pesce? osservò un altro.
Non si muore di fame per un digiuno di ventiquattro o quarantottore, rispose il capitano. La mancanza dacqua sarebbe ben più terribile.
E se il digiuno dovesse prolungarsi per delle settimane? chiese un altro. Sono tre giorni che viviamo con una razione infima.
Nulla, sempre nulla! esclamò il capitano facendo un gesto di disperazione. Poi soggiunse sottovoce: E non poter sapere dove ci troviamo, per colpa di un miserabile!
I marinai erano divenuti cupi, tristi, con la disperazione più profonda dipinta sul viso. Lo avevano circondato interrogandolo con lo sguardo.
Coraggio, amici, disse don Josè, riacquistando prontamente tutta la sua energia. La Nuova Caledonia non può essere lontana. Se il vento si alza, in poche ore potremo raggiungerla.
I viveri questoggi saranno finiti, signore, osservò un marinaio.
Che cosa accadrà di noi domani se non riusciremo a catturare nessun pesce? osservò un altro.
Non si muore di fame per un digiuno di ventiquattro o quarantottore, rispose il capitano. La mancanza dacqua sarebbe ben più terribile.
E se il digiuno dovesse prolungarsi per delle settimane? chiese un altro. Sono tre giorni che viviamo con una razione infima.
Io non ne mangio più di te
È vero, capitano Ulloa, risposero tutti gli altri in coro.
Si sciolsero, disponendosi sui bordi della zattera con la speranza di poter catturare qualche pesce o di sorprendere quel maledetto squalo che si teneva ostinatamente nascosto sotto il galleggiante, mettendo in fuga con la sua presenza tutti gli altri pesci. A mezzogiorno, non avendo preso assolutamente nulla, sebbene possedessero tre o quattro buone canne da pesca, il capitano divise laltra metà dello sword-fish, che fu immediatamente divorata. Perfino Mina, dopo molte esitazioni, fu costretta a seguire lesempio degli altri, avendo ormai terminata la sua magrissima provvista di prosciutto salato e il suo ultimo biscotto. Un senso di vero terrore colse i marinai, quando rivolsero il loro sguardo verso la cassa vuota che aveva contenuta la loro ultima risorsa. Fortunatamente parve che Dio avesse compassione di quei disgraziati, poiché qualche ora dopo, Emanuel, che stava sempre in vedetta, non prendendo che dei brevissimi riposi, segnalò uno stormo di giganteschi pesci-volanti che avanzavano da ponente, descrivendo fulminee parabole, perseguitati accanitamente da una sciame di quei grossi uccellacci, dal becco robustissimo, chiamati rompitori dossa. Dovevano avere degli altri nemici sottacqua, delle dorate o dei pesci-spada, perché se non sono minacciati, i pesci-volanti non si abbandonano troppo spesso a quella ginnastica indiavolata. Un grido di gioia si era alzato fra lequipaggio a cui aveva subito risposto una voce:
A me una canna! Lasciate fare! Li prenderò al volo!
Un marinaio, barbuto e dalla muscolatura potente, era balzato in piedi fissando lo sguardo sui peschi che si dirigevano verso la zattera.
Datemi un avanzo qualsiasi dello sword-fish! aveva subito aggiunto. Mi incarico io di catturarne qualcuno.
Ci sono ancora delle budella, aveva risposto un altro marinaio.
Presto tagliamone un pezzo.
Che cosa vuoi fare, John? chiese il capitano al pescatore improvvisato. Vuoi cogliere al volo quei pesci che se non minganno, sono lunghi quasi come te?
Sì, capitano, e con lamo, rispose il marinaio che era un nordamericano. Quando ero in California non tornavo mai alla spiaggia senza rimorchiarmi dietro quattro o cinque di quelle bestie.
E tu vuoi catturare un pesce che pesa almeno duecento libbre? Sono dei giganti, quelli!
Li conosco capitano: aspettate e vi mostrerò come noi americani peschiamo al voloCamerati, vi assicuro unabbondante cena!
Quantunque nessuno avesse molta fiducia nel marinaio che si proponeva, con una semplice canna, di arrestare di colpo quei volatili di mare, si erano tutti ritirati verso poppa per lasciarlo libero di eseguire il suo colpo maestro. Mina, avvertita da suo fratello di quella pesca straordinaria, si era unita a loro. I pesci-volanti, che erano quattro o cinquecento per lo meno, continuavano a fuggire, avanzando verso la zattera. Stretti da vicino dai loro nemici acquatici e perseguitati non meno accanitamente dai feroci rompitori di ossa che li afferravano al volo, descrivevano dei fulminei zig-zag, vibrando disperatamente le loro natatoie, poi si lasciavano cadere a piombo sollevando enormi spruzzi dacqua. Lamericano, ritto a qualche passo dal margine della zattera, con le gambe ben allargate, faceva fischiare la sua lunga funicella alla quale era attaccato un solido amo, imprimendole un rapidissimo movimento circolare. Aspettava il momento buono per fare il colpo che doveva stupire i naufraghi. John, vigile, attentissimo, aspettava, senza cessare di far circolare la sua funicella. Di quando in quando, con un colpo improvviso, la lanciava in alto per provare lelasticità delle sue braccia.
A un tratto la sua voce si fece udire:
Che nessun parli!
Venti o trenta pesci-volanti si erano bruscamente alzati, mentre sotto di loro apparivano delle lunghe e acutissime lame nerastre: erano le armi terribili degli sword-fish. Quei voraci pesci inseguivano accanitamente le prede e quando cadevano, da bravi spadaccini, le infilzavano senza quasi mai sbagliare il colpo. Lo sword, la dorata e le sfirene sono i più tremendi nemici dei pesci volanti. Quando ne incontrano un branco li perseguitano con ferocia e non la smettono finché non li hanno completamente distrutti. John era pronto. La sua funicella sinnalzò quasi verticalmente descrivendo poi una rapidissima curva che avvolse completamente il primo pesce-volante che passava sopra la zattera. Lamo si era infisso profondamente in un fianco del povero animale, facendolo precipitare di colpo.
Impadronitevi di questo! urlò lamericano, prendendo una seconda canna. Lesti! Staccatelo prima, poi issatelo a bordo.
Un altro colpo maestro, più preciso e fulmineo del primo e un altro dittalottero sprofondò, dibattendosi disordinatamente. Poi un terzo fu catturato. Gli altri pesci-volanti, pur essendo perseguitati dai rompitori di ossa, si guardarono bene dal passare sopra il galleggiante, dove trovavano altri nemici non meno affamati. I tre pesci, imbrigliati dai colpi maestri dellamericano, si dibattevano con furore, opponendo una resistenza straordinaria. Ora si lanciavano quasi verticalmente fuori dallacqua, roteando su se stessi; ora descrivevano dei bruschi angoli, cercando di liberarsi degli ami che straziavano le loro carni. La lotta durò una buona mezzora, poi furono tirati a bordo e uccisi a colpi di coltello. Quella sera i naufraghi ebbero una cena abbondante, se non eccellente, e la cassa delle provviste si riempì.
VI. LA RIVOLTA
Altri due giorni erano trascorsi, senza che la situazione dei disgraziati naufraghi fosse in alcun modo migliorata. La inafferrabile terra dei Kanaki pareva fuggisse sempre davanti alla zattera, che pure aveva percorso una trentina di miglia mantenendo sempre la sua rotta. Nessuna nave si era mostrata, né vicina, né lontana. Solo qualche uccello marino si era avvicinato alla zattera, attratto più che altro dalla curiosità, ma si era subito allontanato, prima ancora che il capitano e don Pedro, che erano entrambi abilissimi tiratori, avessero avuto il tempo di prendere i fucili. Le provviste, fornite dallabilità del nordamericano, diminuivano a vista docchio, nonostante leconomia del comandante. E le poche che ancora rimanevano minacciavano di corrompersi poiché il caldo era sempre intensissimo e i naufraghi non avevano nemmeno un grammo di sale. La cupa disperazione dellequipaggio, in quei due giorni, era aumentata. Dove si trovavano? Dove il vento e le correnti avevano spinto la zattera? Era vicina o lontana quellisola che nascondeva il tesoro della Montagna Azzurra? Inutilmente avevano rivolto domande su domande al capitano per sapere almeno su quale rotta navigavano. Il disgraziato, messo alle strette, aveva dovuto confessare che il cronometro durante il trasporto aveva subito un guasto. Quella notizia aveva prodotto un maggiore scoraggiamento fra i naufraghi dellAndalusia. Guai, se avessero saputo che un miserabile che si trovava fra di loro era stato lautore di quellinfamia e fossero riusciti a scoprirlo! Fortunatamente il capitano, che sperava di poterlo sorprendere, si era ben guardato dal comunicare loro il suo segreto. La notte del terzo giorno, dopo la cattura dei pesci-volanti, avvenne un fatto che produsse una enorme impressione nellanimo di don Josè, don Pedro e del bosmano. Tutta la notte la zattera era rimasta immobile, appena mossa dal cambiamento del flusso, non avendo soffiato il menomo alito di vento. Verso lalba il bosmano, a cui era toccato lultimo turno di guardia, si era recato a prora con la speranza di scoprire le montagne dellisola, quando la sua attenzione fu attirata da un pezzo di sughero simile a quelli che usano i pescatori per le loro lenze, galleggiante a qualche metro dalla zattera. Molto sorpreso per quel fatto inaspettato, non avendo mai visto di quei sugheri a bordo dellAndalusia, senza dire nulla ai suoi camerati che stavano raccolti a poppa, presso il timone, aveva preso un lungo remo e maneggiandolo cautamente era riuscito a impadronirsi del minuscolo gavitello. Non poteva essere la doga di un baleniere, con le cifre e il nome della nave, in quanto quegli arditi pescatori usano delle tavolette di sughero di dimensioni maggiori. Il vecchio marinaio che aveva fatto nella sua gioventù più di una campagna con i balenieri nordamericani della California e dellOregon non poteva ingannarsi. Nascose rapidamente il piccolo gavitello sotto la casacca, temendo di essere scorto dai suoi camerati, e si diresse sollecitamente verso la piccola tenda per avvertire il capitano di quella straordinaria scoperta, che poteva annunciare la vicinanza di qualche nave pescatrice di trepang. Bastò una sola scossa per far balzare in piedi don Josè, il quale aspettandosi di momento in momento qualche notizia, dormiva con un occhio solo.