Attraverso le cortine di fuoco scorse degli uomini che parevano demoni, correre fra le ondate di fumo, sparando contro il veliero. Pareva che quei terribili selvaggi fossero insensibili, come le salamandre, perchè osavano, quantunque quasi nudi, cacciarsi fra le fiamme per sparare più da vicino.
Yanez si era fatto torvo in viso. Una bella collera bianca si manifestava in quelluomo, che pareva avesse dellacqua agghiacciata nelle vene e che potesse gareggiare coi più flemmatici anglo-sassoni delle razze nordiche.
Ah! Miserabili! gridò. Nemmeno in mezzo al fuoco volete lasciarci un momento di tregua! Sambigliong, Tigrotti di Mompracem, bordate senza misericordia quei demoni!
Fu un po rialzata la tenda, le quattro spingarde furono riunite sul tribordo, e mentre lincendio avvampava più che mai, divorando gli enormi vegetali, la mitraglia cominciò a fischiare attraverso le cortine di fuoco, tempestando i selvaggi con uragani di chiodi e di frammenti di ferro.
Bastarono sette od otto scariche per decidere quei bricconi a mostrare i talloni. Parecchi erano caduti e arrostivano in mezzo alle erbe ed i cespugli crepitanti, continuando il fuoco a dilatarsi.
Potesse essere caduto anche il pellegrino! mormorò Yanez. Quel furbone si sarà purtroppo ben guardato dallesporsi ai nostri tiri.
Chiamò il malese che aveva guidata la scialuppa, che era tornata a bordo nel momento in cui gli alberi costeggianti il fiume prendevano pure fuoco.
Lhai spezzata la catena? gli chiese.
Sì, capitano Yanez.
Sicchè il passo è libero.
Completamente.
Il fuoco scema verso lalto corso del fiume, mentre tende ad aumentare verso il basso, mormorò Yanez. Sarebbe meglio andarcene, prima che quei birboni possano tendere altre catene o che le loro scialuppe giungano qui. Checchè debba succedere, partiamo.
La volta di verzura che copriva in quel luogo il fiume, era stata distrutta dalluragano di fuoco che laveva investita, e sulle due rive più non rimanevano in piedi che pochi enormi tronchi di alberi della canfora, semi-carbonizzati e qualche tronco di durion che fiammeggiava ancora come una immensa torcia.
Il fuoco invece avvampava terribile verso ponente, dove le foreste erano fino allora rimaste intatte, ossia dietro la Marianna.
Il pericolo quindi che il veliero sincendiasse, era ormai evitato.
Approfittiamo, disse Yanez. Laria comincia a diventare un po più respirabile e la brezza è sempre favorevole.
Fece togliere limmensa tela che grondava acqua, poi fece levare e quindi inferire le vele ai pennoni. Quelle manovre furono compiute rapidamente, fra una vera pioggia di cenere che la brezza avventava contro il veliero, accecando e facendo tossire gli uomini.
Regnava ancora un caldo infernale sul fiume, essendo le due rive coperte da un altissimo strato di carboni ancora ardenti, tuttavia non vi era più pericolo di morire asfissiati.
Alle quattro del mattino le àncore furono issate e la Marianna riprese la navigazione con notevole velocità, senza essere stata disturbata.
I dayaki, che dovevano aver subite delle perdite crudeli, non si erano più fatti vedere.
Forse lincendio, che aumentava sempre verso ponente, li aveva obbligati ad una precipitosa ritirata.
Non si scorgono più, disse Yanez al meticcio, che osservava le due rive sulle quali ondeggiavano ancora dense colonne di fumo e nembi di scintille. Se ci lasciassero tranquilli almeno fino a che possiamo raggiungere limbarcadero! Che non abbiano capito che noi siamo persone risolute a difendere estremamente la pelle? Dopo le due lezioni ricevute, dovrebbero essersi persuasi che non siamo gallette pei loro denti.
Hanno capito, signor Yanez, che noi accorriamo in aiuto del mio padrone.
Eppure nessuno glielo ha detto.
Io scommetto che lo sapevano, prima ancora del vostro arrivo. Qualche servo ha tradito il segreto o ha uditi gli ordini dati da Tremal-Naik alluomo che vi fu mandato.
Che sia così?
Quel malese che voi avete raccolto e che si offerse come pilota devono averlo mandato essi incontro alla Marianna.
Per Giove! Non mi ricordavo più di quel furfante! esclamò Yanez. Giacchè i dayaki ci lasciano un po di tregua e lincendio si spegne più in su, potremmo occuparci un po di lui. Chissà che riusciamo a strappargli qualche preziosa informazione su quel misterioso pellegrino.
Se parlerà!
Se si ostinerà a rimaner muto, mincarico io di fargli passare un brutto quarto dora. Vieni, Tangusa.
Raccomandò a Sambigliong di mantenere gli uomini ai loro posti di combattimento, temendo sempre qualche nuova sorpresa da parte di quegli ostinati nemici e scese nel quadro, dove la lampada bruciava ancora.
In una cabina attigua al salotto, su un tettuccio, giaceva il pilota, sempre immerso nel sonno profondo, procurategli dalle compressioni energiche di Sambigliong.
Un sonno regolare veramente non lo era. Il respiro era leggerissimo, tanto che si avrebbe potuto scambiare il malese per un vero morto, essendo anche la sua tinta diventata quasi grigiastra, come quando gli uomini di colore diventano pallidi.
Yanez, che era stato istruito da Sambigliong, strofinò violentemente le tempie ed il petto delladdormentato, poi gli alzò le braccia ripiegandole allindietro più che potè onde dilatargli i polmoni, eseguendo quel movimento parecchie volte.
Alla nona o alla decima mossa il malese aprì finalmente gli occhi, fissandoli sul portoghese con un lampo di terrore.
Come stai, amico? gli chiese Yanez con accento un po ironico. Mentre noi combattevamo contro i tuoi alleati, tu dormivi saporitamente. Diventano poltroni i malesi.
Il pilota continuava a guardarlo senza rispondere, passandosi e ripassandosi una mano sulla fronte che simperlava di sudore. Pareva che cercasse di riordinare le sue idee e di mano in mano che la memoria gli ritornava, la sua pelle diventava sempre più smorta ed una espressione angosciosa gli si diffondeva sul viso.
Orsù, disse Yanez, quandè che ci farai udire la tua voce?
Che cosa è avvenuto, signore? chiese finalmente Padada. Non riesco a spiegarmi come io mi sia addormentato di colpo, dopo la stretta datami dal vostro mastro.
È cosa tanto poco interessante che non vale la pena che io te la spieghi, rispose Yanez. Tu invece dovresti darmi qualche spiegazione che mi premerebbe.
Quale?
Sapere chi è che ti ha mandato verso di noi per far arenare la mia nave sui banchi.
Vi giuro, signore
Lascia andare i giuramenti: già non credo a quelle cose io, mio caro. È inutile che tu ti ostini a negare: ti sei tradito e ti tengo in mia mano. Chi ti ha pagato per rovinare la mia nave? Tu stavi per incendiarla.
È una vostra supposizione, balbettò il malese.
Basta, disse Yanez. Vuoi farmi perdere la pazienza? Voglio sapere chi è quel maledetto pellegrino che ha messo in armi i dayaki e che domanda la testa di Tremal-Naik.
Voi potete uccidermi, signore, ma non obbligarmi a dire delle cose chio ignoro.
Sicchè tu affermi?
Chio non ho mai veduto alcun pellegrino.
E che anche non hai mai avuto rapporti coi dayaki che mi hanno assalito?
Non mi sono mai occupato di costoro, signore, ve lo giuro su Vairang kidul (La regina del sud). Io stavo seguendo la costa per visitare le caverne, entro le quali le rondini salangane costruiscono i loro nidi, avendo ricevuto lincarico di fornirne ad un cinese che ne abbisognava, quando un colpo di vento mi trasportò al largo trascinandomi, assieme al canotto, verso ponente. Vi ho incontrati per un caso.
Perchè sei pallido allora?
Signore, mi avete sottoposto ad una compressione tale che credevo mi si volesse strozzare e non mi sono ancora rimesso dallimpressione provata, rispose il pilota.
Tu menti come un ragazzo, disse Yanez. Non vuoi confessare? Sta bene: vedremo se resisterai.
Che cosa volete fare, signore? chiese il miserabile con voce tremante.
Tangusa, disse Yanez, volgendosi verso il meticcio. Lega le mani a questo traditore, poi conducilo in coperta. Se cerca di resistere bruciagli le cervella.
La mia pistola è carica, rispose lintendente di Tremal-Naik.
Yanez uscì dal quadro e salì sul ponte, mentre il meticcio metteva in esecuzione lordine ricevuto, senza che il malese avesse osato ribellarsi.
5. Le confessioni del pilota
La Marianna aveva superata la zona incendiata e navigava in quel momento fra due rive verdeggianti, dove i durion, gli alberi della canfora, i gluga, i sagu, i banani dalle foglie mostruose e le splendide arenghe intrecciavano i loro rami e le loro fronde. Un fiumicello che si riversava nel Kabatuan, aveva impedito al fuoco di estendersi verso lalto corso, sicchè quelle boscaglie erano state risparmiate.
Una calma assoluta regnava sulle rive, almeno in quel momento. I dayaki non dovevano essersi spinti fino là, perchè si vedevano numerosi uccelli acquatici bagnarsi tranquillamente, segno evidente che si tenevano perfettamente sicuri.
Ed infatti le grosse pelargopsis, dallenorme becco rosso come il corallo, nuotavano lungo le canne, pescando le belle alcede attraversavano il fiume salutando il veliero con un lungo fischio e allestremità degli alberi, che spingevano i loro rami sulle acque, i ploceus pispigliavano, dondolandosi entro i loro nidi in forma di borsa, mentre sui banchi sonnecchiavano non pochi coccodrilli lunghi cinque o sei metri, coi dorsi rugosi incrostati dun fitto strato di fango.
Ecco quelli che sincaricheranno di sciogliere la lingua a quellostinato malese, mormorò Yanez, che aveva fissati gli sguardi sui formidabili rettili. Che belloccasione! Sambigliong!
Il mastro fu pronto ad accorrere alla chiamata.
Fa gettare un ancorotto.
Ci fermiamo, capitano Yanez?
Oh, per pochi minuti solamente e accosta uno di quei banchi più che puoi.
Volete pescare qualche coccodrillo?
Vedrai: prepara intanto una solida fune.
Il pilota comparve in quel momento in coperta, colle mani legate dietro al dorso, spinto innanzi dal meticcio che non faceva economia di urti e di minacce.
Il disgraziato era in preda ad un terrore profondo, eppure non pareva ancora disposto a confessare.
Sambigliong, disse Yanez, quando lancorotto fu calato. Getta un po di carne salata a quei mostri, tanto da stuzzicare un po il loro appetito.
La Marianna si era fermata a breve distanza da un banco melmoso, su cui stavano radunati cinque o sei gaviali, fra cui uno mancante della coda, perduta di certo in qualche combattimento.
Si scaldavano al sole, sonnecchiando tranquillamente e anche vedendo accostarsi il veliero non si erano mossi, essendo per loro natura poco diffidenti.
Destatevi boyo! gridò Sambigliong, gettando verso il banco alcuni enormi pezzi di carne salata.
I gaviali, vedendo cadere quella manna, si erano alzati, poi vi si erano scagliati sopra disputandoseli ferocemente. In un momento non si vide che un ammasso di scaglie e di code poderosamente agitate che picchiavano in tutte le direzioni, poi, messi in appetito da quei pochi bocconi si spinsero verso lorlo del banco, alzando le loro ampie mascelle, armate di lunghi denti, verso la Marianna, in attesa dunaltra distribuzione.
Signor Yanez, disse Sambigliong, aspettano qualche cosa di meglio quegli insaziabili ghiottoni.
Daremo loro un uomo, rispose il portoghese, guardando il pilota che fissava cogli occhi smarriti le gole spalancate dei mostri, come se avesse compreso che quelluomo era lui.
Signore, balbettò, accostandosi a Yanez.
Taci! gli rispose questi seccamente.
Che cosa volete fare di me?
Lo saprai presto. A te, Sambigliong.
Il mastro annodò attorno ai fianchi del disgraziato malese una solida corda, poi alzandolo bruscamente fra le poderose braccia, lo gettò fuori dal bordo prima che avesse pensato ad opporre qualsiasi resistenza.
Padada aveva mandato un urlo terribile, credendo di cadere fra le mascelle di quei formidabili rettili, invece rimase sospeso fra lacqua ed il bordo.
I gaviali, vedendo quella preda umana, con un balzo si erano precipitati in acqua, nuotando velocemente verso la Marianna.
Il pilota, pazzo dal terrore, si dibatteva disperatamente girando e rigirando su se stesso e mandando urla strozzate. Unangoscia indescrivibile traspariva dai suoi lineamenti spaventosamente alterati.
Aiuto! Aiuto! Grazia! Salvatemi gridava, facendo sforzi supremi per spezzare le corde che gli legavano le mani.
Yanez, in piedi sul capo di banda, aggrappato alla grisella di babordo del trinchetto, lo guardava impassibilmente, mentre i gaviali tentavano di afferrare la preda, slanciandosi più che mezzi fuori dellacqua, con poderosi colpi di coda.
Se Padada non muore di spavento è un vero miracolo, disse Tangusa.
Hanno la pelle dura i malesi, rispose Yanez. Lasciamolo gridare un po.
Il povero uomo gridava a squarciagola, peggio duna scimmia rossa, urlando sempre: Aiuto! grazia! Mi raggiungono grazia, signore!
Yanez fece cenno a Sambigliong di ritirare un po la fune, essendo un gaviale riuscito a toccare collestremità del muso la preda, poi, volgendosi verso il pilota che continuava a dibattersi, raggrizzando più che poteva le gambe:
Vuoi che ti lasci cadere nelle gole dei boyo o che ti faccia issare? La tua vita sta in mano tua.
No signore issatemi mi toccano non posso più.
Parlerai?
Sì, parlerò vi dirò tutto tutto
Giuralo su Vairang kidul, giacchè è la protettrice dei cacciatori di nidi di salangane.
Lo giuro signore
Ti avverto prima che, se quando ti avremo tirato su, ti rifiuterai di confessarmi ogni cosa, ti getterò senzaltro fra le mascelle del più grosso gaviale.
Non ne ho alcun desiderio e
Continua, disse Yanez.
Quando avrò tutto confessato non mi ucciderete egualmente?
Non so che cosa farne della tua pelle. Rimarrai prigioniero fino al nostro ritorno, poi andrai a farti appiccare dove vorrai. Seguimi nel quadro e anche tu, Tangusa.
Il malese a cui non pareva ancora vero di trovarsi vivo e che batteva i denti pel terrore, che non gli era completamente passato, seguì, senza farsi pregare, il portoghese ed il meticcio.
Ed ora ascoltiamo la tua interessante confessione, disse Yanez, sdraiandosi su un divanetto e riaccendendo la sigaretta che aveva lasciata spegnere, per meglio assistere ai salti dei gaviali ed ai contorcimenti del pilota. Bada che tu hai giurato e che io non sono uomo da lasciarmi giocare, nè prendere a gabbo.
Vi dirò tutto, padrone.
Dunque sono stati i dayaki a mandarti incontro alla Marianna.
Non posso negarlo, rispose il malese.
È stato il pellegrino.
No, signore; io non ho mai parlato con quelluomo.
Chi è?
Ma sarebbe un po difficile a dirlo, nè saprei dirvi da dove sia piombato costui. È giunto qui alcune settimane or sono, con molte casse piene darmi e ben fornito di denaro, di ghinee e di fiorini olandesi.