Il figlio del Corsaro Rosso - Emilio Salgari 7 стр.


 Forse a me riuscirebbe disse Martin. Un mulatto non può destare gravi sospetti, e voi sapete che io nuoto meglio dun pesce e che so anche percorrere dei tratti lunghissimi sottacqua.

 Lo so bene rispose il conte. Ed appunto per questo ti ho arruolato.

 Non sarà quindi una faccenda difficile per me calarmi inosservato in mare e raggiungere la fregata.

 Potrebbero scorgerti e ucciderti. Degli ordini severissimi saranno stati dati perché io non possa raggiungere la mia nave, o mandare qualche messo.

 Non vi occupate di ciò, capitano rispose il mulatto. Se gli spagnuoli sono furbi, io non lo sono meno di loro.

 Vedremo rispose il signor di Ventimiglia, il quale appariva molto pensieroso per la brutta piega che prendevano le cose.

Si erano rimessi frettolosamente in marcia, attraversando dei giardini e delle piccole piantagioni di banani, e tenendosi prudentemente lontani dalle rare case che sorgevano qua e là.

Un quarto dora dopo giungevano in vista della rada, sbucando in un luogo quasi deserto.

Il conte si era bruscamente fermato e borbottava stringendo i pugni.

 Affare serio! disse Mendoza.

E laffare era veramente grave.

Quattro galeoni, quelle grosse navi per lo piú destinate a portare i prodotti delle preziose miniere del Messico e dellAmerica centrale in Europa, e cinque caravelle avevano lasciato i loro ancoraggi ed erano andate a radunarsi presso luscita del porto, disponendosi su una doppia fila: i primi dinanzi, le seconde, molto piú deboli e meno equipaggiate, di dietro.

In mezzo alla rada, del tutto isolata, stava la fregata del conte, una splendida nave a tre alberi, lunghissima e stretta, e armata di ben ventiquattro pezzi dartiglieria lungo i fianchi e di due grosse caronade in coperta, sullalto cassero.

Sulle calate, ingombre di mercanzie, numerosi alabardieri passeggiavano, sorvegliando attentamente, a quanto pareva, le navi mercantili e le barche da pesca che dovevano probabilmente aver ricevuto lordine di non lasciare gli ancoraggi.

 Come se la caverà il luogotenente? si chiese il conte, il quale con un solo sguardo aveva abbracciato la situazione. Che cosa ne dici tu, Mendoza?

 Io dico, signor conte, che il signor Verra si leverà dimpiccio con molto onore, e che darà una terribile lezione ai galeoni e anche alle caravelle rispose il vecchio filibustiere. Ha un bel numero di bocche da fuoco e della gente che ha un cuore che non ha mai tremato.

 È vero, ma fece il figlio del Corsaro Rosso, scuotendo la testa.

 Voi sapete, signor conte, quale paura hanno gli spagnuoli dei filibustieri. Ci credono figli del diavolo.

 Non dico di no, Mendoza.

 E allora vedrete quali miracoli saprà compiere il vostro equipaggio guidato dal signor Verra! Forse che i liguri non sono sempre i primi marinai del mondo?

 Ma una palla di cannone può uccidere luomo piú audace del mondo.

 Non un filibustiere però rispose Mendoza, specialmente quando ha in mano un buon archibugio o si trova dietro a un pezzo di cannone.

Il corsaro sorrise, senza mostrarsi peraltro troppo persuaso dalle parole del vecchio filibustiere.

 Cerchiamo un po dombra disse dopo qualche momento. Il sole è caldo nel grande golfo.

A cinquanta passi da loro, presso una scogliera scendente ripidissima verso la rada, salzavano dei maestosi banani con foglie enormi. La raggiunsero e si gettarono sotto quegli splendidi vegetali, già carichi di enormi grappoli.

 Armiamoci di pazienza ed aspettiamo disse il conte. Io sono certo che, appena le tenebre caleranno, i galeoni e le caravelle daranno battaglia alla mia nave.

 Io spero di raggiungere la fregata innanzi che si spari il primo colpo di cannone disse il mulatto. Datemi le vostre istruzioni, signor conte.

 Non avrai da dire al mio luogotenente che una sola cosa: che ci aspetti al capo Tiburon e che sorvegli attentamente il passaggio della Santa Maria.

 Permettetemi, capitano, che aggiunga una cosa disse Mendoza.

 Parla pure, amico.

 Suppongo, Martin, che tu aspetterai che il sole scompaia per gettarti in acqua.

 Non è necessario rispose il mulatto. Nuoterò sempre sottacqua.

 E come faremo noi a sapere se giungerai alla fregata? È troppo lontana per poter scorgere un uomo.

 E vuoi concludere? chiese il conte.

 Che ci faccia segnalare se ha potuto dare al luogotenente le vostre istruzioni.

 Sei sempre furbo, tu. Dirai al signor Verra, Martin, che accenda quattro fanali verdi disposti in fila sul cassero.

 Sarà fatto, capitano rispose il mulatto.

Si levò la casacca, i pantaloni, gli stivali e gettò a terra le pistole e la spada. Non portando né camicia né mutande, era rimasto completamente nudo.

 Che Dio vi aiuti, signor conte, disse Io non dimenticherò le vostre istruzioni.

 Va, amico, e guardati dalle palle degli spagnuoli disse il signor di Ventimiglia.

 Addio, camerata disse Mendoza. Guardati anche dai pesci-cani.

 Io me ne rido di quelli rispose il mulatto.

Spiccò tre o quattro salti, come per provare lelasticità delle sue membra, poi si gettò fra le rocce che scendevano accavallate bizzarramente verso la rada, strisciando come un serpente. In pochi istanti raggiunse il fondo e, con un magnifico salto di testa, scomparve sottacqua.

 È un vero diavolo! disse il conte. Io non ho mai veduto un nuotatore piú abile di lui.

 Scommetterei la mia spada contro una carica per la mia pipa rispose il marinaio che egli riuscirà ad eludere la sorveglianza degli spagnuoli e a passerà sotto i loro nasi senza che se ne accorgano Là! là: lo vedete? È rimontato.

A duecento metri dalla riva un punto scuro era comparso sulla superficie della rada scomparendo poi quasi subito.

Il mulatto aveva fatta la sua provvista di aria, mettendo fuori solamente il naso, poi si era rituffato, nuotando sempre sottacqua.

Era impossibile che i soldati, che vegliavano sulle calate che si trovavano alquanto discoste dal luogo occupato dai due corsari, avessero potuto accorgersi di qualche cosa. E poi quella macchia bruna si poteva anche benissimo scambiare per una testa di pesce.

Altre due volte il conte e Mendoza, i quali spiavano ansiosamente la superficie della baia, videro spuntare il naso del mulatto, poi piú nulla. La distanza era ormai troppo considerevole e cominciava a scendere loscurità.

 Giungerà? si chiedeva ansiosamente il conte.

 Non pensate a lui capitano rispondeva Mendoza. È piuttosto della fregata che noi dobbiamo occuparci. Io non so che cosa aspettino i galeoni e le caravelle.

 La notte.

 Io, se fossi il comandante della squadra, assalirei subito.

 Il combattimento non tarderà ad impegnarsi. Non vedi che delle scialuppe cariche di soldati si staccano dalle calate e prendono il largo?

 Pessima manovra, signor conte! Non ne sfuggirà una alle bordate della fregata.

Il conte si era alzato e si era messo a passeggiare nervosamente intorno ai banani; Mendoza invece aveva caricato la sua pipa e fumava placidamente.

Quella calma del vecchio marinaio era piú apparente che reale, poiché di quando in quando si dimenticava di tirare e la pipa si spegneva. Intanto le tenebre scendevano rapidamente avvolgendo la città, il porto e le navi.

La fregata, che si trovava presso la bocca duscita, non si scorgeva quasi piú.

Ad un tratto il corsaro mandò un grido:

 Il segnale! Ah, bravo Martin!

La fregata, che si trovava presso la bocca duscita, non si scorgeva quasi piú.

Ad un tratto il corsaro mandò un grido:

 Il segnale! Ah, bravo Martin!

Quattro fanali verdi, che spiccavano vivamente nella profonda oscurità, disposti luno dietro laltro, erano comparsi sullaltissimo cassero della fregata.

 Ve lo avevo detto io, capitano, che quel diavolo sarebbe riuscito disse Mendoza vuotandosi la pipa. Ora potremo andare un po in campagna a gustare i vini di San Josè. Si dice che siano squisitissimi.

 Adagio Mendoza. La fregata non è ancora fuori del porto.

 Se è per questo, riaccendo la pipa; sono sicuro che passerà fra i galeoni e le caravelle. Una volta fuori del porto, le diano la caccia se ne sono capaci.

 Se riesce ad aprirsi il varco, sarò pienamente tranquillo, mio bravo marinaio. Nessuno può raggiungerla e nemmeno

Un colpo di cannone interruppe il suo discorso.

La Nuova Castiglia aveva aperto il fuoco, sfidando le navi spagnuole a battaglia.

Quel sinistro rimbombo, che si ripercosse fragorosamente contro le case della città, fu seguito da un breve silenzio, poi si udí una seconda cannonata.

Il corsaro e Mendoza avevano scalate rapidamente le rocce, per meglio assistere alle diverse fasi del combattimento.

Luno e laltro, quantunque avessero piena fiducia nella robustezza e nellarmamento della nave e nel coraggio dellequipaggio, formato interamente dintrepidi filibustieri reclutati alla Tortue, erano in preda ad una profonda angoscia.

Sapevano bene che la Spagna aveva pure valenti marinai, capaci di disputare lungamente la vittoria.

Un altro mezzo minuto trascorse, poi terribili bordate partirono dai galeoni e dalle caravelle.

La battaglia era cominciata.

CAPITOLO V. LA FUGA DELLA FREGATA

La Nuova Castiglia, salpate le sue âncore e spiegate le sue vele, approfittando di una fresca brezza che soffiava dalla parte di terra, si era messa arditamente in marcia, muovendo verso la bocca del porto, niente atterrita per la presenza dei galeoni e delle caravelle.

I suoi fucilieri, quei terribili filibustieri che quasi mai sbagliavano un colpo e che erano armati di grossi archibugi tutti di buon calibro, si erano disposti in un lampo dietro le murate, sopra le quali avevano arrotolato le brande, aprendo subito un fuoco infernale sui ponti delle navi avversarie, per abbattere i timonieri e gli ufficiali.

Altri si erano lestamente arrampicati sulle coffe, per lanciare bombe, delle quali quei formidabili scorridori del mare facevano molto uso e con buon successo.

Le navi spagnuole, fidando nella loro superiorità, avevano accettato risolutamente la lotta; stringendosi le une alle altre per impedire il passo alla nave nemica e opporle una formidabile barriera.

Disgraziatamente per loro, avevano da fare con un uomo di mare che ben altre ne aveva vedute e che era rotto a tutte le astuzie, e per di piú con un veliero estremamente maneggiabile e che poteva spostarsi rapidamente.

Per alcuni minuti fra la fregata ed i galeoni fu un continuo scambio di cannonate, senza causare troppi danni né da una parte né dallaltra, facendo accorrere sulle calate tutta la popolazione di San Domingo; poi vi fu un po di sosta, perché la Nuova Castiglia, con unabile manovra, si era spostata in modo da far convergere il fuoco degli spagnuoli verso le case del porto.

Era vero che a questo modo si esponeva al tiro delle artiglierie dei forti che potevano incrociare i loro fuochi senza danneggiare la città, ma il luogotenente del conte non era uomo da esporre lungamente la sua nave alle palle nemiche.

Con due fulminee bordate, la Nuova Castiglia ripiegò verso il centro della rada, scatenando da parte dei forti un uragano di cannonate; poi prese il suo slancio verso la bocca del porto, ora minacciando di passare a tribordo della squadra ed ora a babordo.

I suoi venti pezzi della batteria e le due caronade del cassero tuonavano furiosamente, specialmente contro le caravelle, mentre i suoi fucilieri spazzavano a fucilate i ponti altissimi dei galeoni, abbattendo, con una precisione matematica, timonieri e ufficiali.

Urla feroci salzavano su tutte le tolde, mescolandosi, confondendosi col fragore delle artiglierie e lo scrosciate degli archibugi.

Anche la folla che si accalcava sulle calate, quantunque esposta al fuoco delle artiglierie, urlava ferocemente:

 Morte ai filibustieri! Distruggeteli! Massacrateli!

La Nuova Castiglia continuava intrepidamente la sua marcia, coprendo di palle e di bombe le navi nemiche e minacciando di abbordarle.

Salda di costole, bene armata e condotta da uomini abituati a battersi quasi ogni giorno, non tentennava nelle sue mosse.

Rispondeva ai galeoni e alle caravelle, quasi colpo per colpo, con una insistenza feroce, mentre le due caronade della coperta avventavano di tratto in tratto delle bordate di mitraglia.

Giunta a cento passi dai galeoni, sfilò superbamente sulla loro fronte con tutti i suoi formidabili archibugieri a babordo; poi, con una mossa improvvisa, inaspettata, girò a destra della squadra dove cera ancora abbastanza spazio per navigare lungo la costa. Una piccola caravella tentò di chiudere il passo, gettandosi dinanzi alla prora per lasciar tempo ai galeoni di muoversi.

Era un topolino che tentava di arrestare un leone.

La Nuova Castiglia la urtò poderosamente col suo solidissimo tagliamare e la sfasciò completamente passando in mezzo ai rottami; poi, dopo aver scaricati tutti i suoi pezzi dun colpo solo, fuggí fuori dal porto.

 Ebbene, che cosa ne dite, signor conte? chiese Mendoza, il quale fumava furiosamente, con le mani affondate nelle tasche e le gambe allargate.

 Che con simili uomini, si potrebbe conquistare il mondo rispose il signor di Ventimiglia. Non so se unaltra nave se la sarebbe cavata cosí bene, mio caro.

 Ecco che i galeoni si mettono in caccia, ma che cosa sperano di fare? Di raggiungere la nostra nave? Eh, cari miei, non conoscete ancora la Nuova Castiglia!

 Mi pare che labbiano conosciuta or ora.

 Il signor Verra li farà correre.

 E allora corriamo anche noi e cerchiamo di lasciare San Domingo prima che spunti il sole. Gli spagnuoli rivolgeranno tutta la loro rabbia contro di noi e ci daranno una caccia spietata.

 E se ci prendono, ci impiccheranno, signor conte, rispose Mendoza.

 Forse quelle due corde non sono ancora state intrecciate. Conosci anche tu la città!

 Abbastanza per condurvi alla Puerta del Sol.

 Ci lasceranno poi uscire, a questora?

 Oh, non lo sperate, capitano, rispose il filibustiere;

 E perché condurmi là dunque?

 Perché il bastione vicino è in parte diroccato e potremo trovare il modo di scendere nel fossato e anche

Si era interrotto, guardando il conte, e rimanendo con la bocca aperta.

 E dunque? chiese il corsaro.

 Sono un vero stupido, capitano!

 Perché?

 Ma sí che noi possiamo passare per la Puerta del Sol senza esporci al pericolo di fiaccarci il collo in fondo al fossato. In verità io invecchio troppo presto.

 Sei impazzito, Mendoza?

 No, signor conte, ma stavo per diventare un cretino. Non siete vestito da alabardiere, voi?

 Pare di sí!

 Noi ci presenteremo alle guardie della porta e voi direte che avete ricevuto lordine di scortarmi e di farmi uscire. Potrete aggiungere, se non vi dispiace, che io sono una spia che va a sorvegliare i bucanieri. A un soldato si crede sempre.

 E tu affermavi poco fa che stai per diventare un cretino? disse il conte ridendo. A me pare invece che tu diventi ogni giorno piú furbo, vecchio squalo. In marcia! Non voglio trovarmi ancora a San Domingo al sorgere dellalba.

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