Ma si lavora, mio caro, si lavora tranquillamente, e non si va a giuocare e a bere e a ubbriacarsi come hai fatto sempre tu. Con la vitaccia che hai menata, chi vuoi che ti compatisca, ora?
MartinoGiuocare e bere, non lo nego. Ma si giuoca per vincere e non già per perdere; e poi si beve per dimenticare che invece di vincere si è perduto. E fossero questi i guai! I guai stanno a casa: quei cinque chiodi che mi mettono in croce!..
AntonioCinque figli hai?!..
MartinoOltre la madre che li ha fatti. Lei dice che li ho fatti anch'io; ma io non ci metterei la mano sul fuoco. Qualche farfallone c'è sempre intorno a mia moglie
AntonioE tu te la tieni?
MartinoE me la tengo, perchè dove la troverei un'altra donna che mi scaldasse il letto? Ne trovai una che mi disse di sì, e me la sposai. Se perdo questa, felicissima notte! Dunque, i figli ci sono. Miei o non miei, questo è un altro paio di maniche. Stanno in casa mia e ci devo pensare io, perchè il Governo non ci pensa, e non ci pensa nessuno. Quando saranno grandi, se la sbrigheranno loro. Per ora sono piccoli, e, a quell'età, poveretti, non potrebbero nemmeno rubare. Non dico che ma se ne avessero la vocazione
Antonio(interrompendolo) Per quanto è vero che esisto, sei un gran brutto mostro! E il peggio è che qualche cosa di giusto c'è nelle mostruosità che ti escono di bocca.
MartinoVoi siete un uomo col quale si può discorrere.
AntonioE si può sopratutto fare a meno dei preamboli. La ragione della tua visita non è ancora venuta fuori. Abbrevia e concludi, perchè ho da fare.
MartinoSe mi favorite da bagnarmi la gola, parlerò più spedito. La Cooperativa oggi è in festa e un bicchiere di vino vecchio ci deve essere.
AntonioNon rompere le scatole! Qui si beve acqua nei giorni solenni come negli altri.
Martino(con gravità comica) Non abbiamo gli stessi principii! E vengo al quidquid del nostro discorso. Bazzicando, per quel che v'ho detto, nella casa e nell'ufficio dei signori Salviati padre e figlio, un poco afferrando qualche parola in aria, un poco mettendo l'orecchio alle porte, ho appurato che la vostra Cooperativa avrà vita breve!
AntonioNon continuare, chè ti spacco la testa!
MartinoSpaccate quel che volete, ma la verità resta in piedi.
AntonioLa verità è che il signor Salviati si rode ch'io non abbia ceduti a lui i miei progetti per una manciata di soldi, quando gli ero anch'io sottoposto.
MartinoLa verità è che egli è deciso a tutto per accopparvi.
AntonioE noi siamo decisi a tutto per difenderci!
(Attraverso la vetrata, si vede un giocondo andirivieni di operai. Sono dapprima due o tre, poi son quattro, poi dieci, poi una quindicina. Si scorge, dai gesti, che alcuni di essi parlano e scherzano con i compagni che sono giù nella sala del lavoro o per la scala. Indi, alcuni portano scodelle, forchette e grossi pezzi di pane. Si ciarla, si ride, qualche tovagliolo vola per aria dall'uno all'altro. C'è chi rincorre il suo compagno, chi l'afferra, chi si lascia afferrare. Qualcuno guarda con curiosità dietro la vetrata.)
(La conversazione fra Antonio e Martino continua, senza interruzione, chiara e serrata.)
MartinoIngrandirà la sua officina, aumenterà il numero degli operai, accetterà commissioni senza guardare a prezzo, se voi domanderete dieci, egli domanderà cinque, e così tutto quello che segue in San Matteo. Ci rimetterà un occhio e magari tutt'e due, e se ne infischierà, perchè chi ha panno da tagliare e scherza coi milioncini non ci pensa due volte a cavarsi certi gusti: e, quando vi avrà messi con le spalle al muro, chiamerà i creditori della Cooperativa, e farà il resto. La vostra officina meccanica con tutte le vostre invenzioni, presto o tardi, dovrà cadere nelle sue grinfe; e allora, qui, nelle province meridionali, egli resterà senza concorrenti e guadagnerà ciò che vorrà guadagnare. Questo è il catechismo, e adesso leggetevelo voi. Io ho fatto il mio dovere, e, se Dio vuole, (battendo sulla scrivania la pipa spenta per vuotarla) anche il tabacco è terminato.
Antonio(alquanto impressionato, dissimula, e, con alterigia sprezzante, lentamente si alza, si avvicina alla cassa forte e ne tira lo sportello.)
MartinoSi apre la custodia Alle reliquie, ci siamo!
Antonio(cava un po' di danaro e lo dà a Martino) Questo, per i tuoi figli.
Martino(intascando) E per i miei vizi, niente?
Antonio(dandogli ancora qualche moneta) Prendi. E che sia l'ultima volta. Storie vecchie le tue rivelazioni. E poi, è inutile! Il tuo spionaggio, qui non attecchisce. Ci siamo capiti?
Michele(entra dalla porta a sinistra, portando una scodella fumante e del pane.) Ma lascialo gracchiare, e vieni a prendere un boccone, che è tardi. (Attraversa la scena e spinge col piede l'uscio di fondo, che resta aperto.)
AntonioOh! oh! Credevo che proprio oggi io dovessi fare penitenza. Portamela laggiù, babbo, la mia colazione: presso la macchina nuova. Senza perdere tempo, voglio rispondere a certe acute osservazioni fattemi da Giacobelli e da Mangiulli.
Michele(scende la scala.)
Giacobelli(avanzandosi dal fondo) Ma no, Antonio, oramai sono convinto.
AntonioO che ti penti di essere stato franco? Io voglio mostrarti chiaramente che quel centimetro di distanza fra i due «ganci di presa» ci basta e ci soverchia. Ci deve bastare.
(Altri operai sono entrati, altri sono rimasti sul pianerottolo presso la porta.)
Martino(avviandosi comicamente verso l'officina) Vado a darci un'occhiata anch'io.
Giacobelli(mettendoglisi dinanzi) Chi ti prega d'immischiarti dei fatti altrui?
MartinoNon tanta superbia, oh!
Mangiulli(a Martino:) Sanguisuga!
MartinoCon questa sanguisuga, però, chi sa che presto o tardi non vi ritroverete tutti quanti sotto lo stesso padrone come in temporibus illis!
AntonioRitornaci tu, per ora, da chi può aver bisogno dei tuoi mestieri.
MartinoEh!.. quanto a me, in un modo o nell'altro, ci ritorno.
AntonioE digli bene, a quel gentiluomo, che, essendo venuto tu a farci una visita con la bocca piena di fiele e lo stomaco vuoto, hai trovata la nostra officina viva, esultante, fiorente
MartinoSe vi fa piacere
Antonioe che mentre mi raccontavi le tue pene e la tua fame e le turpitudini sue e di suo figlio, gli operai della Cooperativa, godendosi una mezz'ora di riposo, mangiavano allegramente la loro brava minestra
MartinoDirò anche questo
Antonioe che io, Antonio Altieri, dopo di aver compiuto un piccolo atto di pietà per conto mio e dei miei compagni soccorrendo un operaio senza lavoro
(interrompendolo con falsa ammirazione) Avete tanto di cuore, questo è vero!..
Antonio(mal frenandosi) ho guardata con ribrezzo la faccia del più volgare traffichino, e, per essere sicuro di non vedermelo più capitare fra i piedi, (con ira e disprezzo) l'ho messo alla porta! Questo devi dirgli.
Martino(dà a sè stesso uno scappellotto e alza grottescamente le spalle) Ecco non dico che ma
Antonio(tonante) Vattene! (Gli fissa addosso uno sguardo di fiamma.)
Martino(se ne sente come sopraffatto. Non scherza più. Non osa più parlare. Mette il berretto, e, quatto quatto, guardando Antonio con la coda dell'occhio, va via per la porta a destra.)
Antonio(che non ha cessato di fissarlo finchè non sia sparito, esce, indi, per l'uscio di fondo, dicendo a Mangiulli e a Giacobelli:) Andiamo.
(Mangiulli e Giacobelli lo seguono.)SCENA IV
LAROSSA, SANTINI, PANUNZIO, MAGLIUOLO, che già sono in iscena con gli altri operai, e poi BRIGIDA, e poi ANTONIO, GIACOBELLI e MANGIULLILarossa(ad alcuni compagni:) Che ha voluto dire il gobbo? Ci ritroveremo con lui sotto lo stesso padrone?
SantiniE non lo sai che la mira del Salviati è di farci fallire per poi impossessarsi della nostra officina?
PanunzioE metterci il cappio alla gola?
LarossaPerò, io penso e dico che quest'officina, senza le parecchie dita di cervello che madre natura ha dato ad Antonio, sarebbe un peso inutile.
Brigida(una vecchietta a sessantun anno, una donna del popolo, tutta nitida e aggraziata, entra intanto dalla porta a destra e chiama a sè Saverio Magliuolo con la mano, assai confidenzialmente:) Psst, psst!..
Magliuolo(un vecchio operaio sessantacinquenne, sciupato dal lavoro, ma vispo e gaio, va a lei.)
(Tutti e due restano a confabulare affettuosamente, in un angolo.)
Santini(frattanto, risponde a Larossa, mentre altri quattro o cinque compagni lo circondano per ascoltarlo.) Un peso inutile?! Ma tutte le sue innovazioni, tutti i suoi progetti li abbiamo attuati, li abbiamo sperimentati. Il cervello d'Antonio, oramai, sta qui, nei muri, nel ferro, nell'acciaio, nelle ossa, nelle vene dell'opificio. Se domani egli fosse obbligato ad andarsene e voglio sputarci, su questa brutta parola (sputa) il suo cervello resterebbe inchiodato qui dentro e funzionerebbe come prima. Tutto sta a costruirlo un orologio. Quando l'hai costruito, esso cammina così nella tasca mia come nella tua. Bisogna dargli la corda, s'intende; ma non è questa la cosa più difficile.
Magliuolo(a Brigida:) Aspetta che faccio la presentazione.
Santini(a Larossa, concludendo:) Ti sei persuaso?
Magliuolo(va alle spalle di Santini, e, con le due mani insieme, gli assesta un colpetto all'occipite.)
Santini(voltandosi) Oh!
MagliuoloParli come un libro stampato, ma io non ti capisco. A voialtri fanno effetto gli spaventapasseri. A me, no. Oramai, sono sicuro del fatto mio. Ho una posizione, e, alla fine del mese, crepi l'invidia, io prendo anche moglie.
PanunzioAlla tua età?!
SantiniE chi è la disgraziata che si piglia questo gatto a pelare?
Brigida(avanzandosi) Disgraziata, poi no!
LarossaAh, bene! Questa vecchietta sarebbe la madre
MagliuoloMa che madre! Ma che madre! È la mia fidanzata.
Larossa(a Brigida:) Come, come, come, come?! Voi siete davvero la fidanzata di Saverio Magliuolo?
BrigidaDa quarantadue anni!
PanunzioE, Dio buono, a che scopo vi sposate adesso?
MagliuoloPer fare dei figliuoli, sangue di Bacco!
(Tutti ridono.)
MagliuoloSì sì, ridete voi, ma ora, che so di essere un poco proprietario anch'io, vi garantisco che me li metto a fare.
Santini(accostandosi a Brigida, come per carezzarla) Ma sai che è un bel muso di vecchietta?
BrigidaA posto con le mani!
Magliuolo(contemporaneamente, tirando Santini per la giacca) Non tante smorfie, ohè!
SantiniIo ti faccio il compare d'anello, parola d'onore!
Antonio(tornando con Mangiulli e Giacobelli, e mangiucchiando ancora un pezzetto di pane) Chi è, chi è che si sposa?
MagliuoloPresente!
AntonioTu!
MagliuoloE la fidanzata, eccola qua.
AntonioUh! Donna Brigida! (Va per abbracciarla.)
Magliuolo(tirando anche lui per la giacca) Ma no, ma no, ma no, qui la Cooperativa non ha nulla da farci.
AntonioM'ha visto nascere donna Brigida, bestione che sei!
MagliuoloT'ha visto nascere e non c'è ragione che ti veda crescere. Per te, se è necessario, mi faccio ammazzare, e questo lo dico seriamente, ma la mia vecchietta è roba mia.
Brigida(ad Antonio:) Sono venuta a vedere la macchina.
Antonio(affettuoso) Cara la mia Brigidona! Giovanotti, avanti! Fate gli onori di casa alla signorina. Il futuro marito lo trattengo io.
Santini(offrendo il braccio a Brigida) Donna Brigida
Magliuolo(dandogli uno spintone) A me, a me! (Si mette a braccetto di Brigida, e tutt'e due si avviano verso il fondo.)
AntonioOh, che bella coppia!
Gli altri(ridendo bonariamente, gridano:) Gli sposini! Gli sposini (e li seguono, circondandoli, e spingendoli) Evviva gli sposi!
MagliuoloEh! Che ci fate cadere!
Gli altriEvviva gli sposi!
MagliuoloC'è la scala! Ci fate cadere!
(Tutti, meno Antonio, escono, discendendo la scala.)
SCENA V
ANTONIO, poi MADDALENAAntonio(guardandoli con compiacenza) O ragazzi, c'è pericolo che vi rompiate il collo come dei ragazzi veri? E, fra poco, al lavoro, eh? (Resta ad ascoltare il gaio baccano che si allontana.)
Donna Brigida!
Gli sposini!..
Macchina nuova e sposi vecchi!..
Antonio(con intimo godimento, ride) Ah! ah! ah!
Maddalena(entra dalla porta a destra, timidamente. Ma non osa aprir bocca.)