Dean si accigliò Forse dovresti ricordare al tuo gattino di quella promessa....
Dean... disse Kriss in tono di avvertimento.
Che cè? chiese laltro. Se Santos la ama dovrebbe dimostrarlo mantenendo la sua parola..
Envy espirò rumorosamente Dean ha ragione, Kriss..
Ragione o no, io non penso che questo sia il momento giusto per farlo. si lamentò Kriss.
E quando allora? Io devo iniziare a pensare al piccolo. disse Envy tranquillamente. Non credo che il club sarebbe il posto ideale in cui far crescere un bambino. Voglio dire, è andato bene per Devon e la sua famiglia ma... io non voglio crescere mio figlio in un night club..
Certo che no. concordò Kriss Ma cosa vuoi fare, tornare a casa di Chad?.
Envy scosse la testa Oh cielo, no. Chad ha già i suoi problemi. Lultima cosa di cui ha bisogno è affrontare anche i miei. E poi... si è trasferito dal padre del bambino... No, finché non si sistemerà tutto credo che fingerò di essere una madre single..
Che ne dici di un altro appartamento? propose Dean, prima che Kriss fosse così stupido da suggerirle di stare con loro... in modo permanente.
Envy strinse le spalle È unidea, ho sempre sperato di avere una casa quando avrei deciso di avere dei figli..
Lespressione di Kriss si rianimò immediatamente Si va a caccia di case!.
La sua esclamazione fece sobbalzare Envy, che alzò la testa di scatto e lo guardò attonita. A caccia di case?.
Certo. disse Kriss. Non vuoi stare al club quando nascerà il bambino, giusto? Trovare una casa e riempirla di mobili e oggetti per lui sarebbe una distrazione perfetta..
Ma dove li prendo i soldi per una casa nuova? gli chiese Envy. Guadagno bene lavorando al Moon Dance... ma non fino a questo punto..
Kriss sorrise in modo rassicurante e le prese la mano Tesoro... questo è lultimo dei problemi. Ti aiuterò a trovare la casa dei tuoi sogni, se è quello che vuoi... e non ti azzardare a farmi la predica. Stiamo parlando del mio figlioccio. disse, indicando di nuovo il suo basso ventre. Envy sorrise ma scosse la testa Non posso permettertelo, Kriss... tu non hai tutti quei soldi. Voglio dire... io faccio la barista e tu lo spogliarellista part-time..
Lunico motivo per cui faccio spogliarelli è perché mi diverte. Ho un conto in banca, titoli, obbligazioni e altre cose di cui non so neanche il nome. rispose Kriss, sembrando quasi impertinente. Non so perché ma il tizio della banca continua a chiamarmi il suo miliardario preferito..
Sei un deficiente. disse Envy con una risatina e gli lanciò un cuscino.
Ahia. disse lui impassibile quando il cuscino lo colpì in pieno viso.
Dean nascose il suo sorrisetto, sapendo che quello era esattamente ciò di cui Kriss aveva bisogno... qualcuno di cui occuparsi, anche se solo per poco. A quanto pare, entrambi attiravano casi umani.
Ignorò il giocoso litigio dei due e osservò la città impietosa dallenorme finestra dellattico. Era ovvio che Kriss sarebbe stato impegnato per un po e, alla fine, Envy avrebbe avuto la sicurezza di cui lei e il bambino avevano bisogno. Era loccasione perfetta per rincorrere di nuovo il caduto ibrido che era stato intrappolato da Misery.
Dean lo aveva trovato per caso e, da allora, lo aveva silenziosamente tenuto docchio da lontano. Dopo alcuni giorni di osservazione, aveva iniziato a lasciargli vestiti puliti, coperte e qualcosa da mangiare. Non mangiava spesso ma, daltra parte, il cibo umano non era una necessità. La sua razza poteva anche vivere senza. Gli abiti e le coperte, invece, sparivano ogni volta.
Finora librido non aveva mostrato tendenze malvagie ed evitava i demoni come la peste. Era un segno positivo del suo stato mentale... ma le cose tendevano a cambiare se tali creature venivano lasciate sole per troppo tempo.
Da ciò che aveva osservato Dean, librido era più un caduto che un demone e avrebbe scommesso i suoi miliardi che sarebbe riuscito a convincerlo a fidarsi di lui, se avesse avuto un po più di tempo. Se ciò fosse accaduto forse avrebbe potuto salvarlo dalla stranezza di questo mondo, in cui era stato improvvisamente catapultato.
Chiuse gli occhi, ricordando le lacrime delluomo mentre schizzava fuori dalla parete della caverna e fuggiva nella notte. Quello era stato il fattore determinante... i demoni non piangono.
Esco un attimo. disse Dean allimprovviso, e si diresse verso la porta.
Prendi lo sciroppo di cioccolato, già che ci sei. urlò Kriss prima che lui arrivasse alla porta.
Dean si fermò e si girò a guardarlo Sciroppo di cioccolato? A che cavolo ti serve?.
Latte al cioccolato. risposero Kriss ed Envy allunisono.
Dean scosse la testa sorridendo e uscì dallattico, chiudendo la porta divertito.
Envy guardò Kriss Non ho portato niente con me e inizio ad avere sonno. È stata una giornata lunga... Hai qualcosa che posso mettermi?.
Kriss annuì Nella seconda camera da letto. Indicò una porta chiusa, poi le fece locchiolino È lì che dormo quando sono incazzato con Dean. Nellarmadio ci sono alcune magliette larghe e qualche paio di boxer, serviti pure..
Litigate spesso? disse Envy preoccupata, non volendo privare Kriss del suo rifugio.
Solo quando si comporta da coglione. Kriss sorrise, poi indicò unaltra porta chiusa. Quella sarà la sua stanza, se lo caccio..
Envy non poté fare a meno di ridere Sei proprio matto... lo sai?.
È la mia ambizione nella vita. Kriss sospirò scherzosamente, poi si avviò verso la cucina. Doveva fare una nuova lista della spesa, prima che iniziassero le sue voglie e quelle di Envy. Si fermò a metà strada e si voltò verso lingresso. Al diavolo la lista... aveva voglia di sottaceti, adesso. Vado a svuotare il supermercato... non aspettarmi alzata..
Envy aspettò fin quando non se ne fu andato, prima di alzarsi lentamente dal divano per dare unocchiata alla sua stanza. Chiudendo la porta dietro di sé, aprì larmadio e sorrise vedendo le magliette. Alcune erano simpatiche, con piccoli pupazzetti, altre avevano frasi divertenti e altre ancora erano a tinta unita. Scegliendo una semplice maglietta nera e un paio di boxer di Sponge Bob, li mise sul letto e si spogliò.
La propria immagine riflessa allo specchio attirò la sua attenzione e lei si accarezzò la pelle morbida e liscia della pancia. Piegò la testa di lato, cercando di immaginare la pancia cresciuta, e si mise di profilo per esaminarla.
Chissà come sarai. disse rivolta al piccolo. Sarai come me, selvaggio e testardo, o come lui, intelligente e... testardo? Spero di essere una buona madre e... so che Trevor sarà un bravo papà..
Envy sorrise al proprio riflesso, immaginando la piccola anima dentro di lei. Sei già fortunato, lo sai? Avrai tanti zii e padrini che ti proteggeranno, scommetto che non ti taglierai neanche con un foglio di carta..
Vide un movimento dietro di sé, nel riflesso dello specchio, e si voltò per vedere cosa fosse. Avvicinandosi al balcone, scostò la tenda e sussultò per il bellissimo gufo bianco poggiato sulla ringhiera, che la osservava con occhi neri e profondi.
Lanimale piegò la testa come se la stesse esaminando, prima di girarsi dallaltro lato. Envy non ne aveva mai visto uno così da vicino e temeva che, distogliendo lo sguardo, sarebbe sparito.
Lanimale piegò la testa come se la stesse esaminando, prima di girarsi dallaltro lato. Envy non ne aveva mai visto uno così da vicino e temeva che, distogliendo lo sguardo, sarebbe sparito.
Il gufo girò di nuovo la testa verso di lei, prima di voltarsi e volare via. Spiegò le ali nel vento e volò sulla città, verso la Foresta Nazionale.
Envy ricordò di aver letto da qualche parte che i gufi erano simbolo di saggezza e sperò che fosse un segno che stava facendo la cosa giusta.
*****
Aurora strinse più forte la sua piccola spada e guardò ledificio, cercando una traccia di Samuel. Non riusciva a credere di essere stata così negligente da permettergli di avvicinarsi di soppiatto in quel modo. Era stato un incredibile colpo di fortuna lessersi allontanata dal tetto del grattacielo tutta intera.
Mentre cadeva giù si era rassegnata al dolore che avrebbe sentito, ma un insolito salvatore laveva aiutata. Su quel grattacielo cerano statue di falchi che, per fortuna, erano sporgenti. Lei era riuscita ad afferrarne una e ad appendersi essa, nascondendosi da Samuel quando lui guardò giù.
Le sembrò di aver resistito per un tempo infinito, quando la presenza della sua aura iniziò finalmente a svanire. Quando fu sicura che Samuel se nera andato, si tirò su e riuscì a strisciare sulla testa del falco.
Stanca e senza fiato, si appoggiò al muro delledificio per riposare un attimo. Le ci volle qualche minuto per riprendersi, ogni pausa lontano dallossessione di Samuel era più che benvenuta. Dentro di sé sapeva perché lui continuava ad inseguirla... lussuria, nientaltro.
Non negava che Samuel fosse attraente ma quello era il fascino dei demoni più potenti. Erano belli finché non si vedeva cosa si celava sotto il loro aspetto. Samuel era più bello della maggior parte dei demoni ma, sotto molti aspetti, era anche molto più oscuro di loro.
Lo stava evitando come poteva e sembrava che, alla fine, lo aveva seminato di nuovo... almeno per ora. Stargli accanto le aveva lasciato una sensazione nauseante nello stomaco e non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe potuto combatterlo, prima di arrendersi a ciò cui era abituata.
Lo odiava ma, allo stesso tempo, quasi desiderava ciò che lui le offriva... ciò che lei aveva accettato dopo tanto tempo. Stare da sola era eccitante ma anche spaventoso.
Provava qualcosa per Samuel... aveva goduto del suo corpo e, per un breve periodo, anche della sua compagnia. Nellaltra dimensione gli era sfuggita innumerevoli volte, solo per essere messa allangolo da demoni che non facevano parte del suo esercito. Era stata quasi uccisa e una piccola parte di sé aveva bramato lidea di libertà... in qualsiasi modo.
Samuel era sempre arrivato appena in tempo per salvarla... aveva recitato la parte delleroe diverse volte, ma lei non era una stupida. Non la salvava perché la amava, anzi, la puniva sempre in modo brutale per essere scappata. Era una sua proprietà... gli serviva per sfogare la propria crudeltà e per fare lamore. Adesso che aveva di nuovo la sua spada forse aveva una possibilità per separarsi completamente da lui.
Guardando larma nella sua mano, Aurora sospirò profondamente. Laveva scoperta quando era piccola. Era orfana e per molto tempo aveva creduto che il suo nome fosse Topo di Fogna. Era stato un demone a chiamarla con il suo vero nome... poco prima che tentasse di ucciderla. Mentre si difendeva aveva sentito la lama comparire nella sua mano e aveva vinto.
Non seppe mai come faceva il demone a conoscere il suo nome ma, alla fine, non le importava davvero. Di sicuro era molto meglio di Topo di Fogna.
Da allora la spada laveva protetta fin quando non finì nella crepa. Aveva passato gli ultimi mille anni in un regno controllato da demoni e sotto il dominio di Samuel. Larma non era mai apparsa per salvarla lì, a prescindere da quali guai affrontasse. Sospirò, desiderando avere qualcuno con cui parlarne e a cui porre domande che necessitavano di una risposta.
La lama brillò improvvisamente quando svanì di nuovo nel suo corpo. Riteneva che lei fosse al sicuro, quindi probabilmente era così. Aurora sentì i propri muscoli tesi rilassarsi e decise che era ora di scendere da quelledificio, prima che qualcuno la vedesse.
Guardò giù oltre la statua del falco e inspirò mentre il vento soffiava verso lalto, spettinandole i capelli sul viso. Era ancora troppo in alto e non si sarebbe lanciata per due motivi. Primo, probabilmente si sarebbe fatta male; secondo, il motivo principale, non voleva che nessuno la vedesse.
Aveva pensato di morire quando era nella crepa, mentre ora aveva una possibilità di libertà... non voleva più morire, quindi non si sarebbe lanciata da un grattacielo.
Arrampicandosi sullala del falco, vide un balcone diversi piani più sotto e ne calcolò la distanza. Si tenne al bordo dellala e si lanciò verso il balcone, godendo della sensazione della caduta libera. Atterrando accovacciata in silenzio, guardò oltre la finestra e si bloccò.
Percepì un movimento attraverso le tende e si avvicinò per vedere meglio. Rimase sorpresa quando vide una donna in camicia da notte, che sorrideva timidamente ad un uomo seduto sul divano dallaltra parte della stanza. La donna si scostò le spalline di seta, lasciandole cadere lungo le braccia e scoprendo la biancheria succinta.
Aurora spostò lo sguardo sulluomo, vedendo i suoi occhi pieni di passione. Lui si alzò e si tolse la camicia, gettandola dietro di sé prima di avanzare verso la donna come un gatto che si avvicina lentamente alla sua preda. Lei sorrise di nuovo e lasciò cadere la camicia a terra... scoprendo tutto ciò che aveva da offrire.
Luomo le si avvicinò e la prese tra le braccia. Si diedero un bacio appassionato prima che luomo si abbassasse per prenderla in braccio. Le lunghe gambe di lei gli si avvolsero attorno alla vita e, quando lui la scostò leggermente, la donna piegò la testa allindietro esponendo la propria gola.
Il respiro di Aurora accelerò quando le labbra delluomo sfiorarono la pelle della donna, facendola rabbrividire. Lui si voltò e si diresse in unaltra stanza, chiudendo la porta e impedendo ad Aurora di vedere altro. Un lieve sorriso triste le sfiorò le labbra e, per un momento, desiderò essere umana.
Si girò e si appoggiò alledificio, scivolando lentamente lungo il muro finché non fu seduta con le ginocchia piegate davanti a sé.
Aveva passato la sua infanzia a nascondere ciò che era, cercando di fingersi un essere umano. Il suo unico desiderio era sempre stato quello di essere come gli umani. Se lo fosse stata, non avrebbe scoperto linferno di Samuel e sarebbe stata libera di amare chiunque avesse scelto.
Era stato un suo coetaneo ad informarla di ciò che era veramente. Il suo nome era Skye. Per gli umani, lui aveva solo sette anni ma lei sapeva la verità. Era stato il suo migliore amico per molto tempo e lunico compagno di cui potesse fidarsi.
Sorridevano quando gli umani li scambiavano per fratelli, avevano quasi gli stessi colori e, secondo i canoni di questo mondo, erano bellissimi.
Skye le aveva raccontato le storie sui caduti e sui demoni che essi avevano inavvertitamente generato. Lui lo sapeva, era una di quelle creature, ma ciò non lo preoccupava. Una volta le disse che gli piaceva somigliare ad un caduto, perché era meglio essere un angelo che un demone. Laveva anche avvertita che gli umani avevano paura e, se avessero mai scoperto cosera veramente, avrebbero cercato di ucciderla.
Per anni lei e Skye erano stati insieme, spostandosi periodicamente da un luogo allaltro prima che gli umani si accorgessero che non crescevano come i bambini normali.