Sanctuary Serie Legami Di Sangue Volume 9 - Amy Blankenship 4 стр.


Per anni lei e Skye erano stati insieme, spostandosi periodicamente da un luogo allaltro prima che gli umani si accorgessero che non crescevano come i bambini normali.

Ricordava ancora lultima volta che aveva visto Skye. Le aveva sorriso prima di addentrarsi nella foresta con alcuni uomini del villaggio, per una perlustrazione.

Quello fu il giorno in cui arrivarono i demoni... erano in tanti ed eliminavano tutto ciò che li ostacolava. La terra tremò e si squarciò, sprofondando prima che una grande spaccatura fendesse la piazza centrale del villaggio.

Aurora non poté fare altro che assistere terrorizzata a ciò che stava accadendo. Inciampò allindietro quando un demone corse ruggendo verso di lei, proprio mentre tre uomini si precipitavano per fermarlo. Gridò per lo spavento quando, invece di cadere a terra, sentì il terreno sollevarsi.

Un guerriero del villaggio si lanciò dietro di lei ma fu afferrato a mezzaria da un demone... quella fu lultima volta che lo vide. Anche altri uomini stavano sprofondando e, allimprovviso, si rese conto di essere finita proprio nellenorme crepa. Le sue ali apparvero come unombra e lei cercò di tornare in superficie, ma una forza inspiegabile continuava a trascinarla giù... lontano dalla casa che aveva scelto con Skye.

Prima che le grida svanissero, lintero villaggio era già sprofondato nella crepa... intrappolando umani e demoni allo stesso modo. Aurora chiuse gli occhi per cancellare dalla mente ciò che era successo e rivolse i propri pensieri a Skye, contenta che lui non fosse lì ad assistere alla distruzione. Ancora adesso, lunica speranza a cui si aggrappava era che fosse ancora vivo e felice.

Tornando al presente, Aurora si avvicinò al vetro per sbirciare, la coppia umana non era tornata dallaltra stanza. Allungò una mano e sospirò quando il balcone si aprì facilmente. Sgattaiolò allinterno e si diresse silenziosamente verso la porta dingresso, uscendo nellatrio del palazzo.

Arrivata in strada, si assicurò di camminare nelle zone ben illuminate, nel caso in cui Samuel fosse riapparso per un altro round... non si sentiva più così sicura di poter vincere. Non sapeva dove stesse andando né da quanto tempo stesse camminando... tutto quello che voleva era riposare per una notte.

Quandera stata lultima volta che aveva dormito davvero, senza temere di essere attaccata? Era successo prima di cadere nella crepa e, da quando si era liberata, lunico attimo di felicità laveva vissuto con quelluomo nel tunnel della metropolitana.

Allungò la mano per toccarsi la collana, si sentiva combattuta tra la malinconia e leccitazione per quegli attimi di felicità rubata. Quelloggetto era un ricordo di lui... sapeva che non lo avrebbe mai più rivisto.

Aurora distolse lo sguardo dalla recinzione accanto a lei e si guardò intorno, nascondendo la collana nella camicia. Per la prima volta, da quando era uscita dalla crepa, non sentiva demoni nelle vicinanze. La recinzione metallica circondava un edificio enorme e, avvicinandosi, osservò il parcheggio.

Non sapeva leggere linsegna rossa illuminata e, non essendoci demoni nei paraggi, ribattezzò ledificio con santuario, dopodiché si arrampicò sulla recinzione e raggiunse il tetto del palazzo.

Muovendosi silenziosamente come al solito, si rannicchiò accanto allunica porta che conduceva allinterno. Cera una piccola tettoia che le avrebbe impedito di essere svegliata troppo presto dalla luce del sole. Si sentì al sicuro e sorrise... finalmente un posto dove poter riposare.

Rimase distesa con gli occhi chiusi e acuì i propri sensi, percependo tutte le barriere che circondavano quel luogo. Non sapeva né come né perché ma si sentiva come su unisola in un mare di demoni, che non potevano uscire dallacqua per prenderla. Aprendo gli occhi, inspirò profondamente quando sentì lenergia demoniaca attorno al perimetro della barriera.

Percepiva la rabbia e la frustrazione dei demoni che cercavano di entrare e non poté fare a meno di sorridere... quella notte non sarebbero riusciti a prenderla.

Capitolo 3

Dire che Skye fosse confuso era un eufemismo. In qualche modo era passato da una prigione allaltra, senza rendersene conto finché non fu troppo tardi. Dopo essere stato inaspettatamente liberato dalla caverna in cui era prigioniero, aveva seguito Misery, sapendo della sua intenzione di liberare i demoni dalla crepa.

Una parte di sé sperava davvero che lei riuscisse nel suo intento, ma non per le ragioni che si potrebbero pensare... solo perché lui era un demone, non significava che simpatizzasse per quelli della sua razza.

Per secoli aveva sperato che Aurora fosse ancora viva da qualche parte, alla ricerca di un modo per tornare in questo mondo. Tuttavia, quando vide tutto ciò che fuoriuscì dalla crepa, le sue speranze si spensero e provava dolore ancora adesso. Non cerano possibilità che Aurora fosse sopravvissuta in mezzo a tutti quei mostri.

Lui era stato intrappolato con un solo demone, Misery, e riusciva comunque a percepire il mondo esterno. Trovarsi ad un passo dalla libertà gli aveva ridato la speranza di cui aveva bisogno per rimanere lucido. Aurora, invece, era rimasta intrappolata in un altro mondo con una miriade di demoni, tra cui molti maestri.

Era così innocente, candida e pura, ma per i demoni era uguale al nemico che dava loro la caccia, perseguitandoli e intrappolandoli.

Adesso la città era piena di quelle creature e Skye era stato costretto a mimetizzarsi tra gli umani. Aveva notato anche un piccolo esercito di cacciatori di demoni che ne eliminavano un po per volta, solitamente appena essi conquistavano un territorio. Molti altri, invece, avevano già reclamato unarea e stavano cercando di mimetizzarsi come lui.

Mescolarsi agli umani era una cosa che aveva imparato a fare molto presto nella sua vita, poi aveva condiviso quellabilità con Aurora.

Quando la incontrò per la prima volta capì che avrebbero avuto bisogno di proteggersi a vicenda. Lui veniva spesso scambiato per un caduto, mentre Aurora appariva effettivamente per ciò che era... a meno che non avrebbe imparato a nascondere la sua natura.

Il cuore gli era sprofondato nel petto quando, al ritorno dalla perlustrazione, aveva trovato il villaggio distrutto e quasi tutti gli abitanti spariti. Gli umani non erano estranei alla guerra, erano una razza resiliente a pieno titolo. Alcuni sopravvissuti erano sfuggiti al massacro nascondendosi nella foresta e fu così che lui scoprì cosera successo.

Gli abitanti del villaggio gridavano che i demoni erano arrivati per divorare le loro anime e che poi gli dei erano scesi dal cielo per salvarli, anche se cerano state molte vittime. Piangevano per i morti ma erano grati che gli dei avessero salvato loro.

Lui e gli altri guerrieri radunarono i sopravvissuti e si diressero verso un altro villaggio, visto che il loro era distrutto. Dopo due notti passate alladdiaccio, Skye aveva notato una sconosciuta tra loro... una bambina. Nessuno si era chiesto della sua presenza, pensavano che fosse fuggita da un altro villaggio distrutto... si chiamava Misery.

La terza notte, la bimba lo prese in disparte e gli raccontò i dettagli di cosera realmente accaduto al suo villaggio... era colpa dei Caduti. Per quanto lui riuscisse a reprimere il proprio potere, lei sapeva che non era umano e la cosa lo turbava. La bambina gli disse che era stata la sua tristezza a smascherarlo.

Dal momento in cui raggiunsero il nuovo villaggio, Skye iniziò a temere che lei rivelasse la sua natura agli umani e, per questo, se ne stava in silenzio.

Dal momento in cui raggiunsero il nuovo villaggio, Skye iniziò a temere che lei rivelasse la sua natura agli umani e, per questo, se ne stava in silenzio.

Nelle settimane successive, Misery terrorizzò ripetutamente gli abitanti con i suoi scherzi. A notte fonda si aggirava nella sua forma putrefatta e spaventava i malcapitati di turno, seminando il panico generale. Alcuni erano riusciti a salvarsi, mentre altri non erano stati così fortunati.

Lultima goccia che fece traboccare il vaso fu quando tre guerrieri, amici da una vita, si uccisero a vicenda lasciando la piazza del villaggio in un lago di sangue.

Alla fine gli abitanti iniziarono a sprangare le porte di notte e si avventuravano fuori soltanto di giorno. Non molto tempo dopo, uno sconosciuto iniziò a frequentare il villaggio facendo acquisti al mercato. Skye riconobbe la sua vera natura e non disse nulla... rimase lontano dagli abitanti e lasciò Misery alla sua rovina.

Il suo piano di autoconservazione fallì quando Misery bussò forte alla sua porta, nel cuore della notte, chiedendogli di farla entrare. Lui laveva ignorata ed era sgattaiolato fuori di casa dalla porta sul retro. Sapeva che il demone era stato scoperto dallo sconosciuto... un caduto che aveva sentito voci su di lei.

Per sua sfortuna Misery lo seguì e, di conseguenza, portò il caduto direttamente a lui. Skye si rifugiò in una grotta e si nascose, sperando con tutto se stesso di non essere trovato. Il cuore gli sprofondò nel petto quando Misery entrò di corsa nella caverna per nascondersi. Il caduto sfruttò la sua occasione, creando una sorta di barriera attorno alla grotta e intrappolandoli per leternità.

Skye scacciò i dolorosi ricordi dei secoli trascorsi in quella grotta e continuò a vagare senza meta per le strade di Los Angeles. Non aveva altro da fare, oltre a camminare in quel labirinto di edifici alti e vicoli bui. Era tardi e la maggior parte degli umani dormiva, tranne quelli che bramavano la notte.

Anche i demoni vagavano per le strade, cercando proprio quegli umani che, stupidamente, consideravano loscurità come la loro casa.

Era ancora sbalordito per le dimensioni della città, non aveva mai visto niente di simile da quando aveva iniziato a vagare per il pianeta. Toccava le menti degli umani, ottenendo così le informazioni necessarie per comprendere tutto ciò che vedeva. Non aveva mai pensato che la razza umana potesse progredire fino a quel livello. Prima della sua prigionia, le abitazioni non erano altro che piccole capanne fatte di fango e paglia, mentre adesso erano torri alte fino al cielo.

Ciò che lo avviliva di più era che le storie sullinvasione dei demoni nel corso della storia venivano attribuite a leggende, miti e folclore. Se gli umani sapessero che i loro incubi peggiori sono reali, lintera società andrebbe in pezzi o incolperebbe il governo di qualche esperimento sulla genetica umana.

Sentendo un improvviso bisogno di sicurezza, Skye iniziò ad evitare i pochi pedoni in giro, apparendo e scomparendo come una luce stroboscopica.

Si fermò davanti ad un vicolo buio e lo scrutò per un momento, poi si guardò intorno per accertarsi di non essere visto. Assicuratosi che la via era libera, avanzò senza esitazione. Gli edifici intorno a lui erano alti e creavano quasi un effetto del buio che lo inghiottiva. Ce ne aveva messo di tempo ma, alla fine, aveva trovato un nascondiglio nel seminterrato dellenorme biblioteca.

Con la propria vista acuta individuò facilmente le sbarre che proteggevano la finestra nel buio. Accovacciandosi, sbirciò allinterno per assicurarsi che non ci fossero dipendenti ancora in servizio, comera successo nellultima settimana.

Rimuovendo le sbarre in silenzio, scivolò lentamente nella stanza prima di girarsi e rimetterle a posto. Sospirò profondamente, sapendo che sarebbe stato al sicuro per unaltra notte. Dirigendosi verso larea principale, si fece largo tra le innumerevoli file di scaffali che contenevano volumi antichi, finché non arrivò in una sezione che non veniva mai usata.

In mezzo agli scaffali cera un vecchio divano, con lo schienale appoggiato ad un muro senza finestre. Intorno cerano altri scaffali con scatole di libri qua e là. Accanto al divano cera una lampada ma a Skye non era mai servita... avere la visione notturna era uno dei vantaggi di essere un mezzosangue.

Si era rifugiato lì molte volte dopo la fuga dalla grotta e, finora, non era mai stato disturbato. Pur non avendo bisogno di riposare tanto spesso, quella notte Skye era esausto. Aveva compiuto un eroico tentativo per lasciare la città ma qualcuno, o qualcosa, aveva eretto una barriera rendendo impossibile la fuga. Lui sapeva che cera una via duscita, doveva solo trovare la chiave.

Avrebbe voluto sfogarsi contro Misery, era lei la causa di tutto, un demone potente con la mentalità di una mocciosa. Era rimasto intrappolato con lei per così tanto tempo che, quando trovò finalmente la libertà, non si rese conto che era una bugia. Non poteva lamentarsi, però... almeno questa seconda prigione era più grande e il paesaggio era migliore.

Misery aveva tenuto fede al suo piano di liberare i demoni in questo mondo, tuttavia lui ne aveva visti alcuni tentare di fuggire. Erano stati tutti liberati da una prigione per poi finire dritti in unaltra, apparentemente senza alcuna possibilità di fuga. Era quasi come se i due mondi si fossero scontrati creando una bolla.

Skye si avvicinò al divano per leggere un libro preso a caso. Le persone in biblioteca lo avevano indirettamente aiutato ad imparare a leggere ed era molto più facile di quanto si aspettasse. In pratica aveva toccato le loro menti per acquisire le conoscenze e, adesso, era in grado di leggere anche i libri più grossi in pochi minuti.

Un sorriso sfiorò le sue labbra perfette quando si rese conto che impiegava più tempo a girare le pagine che a leggere. Se riusciva ad assorbire la conoscenza dalle menti delle persone, perché non provare a fare lo stesso con i libri? Posando il volume sulla scatola, Skye vi poggiò la mano e chiuse gli occhi.

Dean era seduto su uno scaffale e osservava librido con curiosità. I suoi lunghi capelli biondi fluttuarono attorno a lui come se stesse volando e Dean alzò un sopracciglio quando un alone color ametista brillò attorno al corpo delluomo, facendolo oscillare. Era una visione affascinante.

Skye inspirò lentamente mentre scivolava nei libri. Un attimo era un pirata in mare aperto e quello dopo era innamorato di una principessa lontana; assaporò le sue labbra e sentì la stoffa dei pantaloni tendersi per il desiderio. Poi fu distratto da un drago nero, che fu ucciso da un mago più potente di lui.

Tsk... figuriamoci. si lamentò Skye, allontanandosi da quella che era, ovviamente, la sezione di narrativa.

Sospirando, fece per sedersi e si accigliò vedendo altri vestiti e un paio di scarpe da tennis nere. Chi diavolo era a lasciargli quella roba? Lui sapeva che i dipendenti andavano lì ogni tanto ma si assicurava che nessuno di loro lo sorprendesse ad usare il divano o i libri.

Imprecò tra sé quando si rese conto che, per la stanchezza, non aveva notato unaltra presenza. Si guardò attorno nervosamente ma non notò niente di strano. Si avvicinò e allungò una mano per toccare i vestiti, poi la ritrasse con sospetto.

Dean aveva deciso di restare nascosto per vedere cosavrebbe fatto librido. Era piuttosto iperattivo ma, cavolo, rimanere intrappolato con Misery per secoli avrebbe fatto impazzire anche un santo. Ricordò di non averla sopportata già dopo pochi secondi e, di solito, il suo livello di pazienza era piuttosto alto... o almeno così credeva.

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