Guardò la scatola di libri che librido aveva appena visionato e quasi rise, notando il romanzo del vampiro più famoso del mondo. Ah, lironia della vita. Guardò di nuovo librido quando lo vide allontanarsi dai vestiti.
Chi sei? chiese Skye con i peli drizzati sulla nuca. Conosceva già la sensazione del sentirsi osservato dai caduti.
Sono Dean. sussurrò laltro, cercando di non spaventarlo. Quando il silenzio cominciò a pesare, Dean si accigliò Dovresti dirmi il tuo nome, se non vuoi farti chiamare Ehi, tu!....
Cosa vuoi? gli chiese Skye con voce fredda. Si guardò intorno nella stanza ma la voce sembrava provenire da dentro la sua testa, più che da una particolare direzione.
Voglio solo parlare. Dean scrollò le spalle, anche se laltro uomo non poteva vederlo. Tirò su le gambe e si accovacciò, vedendo listinto della fuga brillare nei suoi occhi.
Skye digrignò i denti, non si fidava di quella voce senza un volto. È davvero quello che vuoi?
A meno che tu non voglia altro... La voce di Dean era sensuale e il suo sguardo scrutò il corpo dellibrido senza vergogna.
Quanto tempo era che quel ragazzo non sentiva il tocco di unaltra persona?! Era quasi un purosangue e i caduti non stabilivano alcun legame senza un contatto... era il loro modo di essere. Ecco perché aveva impedito a Kriss di toccare troppo Tabatha e il vederli abbracciati nel letto lo irritava. Allimprovviso si chiese se Kriss sarebbe stato geloso, al posto suo.
Perché dovrei crederti?. Skye ringhiò, quello non era un gioco.
Non sei obbligato. dichiarò Dean, realizzando che, se voleva proteggere il piccolo ribelle, avrebbe dovuto andarci piano. Ma che alternativa hai? O ti uccido prima che ti unisci ai demoni per solitudine, oppure... sorrise maliziosamente, ansioso di combattere.
La paura di Skye schizzò fino al tetto e lui corse tra gli scaffali della libreria, poi sentì delle braccia possenti stringerlo da dietro. La forza della presa gli tose il fiato, sollevandolo da terra, e lui si dimenò senza preoccuparsi di respirare.
Le braccia lo strinsero più forte e lui ansimò rumorosamente sentendo quel corpo sodo premuto contro di lui. Si ricordò, allimprovviso, dellultima volta in cui era stato così vicino a qualcuno. Di notte, lui e Aurora si abbracciavano per stare al caldo o si tenevano per mano, sentendo luno il bisogno dellaltra. Adesso percepiva ogni cosa di quel corpo e ciò lo spaventava ancora di più.
... oppure potresti unirti ai caduti. gli sussurrò Dean allorecchio.
I caduti uccidono quelli come me.. Skye ringhiò, afferrando il braccio attorno al proprio petto ma senza riuscire a liberarsi. O li gettano in una caverna e se ne dimenticano.. Sinfuriò mentre il dolore e la rabbia si scontravano dentro di lui.
Dean sospirò e scosse la testa. Era in momenti come quello che avrebbe spaccato volentieri la testa ad alcuni suoi fratelli, per la loro negligenza durante le guerre demoniache.
Se avessi saputo che eri laggiù con quel mostro, io ti avrei salvato! sibilò Dean, scandendo ogni parola. E voglio ancora salvarti..
Skye smise di lottare ma sirrigidì per reprimere quel brivido che cercava di pervadergli il corpo. Girò lentamente la testa verso il suo rapitore ma si fermò quando sentì la pelle morbida e calda della sua guancia. Non riuscì ad impedire al dolore della solitudine di riaffiorare nel proprio sguardo... il tocco di quel caduto gli ricordava ciò che aveva perso con Aurora.
Perché? gli chiese Skye confuso.
Dean gli sfiorò la guancia, sentendo scendere una lacrima calda Perché i demoni non piangono... tu sei un caduto. Anche Misery lo aveva detto, no?.
*****
Kane sospirò e si girò sulla schiena, qualcosa non andava. Si voltò per guardare Tabatha e fu allora che lo sentì di nuovo. Guardando il soffitto, chiuse gli occhi e ascoltò attentamente. Allinizio il rumore era ovattato, come se provenisse da sotto un mucchio di cuscini, poi divenne martellante e costante.
I suoi occhi color ametista si riaprirono di scatto... era il debole rumore di un battito cardiaco in lontananza.
Sistemò con cura le coperte attorno a Tabatha e le diede un bacio sulla fronte, prima di scivolare giù dal letto. Infilandosi un paio di pantaloni di pelle nera, si fece strada nel club buio fino alla stanza della sicurezza, stropicciandosi gli occhi mentre camminava.
Non appena aprì la porta, una luce blu lo accecò. Guardò i monitor che mostravano ogni angolo esterno del club, compreso il tetto. Strinse gli occhi quando la telecamera sul tetto lampeggiò, segno che qualcosa aveva fatto scattare i sensori di movimento... un qualcosa che non doveva essere lì.
Toccando lo schermo, inquadrò meglio la porta che dava sul tetto e piegò la testa di lato. Non era roba che si vedeva tutti i giorni... una bella donna era rannicchiata sotto la tettoia e sembrava dormire profondamente.
Proprio comodo, eh. Kane fece una smorfia, sapendo che il pietrisco del catrame stava sicuramente pungendo quella pelle dallaspetto delicato.
Tabatha aveva sentito Kane lasciare la camera da letto e si chiese cosa lo avesse destato dal riposo dopo ore di sfinimento.
Incuriosita, si alzò e seguì il suo odore fino alla stanza della sicurezza. Sbirciando dalla porta aperta, vide che era preso da qualcosa sullo schermo e si mosse in punta di piedi, nel tentativo di avvicinarsi di soppiatto. Ci era quasi riuscita quando la voce di lui la spaventò.
Abbiamo visite. Kane sorrise sentendo il sussulto di Tabatha.
Accidenti. lei sibilò e sbatté i piedi nudi sul tappeto morbido.
Kane si girò di scatto e la prese, tirandola a sé e rivolgendole un sorriso smagliante. Non penserai davvero di poter spaventare luomo nero?. La prese in giro, strofinandole il naso sulla guancia prima di rubarle un bacio.
Tabatha lo lasciò fare e sentì le dita dei piedi contrarsi per la passione, ma moriva dalla voglia di sapere chi era la ragazza che stava prendendo la tintarella di luna sul tetto di casa. Si scostò più velocemente di quanto Kane avrebbe voluto... o almeno fu quello che capì dal suo ringhio sommesso.
Gli leccò il labbro inferiore e poi lo morse. E pensare che quando ero piccola avevo paura delluomo nero....
Le grida impaurite di una bambina sulla sua tomba tornò a perseguitarlo e la strinse più forte. La piccola aveva vagato nei boschi per giorni, da sola e spaventata, e il pensiero di ciò che doveva aver passato gli faceva ancora stringere il petto e cedere le ginocchia... ma risvegliava anche loscurità dentro di sé.
Tabatha percepì il cambiamento in lui e si scostò per guardarlo in quegli occhi che stavano diventando sempre più scuri. Non sapeva cosa avesse potuto farlo scattare, così cercò di riportare la sua attenzione al tetto.
Credevo che demoni e umani non potessero avvicinarsi a questo posto, se non invitati. e fece un cenno verso il monitor.
Infatti è così. rispose Kane, poi sorrise quando lei alzò un sopracciglio.
E allora chi è quella?. Tabatha si sporse verso lo schermo, ignorando Kane che approfittò delloccasione e le accarezzò la schiena. Sembrava che la ragazza stesse dormendo, tuttavia si muoveva leggermente... come per allontanarsi da qualcosa.
Tabatha provò tristezza per lei, sembrava smarrita e sola. Cosha?.
Kane abbassò la mano e si girò per vedere cosaveva catturato linteresse della sua compagna. Riconobbe i sintomi di un incubo e disse Sta sognando, tesoro..
Tabatha provò tristezza per lei, sembrava smarrita e sola. Cosha?.
Kane abbassò la mano e si girò per vedere cosaveva catturato linteresse della sua compagna. Riconobbe i sintomi di un incubo e disse Sta sognando, tesoro..
Gli occhi di Tabatha si socchiusero quando la ragazza si girò Hai ragione, sta tremando per un incubo. Non possiamo lasciarla lì fuori..
Ma che...?. Kane ringhiò quando Tabatha corse fuori dalla stanza. Spalancò gli occhi quando sentì la porta dingresso chiudersi piano. Si rese conto che lei si stava arrampicando in camicia da notte e sogghignò. In un lampo, uscì e guardò quello spettacolo mozzafiato da sotto.
È questo il Paradiso. sussurrò con un sorriso ammiccante.
Tabatha gli lanciò unocchiataccia ma, in realtà, se lo aspettava... non sarebbe stato Kane, senza i suoi momenti di perversione.
Capitolo 4
Nel sogno, Aurora correva allimpazzata. Le ombre la circondavano ed erano terrificanti. Le sembrava di trovarsi in un labirinto senza uscita, con vicoli ciechi ad ogni angolo. Il terrore si faceva travolgente e lei inciampava spesso, stanca di correre... di fuggire sempre dai potenti. Non importava quanto lontano andasse o quanto velocemente corresse, loscurità la stava raggiungendo.
Ansimò rumorosamente e i suoi occhi si spalancarono per lo spavento. Vide le stelle e, allimprovviso, si rese conto che qualcosa di potente le si stava davvero avvicinando. Ancora spaventata e con il cuore a mille per il sogno, Aurora guardò oltre il tetto.
La stanchezza stava iniziando a prendere il sopravvento, era sfinita. Possibile che fosse così sfortunata da non poter riposare neanche in quel santuario? Sentendo una maniglia dietro la schiena, la cercò e aprì rapidamente la porta. Corse dentro, sperando di eludere la potente energia che la stava raggiungendo, ma sbatté contro un corpo sodo e percepì un altro strano potere.
Fece la prima cosa che il suo istinto di sopravvivenza le disse di fare... combattere. Con un calcio mandò luomo giù per le scale, fino al piano di sotto. Poi si voltò per affrontare qualunque fosse la creatura alle sue spalle, ma si fermò confusa quando vide una donna seminuda davanti alla porta.
Tabatha la vide impallidire ma il suo sguardo era esplicito... era spaventata a morte e pronta a combattere per uscire da lì, se necessario. Deglutì e allungò le mani con i palmi rivolti verso di lei, per calmarla.
Va tutto bene. le disse. Vogliamo solo aiutarti..
Aurora restrinse lo sguardo sulla donna. Perché qualcuno di così potente voleva aiutarla?
Tabatha fece un passo avanti e le tese una mano. Qui sei al sicuro. disse dolcemente e sperò che lei le credesse. Ad ogni modo, qualsiasi progresso poteva aver fatto andò in fumo quando Kane corse per le scale e afferrò la ragazza in una presa soffocante.
Tabatha scrollò le spalle e sospirò Kane, ti prego, labbiamo spaventata. Lasciala andare..
Lui le rivolse uno sguardo ferito Ma amore, mi ha appena dato un calcio fino al piano di sotto. Non dirmi che stai dalla sua parte!.
Ti si vedono i canini... Tabatha lo guardò in cagnesco, poi alzò gli occhi al cielo quando lui si limitò a guardarsi i pantaloni per vedere se la cerniera era chiusa. Lei strinse i denti per non ridere, non poteva biasimarlo... dopotutto, aveva soltanto i pantaloni addosso... ed erano sbottonati.
Aurora girò la testa e fissò colui che la teneva stretta, cercando di vedere le zanne. Era un vampiro come luomo con cui aveva fatto lamore nella metropolitana?
Kane notò che lei lo guardava e non riuscì a trattenersi, sorridendole con tanto di zanne.
Kane. esclamò Tabatha e fece un passo avanti, ma si fermò quando lui le lanciò unocchiataccia, accompagnata da un ringhio pericoloso. Sei meschino. protestò lei un po arrabbiata, e incrociò le braccia al petto.
Vedendo le sue zanne, Aurora alzò lo sguardo verso i suoi occhi e rimase scioccata. Ricordava di averli già visti... erano profondi, color ametista e sembravano scrutarle lanima.
Ora che aveva lattenzione della ragazza, Kane smise di sorridere... non era un gioco. Se fosse stata Tabatha a cadere dalle scale, il risultato sarebbe stato lo stesso... ma con la differenza che, adesso, la creatura avrebbe avuto il collo spezzato.
Dilatò le pupille e le disse Bene, io mi sono presentato. Sarebbe educato che lo faccia anche tu..
Un vampiro. Aurora sibilò e riprese a dimenarsi.
Kane sospirò, gli sembrava di avere una biscia tra le braccia. No, tesoro... quello sono io. La domanda è cosa sei tu. Non sei umana, ed è ovvio. Se fossi un demone, avresti provato dolore già prima di superare le barriere che circondano la nostra casa. Te lo chiedo ancora una volta... come ti chiami e cosa sei?.
Aurora serrò le labbra. Aveva imparato sin da bambina a non dire mai cosera... anche se, di solito, gli esseri più pericolosi se ne accorgevano subito. Quelluomo le aveva mentito, interpretando la parte del vampiro. Lei sapeva che non era vero, la sua anima era come un libro aperto... anche se, doveva ammetterlo, aveva qualcosa di strano.
Oltre alla sua anima, Aurora poteva vedere anche loscurità attorno ad essa e capì che lui ne sarebbe stato sopraffatto, se fosse stato provocato oltre il limite.
Il cuore le sprofondò nel petto quando si rese conto di avere ragione... quel posto era proprio un santuario. Lui aveva detto che i demoni non potevano oltrepassare le barriere e, a quel pensiero, le venne il disperato desiderio di restare. Smise di lottare e guardò la donna che aveva cercato di difenderla... poteva fidarsi di loro abbastanza da dirgli chi era veramente? Non ne era sicura.
Cercavo solo un nascondiglio dai demoni. disse onestamente, guardando laltra donna negli occhi. Non posso dirvi cosa sono... mi dispiace. Se mi lascerete libera, me ne andrò in silenzio e non tornerò mai più..
Kane notò lombra delle ali sul proprio braccio e, per un momento, fu indeciso se lasciarla andare o stringerla più forte. Guardò Tabatha per accertarsi che non se ne fosse accorta.
Kane, non vuole farmi del male. gli disse Tabatha nella sua mente, poi sussurrò Ti prego, fallo per me... lasciala andare..
Allentando la presa, lui disse a bassa voce Non credo che farai del male a qualcuno. Ti ho spaventata, vero? Sarai la benvenuta ogni volta che avrai bisogno di un rifugio... sarai al sicuro allinterno della barriera. Se invece vuoi dormire sul tetto, lascia almeno che ti dia delle coperte calde e un cuscino..
Trattenendo il respiro, Kane lasciò andare lentamente la femmina di caduto e fece un passo indietro, scomparendo giù per le scale. Tornando in camera da letto, prese subito delle coperte e due cuscini dallarmadio. Tornò indietro prima ancora che Tabatha potesse avvicinarsi alla ragazza e, posando a terra le coperte e i cuscini, le fece cenno di andare.
Tabatha annuì, mantenendo la calma nonostante avesse visto le mani di Kane tremare, poi guardò di sfuggita la ragazza mentre le passava accanto.
Aurora prese la biancheria e si appoggiò al muro, prima di spingere lentamente la porta dietro di sé. Si sentiva più esausta di prima, però aveva il suo rifugio... almeno per un altro paio dore.
Tabatha si girò verso Kane, pronta a rimproverarlo, ma si fermò quando lui le mise un dito sulle labbra.