Shhh. le sussurrò lui allorecchio Andiamo..
Tabatha annuì e rimase in silenzio mentre lo seguiva nella stanza della sicurezza. Lui chiuse la porta ed entrambi guardarono il monitor, vedendo la ragazza ancora in piedi lì dove lavevano lasciata. Tabatha inspirò quando la vide asciugarsi una lacrima sulla guancia.
Poverina. Odio vedere le persone sole e così spaventate. Chissà perché è da sola, è così bella.. Guardò Kane, vedendo i muscoli della sua mascella scattare, e capì che stava stringendo i denti. Perché hai cambiato idea allimprovviso e hai deciso di farla restare? Tabatha sussurrò come se la ragazza potesse sentirli.
Kane fece un cenno verso il monitor Fa bene a non dire a nessuno che cosè.. La ragazza, intanto, si appoggiò alla porta e poi si mise seduta. Kane scosse la testa, vedendo il modo in cui lei stava ancora fissando le coperte con gli occhi pieni di lacrime.
Non può essere una creatura più rara di te. Tabatha si accigliò, vedendo la preoccupazione negli occhi del suo compagno. Tornò a guardare il monitor e sentì il cuore spezzarsi quando la ragazza abbracciò le coperte, come se qualcuno potesse portargliele via allimprovviso.
Penso che sia uscita dalla crepa insieme ai demoni. disse Kane, evitando la questione della creatura rara.
Doveva riflettere e trovare buona ragione per non prendere il telefono e chiamare subito Dean. Ovviamente lei aveva vissuto tra i demoni per chissà quanto tempo, e il prezzo che doveva aver pagato era inimmaginabile. Non si fidava di nessuno e, adesso che lui ne conosceva il motivo, non poteva certo mandarla via. Guardò Tabatha, sentendo improvvisamente la sua tristezza.
Kane... tu mi ami davvero? gli chiese lei.
Lui annuì guardandola negli occhi Con tutto me stesso..
Tabatha sorrise per la dolcezza delle sue parole e disse Allora fidati di me e lasciami entrare nella tua anima, non sei più da solo. Allungò una mano e gli accarezzò la guancia. Sei preoccupato e voglio esserlo anchio. Magari riesco addirittura a scacciare i tuoi demoni..
Kane fece un respiro profondo. E se ti dicessi che, probabilmente, la ragazza è lunico esemplare femmina della sua razza sulla Terra? disse, con la mente che correva allimpazzata. Deve stare con i suoi simili, con quelli della sua specie ma, se lo dico a loro, distruggerò tutto quello che hanno adesso. Non voglio sentirmi responsabile..
Tabatha si accigliò pensierosa. Era contenta che lui stesse provando a dirle tutto, anche se non era molto chiaro. Vide che stringeva lo schienale della sedia così forte da far diventare bianche le nocche delle dita e, a giudicare da ciò, capì che la cosa era un peso per lui.
Il mio primo istinto è stato quello di alzare la cornetta e dire agli uomini della sua specie che lei è qui. Si sta nascondendo da qualcosa e, con il loro aiuto, sarebbe più protetta. Io voglio dirglielo, ma è sbagliato. Scagliò via la sedia, che si schiantò contro il muro spaventando entrambi. Maledizione!.
Poi guardò Tabatha Anche tu glielo diresti... e sbaglieremmo entrambi..
Cosa succederebbe se glielo dicessimo? chiese lei tranquillamente, ancora non del tutto sicura di cosa si trattasse.
Kane inspirò profondamente prima di fidarsi di lei e rivelarle i suoi pensieri più intimi. I due uomini in questione smetterebbero di amarsi e sposterebbero quellamore verso di lei... ma solo uno dei due può averla. Alla fine laltro perderebbe tutto o, nel peggiore dei casi... lei potrebbe rifiutarli entrambi e il danno sarebbe già stato fatto..
Kane allungò una mano e le accarezzò la guancia. Dire di lei a Kriss e Dean li distruggerebbe inevitabilmente..
Tabatha sbatté le palpebre, realizzando quello che Kane aveva cercato di dirle... la ragazza era una femmina di caduto. Guardò di nuovo il monitor e ricordò la prima volta che aveva incontrato Dean. Era furioso perché lodore di Kriss era addosso a lei e credeva che fossero stati insieme. Possessivo e spaventoso erano le uniche due parole che le venivano in mente.
Si morse il labbro inferiore mentre ragionava su quello che aveva detto Kane. Se Kriss e la ragazza si fossero messi insieme, non cera dubbio che Dean sarebbe diventato molto pericoloso. E se invece fosse stato Dean a mettersi con lei... quanto avrebbe sofferto Kriss? Proprio lui le aveva rivelato il motivo per cui un caduto può stare solo con un altro caduto. Sarebbe stato da solo senza Dean e la cosa lo avrebbe distrutto.
Kane chiuse gli occhi, ascoltando i pensieri di Tabatha. Lui guardava la cosa dal punto di vista di Dean, mentre lei era più preoccupata per Kriss... cera da aspettarselo, ovviamente.
Hai un cuore grande. disse lei, cogliendolo di sorpresa. Gli sorrise e scivolò tra le sue braccia, premendogli lorecchio sul petto per ascoltare il suo battito cardiaco. Hai ragione. Io non ci avrei pensato su e li avrei telefonati subito, pensando che fosse la notizia più bella del mondo. Perché io tu riesci a vedere oltre le cose e io no?.
Guardando lo schermo, aggiunse Mi sento male per lei, però. Probabilmente pensa di essere sola al mondo..
Kane allungò una mano e spense il monitor Ma noi non siamo senza cuore, adesso ha un posto dove stare se le serve un rifugio e ho la sensazione che la vedremo un bel po..
Mi serve qualcosa per distrarmi. disse Tabatha sensualmente, prima di uscire velocemente dalla stanza.
Donzelle in pericolo... le adoro. Kane si diresse verso la camera da letto e si fermò per guardare il panorama... lei era stesa sul letto con la camicia da notte di seta ancora addosso e gli sorrideva. Kane si avvicinò al letto togliendosi i pantaloni.
Tabatha non capiva come lui riuscisse a rendere sexy un gesto così semplice, e con ottimi risultati. In pochi secondi, la sua camicia da notte sparì e si dedicarono di nuovo al passatempo preferito di Kane, la tortura sessuale... o almeno era così che Tabatha la vedeva.
*****
Sul tetto, intanto, Aurora cedette finalmente alla tentazione delle coperte. Ne stese una a terra e vi gettò un cuscino, abbracciando laltro. Si avvolse nellaltra coperta e si distese, ripensando alla coppia che laveva trovata... avevano entrambi occhi color ametista.
Abbracciò il cuscino ancora di più quando si ricordò di unaltra persona con gli stessi occhi e si chiese se luomo con cui aveva fatto lamore fosse della stessa razza. Aveva accusato luomo biondo di essere un vampiro anche se sapeva che non lo era, ma non aveva nientaltro con cui paragonarlo.
Non temeva i vampiri, ce nerano parecchi nel regno dei demoni. Una delle tante volte in cui era scappata da Samuel, era finita in un nido e le creature lavevano assalita come uno sciame di api arrabbiate. Era riuscita ad ucciderne buona parte a mani nude, prima di essere sopraffatta.
Ricordava ancora la sensazione degli artigli che le strappavano i vestiti e delle zanne che affondavano nella sua carne. Non sapeva chi fosse rimasto più sorpreso, se lei o i vampiri che, mordendola, iniziarono a bruciare dallinterno.
Alla fine, quelli rimasti tornarono indietro quando realizzarono di non poterla prosciugare. Lei alzò lo sguardo e vide Samuel che le sorrideva. I brandelli dei pochi vestiti che lui le faceva tenere furono strappati via e lei fu costretta per molto tempo in quelle condizioni, senza allontanarsi da lui.
Avrebbe potuto riprendersi i vestiti ma Samuel aveva insistito perché lei facesse lamore con lui senza opporre resistenza, se voleva riavere il suo pudore e, in quel momento lei concluse che quella qualità era piuttosto sopravvalutata.
Avrebbe potuto riprendersi i vestiti ma Samuel aveva insistito perché lei facesse lamore con lui senza opporre resistenza, se voleva riavere il suo pudore e, in quel momento lei concluse che quella qualità era piuttosto sopravvalutata.
Luomo nella metropolitana laveva morsa ma non le era sembrato come la spietata lacerazione della carne che aveva subito altre volte, e lui era sopravvissuto al sangue che le aveva succhiato. Piegò il collo ricordando quella sensazione, poi strinse le gambe quando sentì un impulso tra le cosce.
Si morse il labbro inferiore ricordando che, quando Samuel le aveva detto di aver ucciso il vampiro, il petto le era sembrato pesante, ma il sollievo di sapere che non era vero le tolse quel peso. Si accigliò, chiedendosi se luomo avesse battuto Samuel in un combattimento, poi sospirò, sapendo che era solo una sua speranza.
*****
Dallaltra parte della città, intanto, Michael se ne stava sulla soglia della porta, a contemplare la sua camera dopo averla rimessa a posto. Era tornato tutto come prima, tranne il letto... lantico telaio che sosteneva il materasso non cera più.
Ne sentiva già la mancanza ma, scrollando le spalle, decise che era meglio lasciarlo così finché non avrebbe imparato a controllare quei picchi di potere. Non aveva avuto il coraggio di gettarlo via e laveva riposto in soffitta. Con un po di fortuna, sarebbe riuscito a sistemarlo più in là.
Non poté fare a meno di ridere quando Scrappy saltò sul materasso. Il cagnolino lo fissò in modo strano per un momento, prima di girare in tondo così in fretta da non riuscire più a stare in piedi.
Tu non stai bene, lo sai, vero? esclamò Michael, scuotendo la testa.
Scrappy abbaiò e si rimise in piedi, ma Michael rise vedendolo camminare ancora in cerchio. Alla fine fu intenerito e lo prese in braccio.
Beh, questo è un modo per ubriacarsi, ma io conosco un altro modo che potrebbe fare proprio al caso mio, stasera. Accarezzò le orecchie di Scrappy Speriamo che il mio compagno di bevute sia libero. Mise giù il cucciolo e cercò il cellulare in tasca, poi si ricordò di averlo schiacciato accidentalmente nella metropolitana.
In quel momento squillò il telefono di casa e lui scese in soggiorno per rispondere.
Di a Kat che mi serve una bottiglia di Heat... anzi, due. Michael rispose andando dritto al punto.
Brutta giornata, eh? disse Warren, poi guardò Devon che era rinchiuso nella gabbia sulla pista da ballo. Ho proprio qualcosa per distrarti dai tuoi problemi. Potrai avere tutto lHeat che vuoi, se vieni a darmi una mano con Devon..
Affare fatto. Michael riagganciò, sentendo unimprovvisa scarica di adrenalina.
Decidendo di sfruttarla, uscì di casa prima che le lancette dellorologio riuscissero a segnare il secondo successivo. Fermandosi di colpo, si girò sentendo Scrappy che grattava la porta.
Aprendola, giurò quasi di aver visto il cucciolo fulminarlo con lo sguardo prima di uscire. Forse una porta basculante sarebbe una buona idea. disse perplesso. E non dirlo al tuo paparino.
Scrappy abbaiò prima di andare sul retro della casa.
Traditore. gridò Michael.
Ascoltando il pesante silenzio della casa vuota, chiuse la porta... gli mancava avere tra i piedi Kane, Damon e Alicia. Aveva vissuto da solo per così tanto tempo, in passato, e non si era reso conto di essere effettivamente solo.
Con un sospiro, si allontanò e decise di arrivare al Moon Dance il più in fretta possibile. Per qualche ragione, non voleva stare da solo quella sera.
La prima cosa che vide quando entrò nel club furono Kat e Quinn affacciati alla ringhiera che dava sulla pista da ballo. Piegò la testa di lato, con un lieve sorriso sulle labbra.
Che succede? chiese, vedendo cosa stavano guardando i due.
Devon sta facendo un nuovo balletto nella gabbia. Quinn sogghignò, poi si tenne la testa quando Kat lo schiaffeggiò sulla nuca. Che cè? le chiese con aria innocente.
Kat incrociò le braccia al petto e lo guardò come se fosse lui stupido della situazione Stai scherzando?!.
Michael si accigliò per le stramberie di quei due e rimase perplesso nel vedere laltra scena. Warren era seduto su una sedia, con i piedi appoggiati su un secchio di vernice, e fissava Devon con uno sguardo avvilito. Michael alzò un sopracciglio quando notò che la porta della gabbia era bloccata da una catena massiccia.
Per favore, puoi provare a far ragionare Warren? lo supplicò Kat.
Non è Devon quello che dovrebbe ragionare? Quinn la corresse, poi indietreggiò di scatto quando lei gli lanciò unocchiataccia.
Allora vuoi proprio litigare? chiese Kat, poi fece un passo indietro quando lui si avvicinò e rispose Sì. con una sensuale voce cupa.
Michael scosse la testa quando Kat corse su per le scale con Quinn alle calcagna. Doveva ammettere che, il più delle volte, lei era più intelligente dei suoi fratelli. Guardò di nuovo giù e vide un sorriso quasi perfido sul volto di Warren.
Eh sì, qualunque fosse la ragione per cui teneva Devon prigioniero, si stava divertendo a fare la parte del carceriere.
Sentendosi osservato, Warren alzò lo sguardo e salutò Michael. Prese la bottiglia di Heat da terra e la sollevò, in modo che laltro potesse vederla. Mi fai compagnia?.
Devon sospirò, seduto con la schiena poggiata contro le sbarre. Vedere Michael scendere le scale era proprio quello di cui aveva bisogno. Sbatté la testa contro lacciaio, facendo vibrare le sbarre. Non avrebbe avuto tregua, con quei due.
Mi dispiace deluderti ma lo spettacolo è finito. sibilò Devon.
Che mi sono perso? chiese Michael, strofinandosi il mento. Si fermò accanto a Warren, che si girò a guardarlo e gli chiese Davvero non sai niente?!.
Niente cosa? ribatté Michael. Laltro si mise a ridere e gli porse la bottiglia. Ehi Devon, perché non glielo dici tu? suggerì Warren, gasato dal fatto che Michael non sapesse nulla... cera da divertirsi.
Perché invece non vai allinferno? sbottò Devon, fissando il muro per non guardare loro. Sto bene adesso... fammi andare da lei..
Lei...? Lo stai tenendo lontano da Envy? chiese Michael, sedendosi sul secchio di vernice.
Warren lo guardò e indicò Devon con un sorriso malizioso. Non puoi andare da lei adesso, è notte fonda e probabilmente è a letto... accoccolata al suo orsacchiotto..
Quando Devon si tenne la testa e iniziò a urlare con voce stanca, Michael prese lentamente la bottiglia e fece un gran sorso. Trevor centrava qualcosa, lo aveva capito, ma perché tutta quella sceneggiata?
Michael sentì i suoi poteri di guarigione emergere e rimise la bottiglia a terra... sentiva il dolore di Devon e non gli piaceva. Si diresse verso la gabbia con lintenzione di aiutarlo ma le parole di Warren lo fermarono. Sta bene, lascialo perdere. gli disse, facendo un cenno con la testa quando Michael lo guardò incuriosito. Poi aggiunse Kane gli ha lanciato un incantesimo di costrizione..
Kane? Michael si strofinò la tempia confuso Non mi avevi chiamato dicendo che ti serviva il mio aiuto?.
Devon si calmò quando Warren scosse la testa e rispose No, in realtà mi serve qualcosaltro.. Poi aggiunse Ma come fai a non saperlo? Dove sei stato negli ultimi due giorni? Al tuo cellulare risponde la segreteria..