Non vorrei invadere
Nessun disturbo. Ci vuole solo un secondo.
Wayne non voleva farselo piacere, quelluomo. Rondel era la superstar, lo standard con cui Wayne si era sempre misurato trovandosi in difetto. Rondel aveva fatto lamore con la donna che Wayne desiderava, le aveva sconvolto talmente la testa che Bill gli aveva suggerito prudenza per uneventuale relazione che al momento Wayne potesse avere in mente con lei. Rondel poteva creare un Sogno Superiore, qualcosa che Wayne non sarebbe mai riuscito a fare perbene. Rondel possedeva tutto ciò che Wayne desiderava e Wayne aveva veramente bisogno di odiarlo. Quelluomo invece era pateticamente amichevole e Wayne non poteva far altro che accettare quelle aperture, a modo suo. Oh. Daccordo Vince. Grazie.
Ancora silenzio. Rondel si schiarì la voce un paio di volte come per parlare, poi ripensandoci. Alla fine trovò abbastanza coraggio da entrare nel vivo dellazione. Dato che mi hai fatto una domanda personale, ti spiace se ti rendo il favore?
Suppongo di no. Wayne cercava di reagire il meno possibile. La vicinanza forzata a Rondel lo metteva sempre più a disagio.
Ma tu. Voglio dire ho sentito dire che tu. prima di arrivare alla Dramatic Dreams. lavoravi nel porno. E vero?
Le mani di Wayne strinsero forte il volante. Sì. Perché? Lultima cosa di cui aveva bisogno al momento era una predica di moralità e Rondel era conosciuto per le sue aperte convinzioni religiose. Lho fatto perché era lunico lavoro che ho trovato come principiante. Come hai detto tu è un grande terreno di prova per affinare il talento.
Oh, beh. sono sicuro di sì. Non è che ti sto criticando. Tutti dobbiamo cominciare da dove si può, di questo mi rendo conto. Almeno Dio ha ritenuto giusto sollevarti dal letame. Solo che volevo solo sapere. comè.
Eh? Wayne guardò sorpreso Rondel che fissava rigidamente davanti a sé, asciugandosi nervosamente le mani sui pantaloni. Che intendi dire?
Beh, tutto quel sesso. Deve essere stato eccitante.
Eccolo lì, aperto a tutto. Piccolo signor Perfettino, luomo che donava fette cospicue di stipendio alla chiesa, un ipocrita da cesso. Wayne fu quasi accecato da un flash improvviso, la visione interiore dellanima di Rondel: in qualche modo conoscere la debolezza dellaltro accese in lui un caldo bagliore. Stette ben attento a non far trasparire lemozione però, mentre rispondeva: No. Veramente era piuttosto noioso.
Lannuncio sortì leffetto desiderato: Rondel lo guardò stupito. Noioso? Davvero, non capisco come
Ma sì, se ci pensi un attimo. Parlando in soldoni, latto sessuale fisico è solo unazione ripetitiva. Certo quando lo fai ti perdi nelle sensazioni del corpo, ma ricreare i sospiri, i suoni e gli odori diventa molto clinico. La maggior parte della grande letteratura erotica mondiale è fatta di preliminari e il sesso vero e proprio ha un ruolo molto limitato. E poi possiamo soltanto eccitare: non ci permettono mai di consumare nulla.
E perché no?
Per lo stesso motivo per cui non ci è permesso ferire o uccidere nessuno, suppongo. Anche nei Sogni normali nessuno completa mai latto. Ci si può avvicinare molte volte ma succede sempre qualcosa che ti impedisce di terminare lazione.
Scosse la testa. Forse è il metodo che ha il corpo per eliminare la tensione la Commissione Comunicazioni però ci ha imposto regole piuttosto severe. Assolutamente senza consumare, così hanno detto. Se solo cercassimo di fare una cosa del genere ci starebbero talmente addosso che la storia di Spiegelman al paragone diventerebbe un tè con le amiche.
E allora che cosa si fa?
Perlopiù roba di routine. Uno a uno, fantasie di harem, orge. Io mi sono tenuto fuori dalla roba più eccitante, i trip sadomaso, la disciplina, scat e così via. Una volta ho provato un Sogno con un gay, un uomo, ma è stato orribile; non mi ci trovavo, il capo mi ha detto di limitarmi alle cose normali. Una volta ho fatto delle scene lesbiche ma è stata una cosa diversa. Le fantasie lesbiche sono esclusivamente per gli uomini, quel che posso dire è che la maggior parte dei gay non sono interessati. E curioso però che
Rondel lo interruppe. Usciamo qui per Laurel Canyon.
Nei minuti successivi Rondel si impegnò a dare indicazioni a Wayne guidandolo per le strade che portavano a casa sua e la conversazione languì. Quando lautomobile giunse di fronte alla destinazione era troppo tardi per riprendere il dialogo sulla precedente occupazione di Wayne; cosa di cui fu contento.
Entra che ti prendo il libro lo invitò Rondel.
Me lo puoi dare pure domani alla riunione.
Ci vuole solo un minuto. Accomodati.
Riluttante, Wayne scese dalla macchina e seguì Rondel fino a casa.
Labitazione era straordinariamente insignificante; un modesto edificio di un piano, rannicchiato timidamente lontano dalla via. Il giardinetto allentrata era circondato da una siepe continua di media altezza, contorta e ripiegata perché usata da molti anni dai bambini del quartiere. In molti punti il prato arrivava alle caviglie, in altri era quasi nudo. Forse Rondel aveva altri pregi, ma sicuramente non eccelleva nel giardinaggio.
Sul portoncino dingresso era accesa una fioca lampadina nuda. Anche nella luce tenue Wayne riuscì a notare, salendo le scalette del portico, che la vernice si staccava dalle trascurate pareti in legno, e che il frontale della finestra davanti era consumato e rappezzato in diversi punti. Squallido, pensò schifato. Questuomo è una delle star della nostra professione e vive in queste condizioni. Perché?
Se era rimasto sbigottito dallesterno della casa, linterno lo strabiliò letteralmente. Mentre Rondel apriva la porta il naso di Wayne fu assalito dallodore acre di lettiera per gatti non cambiata da settimane. Il pavimento era letteralmente cosparso di giornali e riviste; le librerie che riempivano le pareti erano costipate non solo di libri ma anche di piatti sporchi, bicchieri e altri oggetti assortiti poggiati lì in un momento frettoloso e mai spostati; i mobili erano vecchi e la tappezzeria in broccato era consunta e aperta a mostrare limbottitura in numerosi punti.
Scusa il disordine disse Rondel semi-consapevole, mentre camminava con cautela sulla sporcizia del pavimento. Non ho molto tempo per fare le pulizie, e mia madre non ci riesce, quindi tutto si accumula
Wayne non fece commenti e seguì Rondel allinterno. Il suo disagio si faceva sempre più acuto ad ogni istante; avrebbe voluto non accettare linvito dellaltro. Come aveva detto DeLong, doveva imparare a dire no un po più in fretta.
Vince, sei tu? chiamò una voce acuta dallinterno. Grazie al Cielo ce lhai fatta, mi sembrava che non dovessi mai arrivare.
Sì Mamma un attimo e sono da te.
Cè qualcuno con te? Sento che parli con qualcuno.
Sì Mamma. E Wayne Corrigan, un collega. Ti ho parlato di lui. Mi ha dato un passaggio fino a casa. Si volse verso Wayne. Scusami un istante, vado a vedere come sta. Torno subito. Si diresse verso il fondo del corridoio e svanì lasciando Wayne da solo.
Qualcosa gli si strusciò su una gamba e lui uscì quasi di sé: in una casa come quella quale creatura poteva mai girare liberamente? Ma era solo un gatto, a pelo corto, grigio e bianco, con laria smunta e disordinata. Aveva qualcosa in bocca ma scappò via prima che Wayne potesse vedere cosa fosse. Guardandosi attorno, Wayne scoprì di essere diventato oggetto degli sguardi di diverse altre paia di occhi felini, celati in angoli bui della stanza disordinata.
Nella stanza accanto, Rondel e sua madre parlottavano tra loro, discutendo su quale potesse essere una parola più appropriata: Wayne non distingueva molto delle parole la signora Rondel diceva qualcosa su sconosciuti in casa ma erano evidenti gli alti e bassi della conversazione. Era sempre a disagio nel trovarsi testimone di una qualche disputa familiare e la tentazione fu quella di voltarsi ed andarsene - ma non sarebbe stato cortese scappar via dopo aver accettato linvito di Rondel di entrare. Doveva aspettare almeno il ritorno di Rondel per potersi accomiatare.
Più restava nella stanza, più lo squallore sembrava peggiorare. Wayne riuscì a notare palline di tessuto arrotolate tra le cartacce sul pavimento e gli sembrò di vedere un grosso scarafaggio scappare in un angolo e svanire sotto lo zoccolo della parete. I piatti, che gli ricordavano la porcellana di Limoges che la madre tanto amava, erano stati impilati a caso sulla libreria e contenevano ancora avanzi di cibo, alcuni dei quali iniziavano a formare la muffa. Accanto ad un piatto cera una piccola opera di Steuben, una balena di cristallo con la coda arcuata in aria ma la coda era incrinata e una pinna si era spezzata. Alla finestra cerano tendine in merletto che però mostravano i segni di anni di unghiate di gatto. Cera una fila di piante morte e avvizzite sul davanzale, talmente rinseccolite che era impossibile capire che tipo di piante fossero state. Accanto alla porta che conduceva in cucina cera una busta marrone da droghiere piena di immondizia, in cui Wayne riuscì a vedere lo scintillìo di vassoi di plastica usati, di quelli utilizzati per i pasti surgelati. Dalla cucina arrivavano vaghe zaffate di un odore a metà tra una fogna e una bara aperta.
Se debbo stare qui ancora per molto, pensò Wayne, mi sentirò male. Ma come si fa a vivere in questo modo?
Rondel sbirciò nella stanza. Corrigan, ce lhai un minuto? Vorrei presentarti mia madre.
Beh veramente dovrei proprio andare
Ci vuole un minuto e comunque ti devo andare a cercare il libro. Vieni.
Chiedendosi perché si lasciava intrappolare in impicci del genere, Wayne camminò gaiamente nel disordine cercando di evitare di calpestare un gatto o altro oggetto spiacevole tra i detriti del pavimento del soggiorno. Nel corridoio non cerano cartacce ma questo rendeva visibili al passaggio i punti del pavimento in parquet in cui erano state spente sigarette. I mozziconi, gettati in un angolo, formavano una piccola piramide di filtri.
Cera una porta appena socchiusa che conduceva fuori dal corridoio. La stanza su cui si affacciava era di una semplicità cruda: pavimento in legno vuoto; un letto in ferro battuto a due piazze rifatto con cura; un ricamo religioso sul muro, che proclamava: Il Signore è il mio Pastore. La stanza era unoasi di pulizia in quel letamaio di casa. Wayne immaginò che fosse la camera di Rondel, in linea con la nettezza personale della persona. Ma la camera era vuota e Wayne proseguì.
Riuscì a riconoscere la stanza della madre di Rondel ancor prima di entrare: glielo annunciò con notevole forza il tanfo che emanava. Laria era pesante per lodore di scadente profumo Devon alla violetta, misto al fetore di fumo di sigaretta stantìo e di urina. Uno solo degli odori sarebbe già stato nauseante ma in qualche modo la combinazione di tutto triplicava leffetto spiacevole. Wayne dovette fermarsi prima di entrare per ricacciar giù il pasto veloce che aveva mangiato alla Stazione. Non intendeva vomitare lì, di fronte a Rondel; anche se vista lambientazione generale, dubitava che lo avrebbe notato.
La stanza da letto della signora Rondel non lo deluse. La toletta in noce rivestita di marmo presentava chiazze di caffè e aloni di sigaretta; i fianchi del mobile erano stati ampiamente utilizzati dai gatti per affilarsi le unghie. In un angolo cera un paravento stile Coromandel; una volta forse era stato di valore cospicuo, ma ormai la maggior parte della lavorazione a intarsio era sparita. Cerano dei vestiti, nessuno dei quali troppo pulito, gettati alla rinfusa sulle sedie e sul pavimento. Alle pareti fotografie di una donna assai attraente ma qualsiasi somiglianza tra lei e la signora Rondel attuale rappresentava a dir poco unillazione.
Al centro della stanza, contro la parete più lontana, cera il letto della signora Rondel. Era un letto matrimoniale grande; ai quattro lati si ergevano delle colonne intarsiate, in legno, che sostenevano quanto rimaneva di un baldacchino; da cui pendevano brandelli di merletto, come malinconici souvenir di glorie passate. Persino il copriletto di broccato orientale parlava di giorni migliori da tempo tramontati; scolorito, lacero, coperto di grosse, brutte macchie. Attorno al letto mozziconi di sigarette non calpestati.
La signora Rondel era mezzo seduta, poggiata su un cumulo di cuscini. Era una donna grassa con un viso rubicondo e occhi scuri e porcini. Aveva la pelle puntecchiata di macchie da fegato e i capelli bianchi raccolti in bigodini; il viso era coperto di trucco spesso, quasi da clown. Aveva alla gola una forma grigia, scura, che inizialmente Wayne pensò essere un altro gatto; poi si rese conto che si trattava di un marabù sporco, pendant di un vestito da sera che una volta forse era stato di un qualche colore ma non voleva neppure tentare di immaginare quale.
Questa è mia madre disse Rondel, imperturbabile.
La signora Rondel emise dalla gola un suono disgustoso e tossì del catarro in un fazzoletto che poi gettò a caso in un angolo. Guardò Wayne con sguardo analitico e disse: Corrigan, sì? Irlandese?
Sono americano. Da quattro generazioni.
Cattolico?
Non molto. Wayne era irritato per quel maleducato controinterrogatorio.
La signora Rondel guardò il figlio. Gli hai già mostrato la Via del Signore?
Rondel era evidentemente imbarazzato. Mamma, lo conosco appena.
Non ha importanza. Tutti gli uomini sono fratelli per il Signore. Si rivolse a Wayne. Vuoi essere salvato?
Guardandola bene Wayne non ne era tanto certo; almeno non se lei ne era un esempio. Non è una cosa di cui mi preoccupo e francamente, signora Rondel, non penso che siano affari che la riguardino.
La donna sbuffò e si rivolse al figlio. Hai degli amici in questo posto di lavoro. Lui è il peccatore che mi dicevi, dei Sogni sporchi?
Mamma!
Infedele senza Dio! gli occhi della signora Rondel fiammeggiavano fissandosi su Wayne. Schiavo del Maligno, che adeschi gli uomini dal cammino di Giustizia con la tua sporcizia e la tua lussuria. Ma verrà il Giorno del Giudizio e in quel giorno ti sarà reso il dovuto. Le viscere della Terra si apriranno e ingoieranno i peccatori come te. E allora come godrai della tua lussuria, se brucerai rotolandoti nelle fiamme e soffocando nel puzzo dello zolfo? Temi il Verdetto del Signore, temi la punizione dei peccatori. Gesù perdona ma tu devi andare da Lui a confessare i tuoi peccati. Tu devi supplicare in ginocchio...
Mamma, implorò Rondel è nostro ospite.
La signora Rondel non prestò attenzione. Prega per la tua anima, o verrai ingoiato dalla dannazione eterna.
Wayne era rimasto in piedi, senza parole, di fronte a tanta sfrenata ostilità, senza sapere come reagire. Era scioccato, infuriato, imbarazzato e anche un po impaurito: tutto insieme. Mentre la vecchia farneticava Rondel prese Wayne sottobraccio e lo portò fuori, in corridoio. La signora Rondel non si accorse quasi che se ne erano andati; era in pieno sproloquio e la sola assenza di un bersaglio non lavrebbe arrestata.