La Sfida - Guido Pagliarino 4 стр.


Pure adesso c’è chi, anche tra cristiani, ignorando che il Cristianesimo ha come base religiosa essenziale la reale risurrezione di Gesú, non una dottrina derivante da speculazioni, afferma che sotto l’insegnamento praticato ai comuni credenti, cioè quasi a tutti, si cela il vero sapere rivelato da Cristo a pochi discepoli e da questi tramandato a una parte sola dei loro allievi. Uno di quegli eletti sarebbe stato l’apostolo Giovanni, per l’essere stato il migliore amico di Cristo - il discepolo che Gesú amava -, e, secondo il Bultmann, perché nel suo Vangelo si situerebbero basilari concetti gnostici. Pure gli apostoli Tommaso e Filippo sono da due millenni ben piazzati fra quei presunti eletti tra gli eletti di Cristo, il primo per aver voluto conoscere a fondo la verità mettendo le dita nelle piaghe del Risorto e il secondo per avergli chiesto di fargli vedere il Padre.

Vi sono oggi cristiani che praticano riti segreti magico-iniziatici e spiritismo. Li troviamo, oltre che nel movimento New Age -Next Age, fra cattolici integristi dell’estrema destra che aderiscono a conventicole da considerarsi piuttosto gnostiche che cristiane, per l’atteggiamento di disdegno culturale e umano verso le persone più semplici, o soltanto ritenute tali perché non delle loro. Anche protestanti partecipano a sedute spiritiche o sono tentati o addirittura credono nella reincarnazione. Altri cristiani sono membri di confraternite esoteriche, più o meno massoniche, Rosa-Croce, o di cattoliche fratellanze che si rifanno segretamente agli antichi Templari o al Martinismo di fine ‘700.

L’antico Gnosticismo attraversa tre fasi:

Il precristiano ha come aderenti pagani e, parallelamente, ebrei.

Quello intermedio, introducendo la persona di Gesú, usa alcuni concetti cristiani. Riguarda in modo particolare giudei. Il più famoso esponente, anche se non tra i più gnostici, ne è il samaritano Simon Mago.

Nell’ultima fase, dai primi decenni del II secolo, ha ormai una forte base di concetti cristiani. Questo Gnosticismo cristianeggiante trova adepti soprattutto presso greci e romani colti.

Nello Gnosticismo precristiano, come ad esempio presso i barbelognostici, la redenzione deriva dal risveglio dell’Uomo primordiale per opera di una Grande madre - Sophia, Sapienza o Barbelos - che discende nel fondo del primordiale abisso; in seguito la funzione di Salvezza è svolta dalla figura maschile di Seth, presso i sethiani; finalmente, con lo Gnosticismo cristiano, è assolta da Cristo.

Tuttavia, anche nello Gnosticismo cristiano non risulta nulla del mistero della reale incarnazione di Cristo il Figlio-Dio-uomo, della sua vera morte per crocifissione e della sua risurrezione in corpo e anima umani, concetti, anzi per i credenti fatti storici compreso l’ultimo, essenziali per il Cristianesimo. Per quegli gnostici il Salvatore, dopo che è disceso sulla terra, senza incarnarsi, e ha rivelato la vera conoscenza, ascende, senza essere mai morto, attraverso i cieli materiali che Sophia aveva posti a confine del mondo dell’universo fisico, e ricostituisce l’unità dello spirituale pleroma in una finale conflagrazione di luce splendida che elimina la materia e sigilla la redenzione degli esseri umani.

Gli antichi maestri gnostici impartiscono segreti insegnamenti ai loro discepoli sui fondamentali problemi dell’umanità, l’origine e il fine dell’essere umano, la struttura universale, il significato del male e del dolore: questo costituisce la parte filosofica delle loro dottrine; e offrono una via religiosa di salvezza ultraterrena. La conoscenza viene raggiunta dagli adepti massimamente in forma mistica, anche attraverso rituali magico-religiosi. C’è una gerarchia; parte delle rivelazioni occulte è riservata ai membri di grado più alto.

I sistemi filosofico-religiosi degli gnostici sono in parte diversi a seconda del contesto culturale in cui sorgono e del tempo in cui nascono, ma ci sono fondamentali punti comuni.

Il male per gli gnostici non è assenza di bene o risultato d’una colpa umana, come invece nelle religioni giudea e cristiana, e poi islamica, ma una realtà in sé che ci fronteggia angosciandoci, un caos che è regno di quella morte cui l’uomo pare inevitabilmente indirizzato e per cui la vita è vana. Ma lo gnostico si considera speciale, fondamentalmente alieno da questo mondo e destinato a sopravvivere grazie a una particolare illuminazione ricevuta da un redentore divino che l’ha indirizzato a una vera, essenziale conoscenza, di tipo soprattutto intuitivo mistico, la quale può elevare il suo spirito a Dio e condurlo alla salvezza ultraterrena.

Mito gnostico essenziale è quello dualista, che nasce dall’esigenza di spiegare il male e armonizzare l’idea d’un Dio increato perfetto e trascendente con un universo materiale immanente, compreso il corpo dell’uomo, di cui il suo spirito è prigioniero; un mito che deve spiegare come il fondamento dell’esistere, l’Uno, conservi la sua unicità e immutabilità perfette e insieme si manifesti nel molteplice divenire. Dio è infatti l’Essere ma si esprime in molteplici enti, forme intelligibili del mondo, compreso l’ente antropologico. Per gli gnostici, poiché Dio è buono e la materia è cattiva, egli non può esserne il diretto creatore. Egli crea in quanto, essendo Amore, non desidera stare solo; ma non il mondo materiale, bensì il pleroma, regno della divina pienezza popolato di sue creature spirituali (eoni). Quanto più si avvicinano ai confini del pleroma, tanto meno quegli spiriti sono perfetti.

La letteratura gnostica ha forma mitologica, precisamente i fondamentali problemi dell’uomo sono espressi tramite miti; ma altrimenti dalle mitologie primordiali della natura, che raccontavano il rapporto fra l’uomo e il cosmo, nei testi gnostici il rapporto dell’uomo col divino è narrato in forma allegorica; non si tratta solo del dramma dell’uomo, in esso è coinvolto anche il dio gnostico, un Uno che ha l’idea, senza però voler esprimerla nel mondo, dell’Anthropos primordiale, archetipo dell’ente uomo; e le anime degli illuminati possono risalire dopo morti a quell’idea di Dio. È concezione diversa da quella delle religioni ortodosse giudea e cristiana, per le quali non ci sono preesistenti anime e Dio crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, nel senso che soffia in lui un alito della sua Vita e della sua Ragione rendendolo non solo vivo come gli animali e le piante, ma capace di ragionare a fondo, fare libere scelte e intuire il Trascendente.

Per una parte degli gnostici, l’eone più lontano dall’Uno, a volte chiamato Sophia, Sapienza, è stato preso o meglio presa da Lussuria; e da Sophia è nato un Demiurgo, quello stesso di cui scriveva Platone, cioè un plasmatore – non creatore – del mondo materiale: la materia, sia pur buia, inattiva, sterile, per la maggior parte degli gnostici è coeterna a Dio. Da altri, in particolare in ambiente giudaico e, poi, cristiano, il Demiurgo è identificato col Dio crudele dell’Antico Testamento Jahvè18 Da altri ancora, questi è ritenuto generato dal Demiurgo.

Il Demiurgo, o suo figlio, malamente realizza il modello ideale del mondo che esiste da sempre e per sempre nella mente di Dio, il quale è all’oscuro dell’iniziativa oppure per qualche motivo non può o non vuole impedire che si plasmi l’universo e, in questo, gli esseri umani. Quel maldestro Artigiano modella il corpo dell’uomo, dotato di psiche, o ragione, e gli dona vita, o anima vegetativa. Sophia infonde allora all’essere umano la sua essenza spirituale: spirito, o pneuma, o animo; ma per la maggior parte dei sistemi gnostici, il dono è fatto solo ad alcuni, gli pneumatici appunto, o spirituali; non ai molti altri esseri umani: ilici, cioè materiali; per certi gnostici vi sono però uomini dotati di un’ottima psiche (o anima, alla latina), detti appunto psichici, che ricercando possono faticosamente giungere a ottenere l’animo, la scintilla divina quasi come gli spirituali. Il Demiurgo plasma pure i sette pianeti allora conosciuti, compresa la Luna, detti Governatori in quanto, secondo astrologia, essi governano tramite il destino il mondo terrestre e tutta la materia in genere. Oltre le loro sfere, vive Dio, il Bene, che dunque non è onnipresente: non è nei pianeti e non è nel nostro mondo nei quali c’è solo il male. I pianeti, considerati spiriti personali, eoni - presso gli ebrei gnostici, angeli maligni -, esercitano un’influenza malefica sugli esseri umani. Secondo certi gruppi, non dal Demiurgo ma dalla Mente Prima è emanato a propria immagine un archetipo d’Uomo, l’Anthropos, che dovrebbe restare nel pleroma ma, desideroso di creare, scende dalle sfere celesti e, accoppiandosi con Natura, dà vita al genere umano; l’uomo immanente trae il corpo dalla madre e l’animo immortale dal padre. È stato supposto che questa diversa visione abbia base non solo in antiche tradizioni ebraiche ma nell’Ermetica, di cui è fondatore il leggendario Ermete Trimegisto, nome greco del dio egiziano Toth. Vi sono peraltro studiosi che pensano non ci sia rapporto fra Ermetica e Gnosticismo. Certo è che le due filosofie esoteriche hanno in comune il platonismo, dalla cui dottrina delle idee, o essenze, traggono il concetto che ogni entità del mondo è copia imperfetta dell’Idea divina immateriale che sta nella mente di Dio, unica realtà; ad esempio, l’Idea del cavallo: essa si riferisce a tutti i cavalli esistenti ma ciascuno di questi è più o meno lontano dall’Idea che ne ha Dio, a seconda della bellezza, della forza, della velocità, dell’età e, in genere, della ipposità, o cavallinità del singolo equino, che come ogni cosa del mondo materiale è mera ombra dell’essenziale realtà ideale divina. Gli ermetici e gli gnostici hanno un sentire comune non solo sulla teoria delle idee; tanto in un testo ermetico, il Poimandres, quanto nei libri gnostici detti “ortodossi”, si parla della liberazione dell’animo umano dalla schiavitù dei pianeti, perché possa ascendere le sfere fino al cielo più elevato da cui era sceso suo padre. Più che l’Ermetismo è però la gnosi mistica che conosce bene “i cancelli delle sfere” e i nomi dei demoni che ne sono guardiani, e ha le parole esoteriche necessarie a passare da una sfera all’altra. Nel Libro di Enoch si dice appunto d’una salita di questo personaggio attraverso le sette sfere dei cieli. È un testo apocrifo ebraico che influenza, forse, un’allegoria della I Lettera di Pietro del Nuovo testamento, relativa all’Ascensione di Cristo.

Non solo gli gnostici giudei ma pure quelli ellenici si rivolgono all’aspetto esoterico, ascetico e alchemico19 della complessa mistica giudaica, comprendente un’interpretazione allegorica di insegnamenti orali, non presenti nella Scrittura, tramandati da illuminati ai neofiti. Parte di questa mistica porterà secoli dopo alla Qabbãlãh (Cabbala o Cabala)20 con l’aggiunta di elementi delle filosofie neoplatonica e araba. Lo Gnosticismo subisce il fascino non solo dei simboli giudaici della tradizione esoterica ma pure della Scrittura ortodossa. Il doppio racconto, di due autori diversi, della creazione di Adamo, di cui alla Genesi, è steso già nel VI secolo a.C. e, oltretutto, è forse basato sopra una tradizione orale precedente, cioè è anteriore alle concezioni gnostiche.

Ci sono tuttavia differenze concettuali importanti fra gnosticismi greco ed ebraico: nel sistema che possiamo già dire, convenzionalmente, cabalistico, la materia non è eterna ma creata, Adamo è stato emanato direttamente da Dio e fatto a sua immagine, come nella Genesi ma con una variante: il mondo terrestre non viene da Dio: Dio ha espresso altre nove Sephiroth - Emanazioni - oltre all’Uomo e da quelle è venuto il mondo materiale; il resto dell’universo è spirituale e i pianeti sono angeli maligni ribellatisi a Dio. La setta ebrea pregnostica dei magariani distingue tra Dio e un suo angelo creatore non solo del mondo ma pure dell’uomo, così giustificando sia il male sia i tratti antropomorfici21 dello Jahvè della Genesi e di altre Scritture bibliche. La complessa, diversificata compagine angelica degli gnostici ebrei può aver avuto origine dalla religione dualista mazdea che contemplava angeli del bene derivanti da un Dio buono e angeli del male, demoni, originati da un concorrente Dio del male. Per tutti i giudei però, gli angeli sono invece sempre creati da Dio; essi sono dotati di una iniziale libertà di peccare; parte di questi angeli, per sua stessa ribellione–divisione, diviene diabolica, dopo di che la scelta buona o cattiva viene radicalizzata da Dio per sempre, senza più possibilità di peccare per i buoni e, per i demoni, di salvarsi. È un’idea che, simbolicamente, passerà nell’Apocalisse cristiana di Giovanni, che parla d’una battaglia in Cielo in cui satana (il dragone-serpente) e i suoi sono sconfitti dalla schiera angelica dei buoni e precipitati da Dio sulla Terra; e che è presente in apocalissi ebraiche composte, all’incirca, dal II - I secolo a.C. al I secolo d.C., come il Libro di Enoch: nessuna di fede sia per la religione ebraica sia per quella cristiana. L’idea d’una reale battaglia tra angeli è tuttavia fortemente presente nel sentire dei cristiani, non solo prima dell’epoca contemporanea ma, almeno in molti credenti, ancor oggi, anche se non si tratta d’un dogma definito; anzi, la teologia ha ben presente l’allegoricità di quella tenzone.

Gli gnostici, e primi tra loro quelli ebrei, si interessano sùbito, verso gli anni 35 - 40 d.C., al primo Cristianesimo, che è d’ambiente giudeo.

Prima di parlare degli gnostici pre-cristiani e cristiani, è bene dare uno sguardo alla setta ebrea degli esseni, che aveva aspetti gnostici; ed è interessante vedere se sia provato a sufficienza quanto alcuni affermano, che l’Essenismo, lo si qualifichi o no come gnostico, abbia portato al pensiero cristiano.

Gli storici antichi Filone d’Alessandria e Giuseppe Flavio22 , ebrei e contemporanei degli esseni del I secolo, mostravano ammirazione per questa setta, viva almeno dal 100 a.C. e durata fino al 68 d.C.23 ; ritenevano trattarsi di uomini dediti alla preghiera e all’amore per il mondo: li vedevano un po’ come dei santi monaci. Su quelle idee, storici moderni hanno pensato che Gesú, prima della sua vita pubblica, fosse stato uno di quei monaci e che la sua predicazione avesse tratto dall’Essenismo; inoltre che il battesimo impartito a Cristo da Giovanni Battista fosse stato un battesimo esseno. Fatto è che quella dottrina, la vera dottrina essena, era tenuta nascosta al pubblico dagli adepti; anzi, gli esseni facevano circolare su di loro false notizie per confondere il resto del mondo, considerato in blocco un avversario maligno e insalvabile24 da distruggere alla fine dei tempi.

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