Quasi perduta - Блейк Пирс 3 стр.


“Beh...” iniziò a dire Cassie.

Non riuscì a costringersi a rifiutare. Sarebbe stato davvero spietato, considerate le circostanze terribili in cui si trovava quell’uomo. Le dispiaceva troppo per lui e pensò che sarebbe stato egoista dire subito di no. La famiglia aveva decisamente bisogno di aiuto, e i soldi, insieme alla breve durata dell’impiego, la tentavano parecchio.

“Perché non vieni a conoscerci?” suggerì Ryan. “Hai una macchina? Altrimenti, posso venire a prenderti alla stazione. Il biglietto lo pagherei io, ovviamente”.

“Ho un’auto”, disse Cassie.

“Questo rende le cose più semplici, e dovrebbero bastare cinque ore da Londra, se non c’è traffico. Ti scrivo subito l’indirizzo, e se deciderai di non restare, ti rimborserò il costo del viaggio”.

“Va bene. Partirò domattina. Dovrei riuscire ad arrivare per l’ora di pranzo”, rispose Cassie.

La ragazza riagganciò, sollevata per il fatto di poter trascorrere del tempo con la famiglia, prima di prendere una decisione. Se si fosse fatta una buona opinione, avrebbe avuto l’opportunità di offrire loro il supporto e l’aiuto che, in un momento tanto difficile, avrebbe fatto la differenza nelle loro vite.

Quando Ryan le aveva comunicato di avere appena divorziato, Cassie non si aspettava di sentire tanta compassione per lui. L’essere cresciuta in una casa piena di conflitti, e il fatto di aver perso la propria madre quando era piccola, faceva sì che riuscisse a capire come ci si potesse sentire. Si trattava di una situazione in cui lei poteva essere un vero valore aggiunto per quella famiglia.

Quando era scappata di casa spaventata, all’età di sedici anni, Cassie aveva deciso di seguire i passi della sorella e allontanarsi per sempre dagli abusi del padre. Ma dopo essere riuscita a scappare dal suo controllo rabbioso, era finita in una relazione dannosa con il suo tossico ex ragazzo, Zane.

Poi, quando era volata in Francia per scappare da Zane, era finita nel peggiore incubo di tutti.

Dopo tutto quello che aveva passato, pensava che fuori città, in un remoto paesino sulla costa, sarebbe stata al sicuro, e avrebbe finalmente potuto fare esperienza di un ambiente familiare dove sentirsi necessaria, motivo principale per cui aveva deciso di fare la ragazza alla pari in un primo momento.

Cassie sperò di poter utilizzare il tempo a disposizione in quella casa per riprendersi.


CAPITOLO TRE

Il tragitto verso la casa di Ryan Ellis durò più tempo del previsto. Sembrava impossibile evitare il terribile traffico diretto a sud, che intasava l’autostrada; e dei lavori in corso la obbligarono ad allungare la strada due volte.

Il tempo aggiuntivo trascorso in strada le fece quasi finire la benzina. Dovette usare i soldi che le erano rimasti dal prestito di Jess per fare il pieno. Col timore che Ryan potesse pensare che avesse cambiato idea, Cassie gli mandò un messaggio per scusarsi ed avvisare che sarebbe arrivata in ritardo. Lui rispose immediatamente, dicendo di non preoccuparsi e guidare con calma.

Quando la ragazza lasciò l’autostrada per addentrarsi nella campagna inglese, si ritrovò di fronte una vista idilliaca. Allungò il collo, per poter vedere al meglio oltre le siepi ben curate, e osservare i campi coltivati che si estendevano in una scacchiera di diverse sfumature, dal verde scuro al marrone dorato, con fattorie scenografiche e fiumi tortuosi. Quel paesaggio ordinato le donò una sensazione di pace, sebbene Cassie fosse cosciente del fatto che le nuvole in avvicinamento fossero un chiaro segnale dell’arrivo di precipitazioni nel pomeriggio, e sperò di arrivare a destinazione prima che iniziasse a piovere.

Più di sei ore dopo essere partita da Londra, Cassie arrivò al pittoresco villaggio sul mare. Anche nella cupa luce di quel pomeriggio, il paesino pareva incantevole. L’auto crepitò sulle strade di ciottoli, da cui la ragazza riuscì a scorgere alcuni tratti del porto, visibile tra una casa e l'altra. Ryan le aveva detto di guidare attraverso il paese e lungo la strada che costeggiava la scogliera. Casa sua si trovava qualche chilometro più lontano, e si affacciava sul mare.

Sostando fuori dalla tenuta, per aprire il cancello, Cassie rimase stupefatta di fronte alla vista della casa che si ergeva oltre lo stesso, che pareva troppo bella per essere vera. Sembrava il luogo in cui lei aveva sempre sognato di vivere. Una casa semplice, ma meravigliosa, con linee spioventi e dettagli in legno che si adattavano armoniosamente alla natura che la circondava, che le ricordava una nave ormeggiata in porto. Ad eccezione del fatto che quell’edificio era annidato su una scogliera, con un’incredibile vista sull’oceano sottostante. Nel giardino ben curato vi erano due altalene, una oscillante e una basculante. Erano entrambe alquanto arrugginite, e Cassie ritenne che il loro stato fosse un indizio dell’età dei bambini.

La ragazza si guardò nello specchietto retrovisore e si sistemò i capelli. La sua chioma ondulata era splendente e in ordine, grazie agli sforzi fatti quella mattina, e il suo rossetto color corallo era immacolato.

Cassie parcheggiò sul selciato e camminò verso la casa, percorrendo un sentiero delimitato da aiuole. Anche in quel periodo dell’anno, le stesse brillavano di boccioli gialli, e Cassie riconobbe dei caprifogli piantati alle loro spalle. Era certa che in estate fossero un’esplosione di colori.

La porta d’ingresso si aprì prima che lei potesse raggiungerla.

“Buon pomeriggio, Cassie. Piacere di conoscerti. Sono Ryan”.

L’uomo che l’aveva salutata era una testa più alto di lei, in forma, e sorprendentemente giovane, con capelli castani in disordine e dei penetranti occhi azzurri. Stava sorridendo, e sembrava davvero felice di vederla; indossava una maglietta di Eminem sbiadita e dei vecchi jeans consumati. Cassie notò che aveva un panno da cucina incastrato nella vita.

“Ciao, Ryan”.

Gli strinse la mano. L’uomo aveva una presa calda e ben ferma.

“Mi hai beccato mentre stavo pulendo la cucina per il tuo arrivo. Ho messo a bollire dell’acqua; bevi il tè? So che è una tradizione tipicamente inglese, e se preferisci, c’è anche del caffè.

“Va benissimo il tè”, disse Cassie, rassicurata da quel benvenuto perfettamente normale.

Mentre chiudeva la porta e si dirigeva verso la cucina, pensò tra sé e sé che Ryan Ellis era molto diverso da come se lo era immaginato. Era molto più amichevole di quanto avesse previsto, e Cassie adorava il fatto che fosse disposto a pulire la cucina.

La ragazza si ricordò del suo arrivo alla dimora del suo precedente impiego. Non appena aveva messo piede nel castello francese, aveva percepito la tesa e terribile atmosfera di conflitto. In questa casa, non provava nulla di tutto ciò.

Mentre camminava sul lucido pavimento in legno, Cassie fu impressionata da quanto fosse ordinata la casa. C’erano persino fiori freschi sul tavolo dell’atrio.

“Abbiamo abbellito casa per te”, disse Ryan, come se le stesse leggendo nel pensiero. “Saranno passati mesi dall’ultima volta che è stata così in ordine”.

Alla sua destra, Cassie notò un salotto con un’enorme porta scorrevole che si affacciava su una veranda. La camera appariva raffinata ed accogliente, grazie ai divani in pelle, che avevano un aspetto incredibilmente comodo, e ai dipinti ad olio alle pareti. La ragazza non potè fare a meno di fare un confronto con l’ostentato arredamento del castello dove aveva lavorato in precedenza. Sembrava che in questa casa vivesse una vera famiglia.

La cucina era pulita ed in ordine, e Cassie non potè non notare la qualità degli elettrodomestici. Il bollitore, il tostapane e il robot da cucina erano top della gamma. Cassie riconobbe il loro disegno decorativo da un articolo che aveva letto in una rivista sull’aereo, e si ricordò di come fosse rimasta impressionata dal prezzo.

“Hai pranzato?” le chiese Ryan dopo aver versato il tè.

“No, ma non importa...”

Ignorando le sue proteste, l’uomo tirò fuori dal frigo un piatto pieno di frutta, muffin e panini.

“Durante il fine settimana, mi piace avere una scorta di cibo a disposizione. Vorrei poter dire che questo è apposta per te, ma in realtà è lo stesso che preparo solitamente ai bambini. Dylan ha dodici anni, e inizia a mangiare come un adolescente, Madison ha nove anni e fa un sacco di sport; preferisco si ingozzino di questo tipo di cose piuttosto che di dolci o cibo spazzatura”.

“Dove sono i bambini?” chiese Cassie, sentendo un’altra ondata di nervosismo al pensiero di incontrarli. Con un padre tanto divertente e genuino, probabilmente erano proprio come Jess li aveva descritti, ma lei aveva bisogno di esserne certa.

“Sono usciti in bici dopo pranzo, per andare a trovare un amico che vive in fondo alla strada. Gli ho detto di sfruttare il pomeriggio prima che cominci a piovere. Dovrebbero essere a casa a breve. Altrimenti, sarò costretto a tirare fuori la Land Rover e andare a prenderli”.

Ryan diede un’occhiata fuori dalla finestra per osservare il cielo, che si stava oscurando.

"In ogni caso, come ti ho spiegato, ho davvero bisogno di aiuto per il prossimo periodo. Sono un genitore single ora, e i bambini hanno bisogno di tutte le distrazioni possibili. Inoltre le scadenze del mio lavoro sono inderogabili”.

“Che lavoro fai?” domandò Cassie.

“Sono il proprietario di una flotta di barche da pesca, e da turismo, che opera dal porto in paese. Questo periodo dell’anno è quello in cui viene fatta manutenzione alle barche, e al momento ho una squadra sul luogo, per le riparazioni. Sono terribilmente impegnati, e stanno per arrivare i primi temporali della stagione. Ecco perché i tempi sono così stretti, e la mia situazione attuale non è d’aiuto”.

“Dev’essere stato terribile affrontare un divorzio, soprattutto in questo momento”.

“È stato un periodo veramente duro”.

Quando Ryan si allontanò dalla finestra, nella luce che stava ormai cambiando, Cassie si rese conto che non era solo attraente, ma anche incredibilmente bello. Il suo volto era forte e deciso, e osservando i muscoli scolpiti del suo braccio, Cassie pensò che pareva essere estremamente in forma.

Rendendosi conto che stava esaminando l’uomo per il suo aspetto fisico, mentre lui stava passando un periodo d’inferno sul lato emotivo, portò Cassie a rimproverare se stessa. Allo stesso tempo, dovette però ammettere che Ryan era irresistibilmente affascinante, al punto da doversi obbligare a smettere di fissarlo.

“Ryan, l’unico problema è che al momento io non ho un visto lavorativo. Ne ho uno valido per la Francia, e l’agenzia per ragazze alla pari mi ha dato tutti i permessi, ma non mi ero resa conto che qui le cose funzionassero diversamente”.

“Mi sei stata consigliata da un’amica”, disse Ryan, sorridendo. “Il che implica che puoi stare con noi come ospite. Ti pagherò in contanti, in nero, così non dovrai pagare le tasse, se per te va bene”.

Cassie si sentì estremamente sollevata. Ryan aveva capito la sua situazione ed era disposto ad accettarla senza alcun problema. Ciò la liberava di un enorme peso. Cassie si rese anche conto che quello poteva essere il fattore decisivo, e dovette trattenersi dall’accettare il lavoro su due piedi. Si ricordò di stare molto attenta, e che doveva per lo meno aspettare di conoscere i bambini prima di assumersi un tale impegno.

“Per quanto tempo avrete bisogno di qualcuno?”

“Massimo per tre settimane. Così avrò il tempo per portare a termine questo progetto. Poi partiremo per le vacanze, in modo da poter legare come famiglia. O meglio, ristabilire un nuovo legame come nuova famiglia. Si dice che un divorzio sia l’evento più stressante nella vita di una persona, e credo che sia io che i bambini possiamo confermarlo”.

Cassie annuì in solidarietà. Era certa che i suoi figli avessero sofferto. Si chiese quanto avessero litigato Ryan e la moglie. A un certo punto dovevano esserci stati dei litigi. L’unico dubbio poteva essere sul fatto che fossero finiti in urla e recriminazioni, o in un teso e terribile silenzio.

Pur avendo vissuto entrambe le situazioni, Cassie non sapeva dire quale fosse la peggiore.

Finché fu viva, la madre di Cassie era riuscita a limitare la parte peggiore del carattere del padre. Cassie ricordava molto bene i tesi silenzi della sua infanzia, che le avevano permesso di sviluppare un incredibile intuito per i conflitti. Era in grado di entrare in una stanza e capire subito se le persone al suo interno avevano litigato. I silenzi sono veramente tossici e ti consumano emotivamente, perché non hanno mai fine.

Una cosa positiva dei litigi chiassosi, è che prima o poi finiscono, anche se a volte con dei vetri rotti o con l’arrivo di un’ambulanza. Ma anche quelli le avevano causato traumi di tipo diverso, e numerose cicatrici. Le avevano anche inculcato un senso di paura, perché le urla e la violenza fisica le avevano fatto capire che una persona può perdere il controllo, perciò non ci si può fidare.

Si trattava, in sostanza, di come era diventato suo padre dopo la morte della moglie.

Cassie si guardò intorno, all’interno della cucina ordinata, e cercò di immaginare cosa potesse essere successo tra Ryan e la moglie lì dentro. I litigi peggiori, per sua esperienza, avvenivano in cucina e in camera da letto.

“Mi spiace che tu debba aver affrontato tutto questo”, disse sottovoce.

Ryan la stava guardando attentamente, e lei gli restituì lo sguardo, fissandolo nei suoi pallidi e penetranti occhi azzurri.

“Cassie, sembra proprio che tu mi capisca”, disse.

Sembrava che le stesse per chiedere dell’altro, ma la porta principale si aprì proprio in quel momento.

“Ecco i bambini, giusto in tempo”. Ryan sembrò sollevato.

Cassie diede un’occhiata fuori dalla finestra. Alcune gocce stavano iniziando a colpire il vetro, e non appena la porta si chiuse, queste si trasformarono in un freddo acquazzone invernale.

“Ciao, papà!”

Si sentirono dei passi sul pavimento di legno, e una ragazzina magra con indosso dei pantaloncini da ciclista e una giacca della tuta verde entrò correndo in cucina. Si fermò quando vide Cassie, la squadrò dalla testa ai piedi, poi si avvicinò e le strinse la mano.

“Ciao, sei la signora che si prenderà cura di noi?”

“Mi chiamo Cassie. Sei Madison?” le chiese la ragazza.

La bambina annuì, e Ryan scompigliò i brillanti capelli castani della figlia.

“Cassie sta ancora decidendo se vorrà lavorare per noi. Tu che ne pensi? Prometti di comportarti al meglio?”

Madison scrollò le spalle.

“Ci dici sempre di non fare promesse che non siamo in grado di mantenere. Ma ci proverò”.

Ryan rise, e Cassie si ritrovò a sorridere per l’impertinente onestà della bambina.

“Dov’è Dylan?”, chiese Ryan.

“È in garage, sta mettendo l’olio alla bici. Stava cigolando mentre salivamo per la collina e poi gli è caduta la catena”. Madison fece un respiro profondo e si diresse verso la porta della cucina.

“Dylan!” urlò. “Vieni qui!”

Cassie potè udire un urlo provenire da lontano. “Arrivo!”

“Ci metterà una vita”, disse Madison. “Quando comincia a mettere mano alle biciclette, non si ferma più”.

Quando vide il piatto con gli spuntini, la bambina vi si piombò, con gli occhi che le brillavano. Poi, osservandone il contenuto, fece un sospiro esasperato.

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